venerdì 6 marzo 2020

LA BORSETTA DELLA SIRENA (libri per incantare)


BEN FATTO

L'uovo, Britta Teckentrup (trad. Sante Bandirali)
Uovonero 2020


ILLUSTRATI

Un uovo è fragile e robusto al tempo stesso; 
è ordinario e straordinario.
Per il cervello umano, la perfetta continuità della curvatura è la forma più piacevole che esista.
Anche se un uovo può dare un'impressione di fragilità, ha una struttura molto solida."

E questa solidità deriva proprio dalla sua forma. Un po' come succede con l'arco in architettura, entrambi - arco e uovo - sono in grado di sostenere pesi consistenti. Un uovo può non rompersi sotto il peso di un grosso libro, purché messo accuratamente su una delle due estremità. Per la loro bellezza, ma anche per scopi più strettamente scientifici, le uova sono state oggetto di interesse di molti collezionisti, a tal punto che in Gran Bretagna, per evitare che si mettessero in pericolo le diverse specie di uccelli, nel 1954 ne è stato bandito il collezionismo.
Per forma, per colore, per dimensione, per struttura l'uovo rappresenta da sempre un simbolo di perfezione.


Sia che nasca, più grosso e di un bel turchese, nel nido di un pettirosso americano, sia che sia più piccolo e tutto a puntini bruni e quindi appartenga al pettirosso che noi tutti vediamo sui nostri davanzali, l'uovo è portatore di bellezza e di vita.


Dal più piccolo di colibrì al più grande di struzzo, l'uovo è un concentrato di funzionalità. Cambia colore a seconda delle necessità, cambia forma a seconda dell'esigenza di non rotolare troppo con il rischio di frantumarsi da una scogliera. Per non parlare dell'energia vitale di cui è portatore.
Deposte in nidi tra loro anche molto differenti, ma sempre molto funzionali, e quindi accudite con attenzione dai genitori, oppure lasciate in grandi colonie a cavarsela da sé, le uova diventano prole e quindi garanzia di mantenimento della specie. Non solo per gli uccelli, ma anche per gli insetti e i rettili e un paio di altri animali strani.

Probabilmente dipende dal fatto che l'uovo più di qualsiasi altra forma in natura rappresenta la perfezione (ben più del noto cerchio, da cui di solito non nasce nulla), ma è un fatto incontrovertibile che in questo libro non ci sia nulla che non sia al posto giusto.
Come in un uovo ben fatto.
Non suona azzardato dire che anche lui, come l'uovo, ha una sua armonia interna, un suo equilibrio delle parti che lo rende perfetto allo sguardo.


A partire dalla copertina che è un capolavoro di purezza e nello stesso tempo un avviso nei confronti di chi aprirà il libro, per quanto riguarda la particolarissima tecnica che contraddistingue i libri migliori della Teckentrup.
Si tratta di un lento procedimento che alterna la manualità alla tecnica digitale. Dal collage fatto a mano crea dei monotipi, con diverse texture, che poi vengono ritagliati e rielaborati al computer. Quella che superficialmente potrebbe sembrare una banale tecnica di colorazione a spruzzo è invece il frutto di un meticoloso lavoro su colori e carte preziose e sempre diverse. 


Il primo risultato che si ottiene è la superficie vibrante. Si noti l'ombra e la lumeggiatura che danno corpo e la porosità della superficie che è palpabile.
E tutto questo è ancora e solo nella copertina.
Perfetta la sua sensibilità per la gamma cromatica che non pesca mai tra colori che possono considerarsi convenzionali, quanto piuttosto tra le mezze tinte, generalmente ignorate dall'editoria per l'infanzia.
Perfetto sembra anche il tono del testo che dà informazioni con una leggerezza e un lessico di completa accessibilità, pur non cadendo mai nella banalizzazione.
Tutto ciò che viene descritto si serve di una nomenclatura rigorosa, ma trasparente. Esattamente così dovrebbe essere il linguaggio con cui parlare e scrivere all'infanzia.
Tomi Ungerer che, per tutta la vita, ha combattuto per non svilire l'intelligenza dei bambini e che ha fatto vere e proprie crociate contro la banalizzazione del lessico, tuonava dicendo: non fiore, ma nontiscordardimé, non albero, ma frassino, non fucile, ma schioppo, non carretto, ma calesse... E allora ben venga il pigmento al posto del colore, i pori al posto dei buchini, la cuticola al posto della pellicola.
Perfetto nel suo essere ovale è anche il percorso che la Teckentrup fa intorno all'argomento uovo. 
Secondo una sistematicità tutta (anglo-)sassone prima si occupa delle uova in sé - forme e colori, abbinandoci l'animale produttore, sviluppo interno; quindi si allontana da un centro ideale per andare a vedere le singole tipologie di nidi, tempi e modi di cova, per poi ritornare di nuovo sull'uovo, ovvero sulle sue innumerevoli declinazioni nell'ambito delle arti.


Ultima perfezione sta nel formato, ancora una volta coraggiosamente consistente, per non lasciare niente di non detto. E nella carta.
Un formato e un tipo di carta che la Teckentrup, nei suoi libri più interessanti (Alle Wetter, e Worauf Wartest Du?) sembra voler privilegiare.
Un formato e una carta che parrebbe escludere nella manipolazione autonoma mani piccole piccole ma che si offre volentieri a menti grandi grandi.
DA-NON-PER-DE-RE.


Carla




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