venerdì 22 luglio 2022

LA BORSETTA DELLA SIRENA (libri per incantare)

IL BOSCO E' 'ZONA FRANCA' 

Il momento perfetto, Susanna Isern, Marco Somà 
Glifo edizioni 2022 


ILLUSTRATI PER PICCOLI (dai 4 anni) 

"Quando Scoiattolo si sveglia, è pieno giorno. Tra uno sbadiglio e l’altro, si alza e comincia a preparare la colazione. Nella tazza delle nocciole si trova la misteriosa busta. Scoiattolo legge la lettera, sgrana gli occhi e, di scatto, scappa a prepararsi. È così agitato che esce di casa vestito in modo strano, con le scarpe al contrario e lo zaino aperto che gli ciondola dalle spalle. Scoiattolo corre a più non posso, ma, mentre attraversa un campo, Cervo lo ferma... "

Dove sia diretto, e cosa ci sia scritto nella lettera, questo non lo può sapere nessuno, tranne Scoiattolo e chi quella lettera l'ha scritta. 


L'unica cosa certa è che durante la sua corsa per arrivare chissaddove, Scoiattolo incontra un buon numero di altri abitanti del bosco che gli chiedono un piccolo aiuto, perché è proprio il momento perfetto per farlo: la Tartaruga avrebbe bisogno della sua velocità per andare a prendere da pecora un altro gomitolo di lana per finire la sua coperta; Orso avrebbe bisogno della sua agilità per raccogliere un po' di miele dalla cima di un albero; Riccio avrebbe bisogno della sua gentilezza per togliersi dai propri aculei sulla schiena le pesche che teneva lì a maturare... 
Scoiattolo non si sottrae mai, complice forse anche il fatto che si tratta sempre del momento giusto per prestare il suo aiuto. Tuttavia la sua preoccupazione di arrivare in ritardo aumenta con lo scorrere della giornata. Arrivato finalmente a un passo dalla sua destinazione, però Scoiattolo inchioda perché gli viene in mente che non è proprio il caso di presentarsi a mani vuote. 
Per la gran fretta, proprio lui, così premuroso e generoso, si è dimenticato di portare un regalo.... 
Ma si sa, a far del bene ci si guadagna sempre... 

Due fatti importanti della vita di Susanna Isern attraversano le sue storie e le caratterizzano. 


La prima: Susanna Isern è nata in un piccolo paese dei Pirenei catalani e ha passato tutta la sua infanzia a stretto contatto con il bosco e con i suoi abitanti. A parte scrivere storie sul suo quaderno, da piccola, è lei stessa a raccontarlo, passava le sue giornate camminando tra gli alberi intorno al suo paesino a cercare di salvare animali che fossero in difficoltà. 
In questo libro, come anche in molti altri suoi titoli, trova spazio quel suo immaginario di infanzia. 
Ha provato in alcune circostanze a staccarsi dagli alberi, dagli orsi e dagli scoiattoli, ma poi inevitabilmente sempre lì torna. 
Lei, tra gli alberi, è a casa. 
E questo è sotto gli occhi di tutti.
 

La seconda: sempre in quella sua infanzia un po' fuori dalle grandi strade del mondo, nessuno ha avuto il coraggio, la sensibilità di alimentare la sua passione per la scrittura. 
I ragazzini di adesso hanno ben chiaro che fare lo scrittore può diventare un lavoro vero e proprio, ma quarant'anni fa, è di nuovo lei a raccontarlo, in quel paesino nei Pirenei nessun maestro e nessun genitore si è preso la briga di assecondare la sua passione e, a conti fatti, il suo talento. 
Così lei decide di studiare psicologia. Psicologia clinica, con particolare interesse per l'infanzia, cui dedica i suoi tirocini. 
Il primo incontro con il suo primo piccolo paziente si rivela un fallimento. 
Però lì lei capisce che le potrebbe tornare utile l'altro suo talento: la scrittura. E per entrare in dialogo con il bambino in questione, scrive un racconto per lui, per leggerglielo, per creare un luogo 'terzo' quello che io chiamo nei miei corsi di formazione la 'zona franca' - in cui incontrarsi e dialogare. 
Magicamente funziona. 
Così la Isern comincia a usare la scrittura come metodica per attivare un dialogo con i propri pazienti. 
La china potrebbe essere molto pericolosa: perché da lì a pensare che i libri siano 'medicine', il passo è breve. 


Fortunatamente, Susanna Isern si ferma a un passo dal burrone e decide di concentrarsi sull'aspetto più 'letterario' della questione. Sebbene non riesca a dimenticare del tutto la sua metà psicologa, scrivendo anche una serie di libri dichiaratamente 'terapeutici' che basta non leggere, a un certo punto del suo percorso di autrice di libri per l'infanzia, l'aspetto narrativo diventa preponderante, anche se non sempre dimostra di saper tenere nel cassetto la sua formazione universitaria. 
Nella sua ricchissima produzione (quasi 40 libri in poco più di sette anni) che dalla Spagna arriva in Italia attraverso case editrici come Logos, Fragatina e soprattutto Nubeocho (tutte e tre strettamente legate all'editoria di lingua spagnola) ci sono libri che si occupano di inclusione, di esclusione, di bugie, di relazioni interpersonali, di disturbi del sonno. E via andare. 
Tuttavia, tanto più passa il tempo, e tanto più gli editori si dimostrano bravi a potenziare le sue storie affiancandole una illustrazione di livello, tanto più lei stessa acquisisce sicurezza riguardo alla scrittura e tanto più si affida solo alla propria creatività letteraria senza aver bisogno di un 'tema' da sbandierare. Magicamente funziona. 
Di nuovo con Marco Somà che di questo bosco, di questa comunità silvestre, di questo scoiattolo servizievole e generoso dà una sua versione originale e, come sempre, molto piacevole per lo sguardo. 
A tal punto da mettere quasi in secondo piano la morale della storia, ossia il contenuto educativo del racconto: la generosità dello scoiattolo e degli altri. 
Somà porta in primo piano qualcosa che può considerarsi a tutti gli affetti una vera e propria esperienza estetica, educativa e necessaria anch'essa, al pari della prima. 


Come sempre, con il suo segno al filo dell'ossessione per la linea e la precisione del dettaglio (tutte le tegole, tutti i punti a maglia, tutte le piume del postino, tutti i peli della coda di un scoiattolo, tutte le foglie, tutti i fili d'erba, tutti gli aghi di pino, tutte le venature delle cortecce, tutti i petali hanno la medesima dignità di esistere nel disegno e di farsi notare), con la sua palette di colori identificativa, con la sua grazia di stilista/sarto di tartarughe e giraffe, con la sua originalità per i contesti abitativi si dimostra ancora una volta inarrivabile architetto di boschi e foreste e con uno spiccato talento da arredatore di interni. 
Almeno per quel che mi riguarda, gli affiderei al volo le chiavi di casa e avrebbe carta bianca (!) su tutto.

Carla

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