Il segreto della Hudson Queen, Jakob Wegelius (trad. Laura Cangemi)
Iperborea 2022
NARRATIVA PER GRANDI (dai 10 anni)
"Mi ci vorranno settimane per completare il racconto, forse un mese intero, ma se vuole può leggere via via che procedo nella stesura. Ogni sera metterò nel salone, sul tavolino di mogano accanto al pianoforte a coda, le pagine scritte durante la giornata.
La macchina da scrivere che mi ha prestato è eccellente. Non avevo mai usato un'Imperial."
Sally Jones è ospite di Madame, in Francia, nella sua ricca residenza e si appresta a raccontare - come già le abbiamo visto fare in passato - gli avvenimenti che hanno contrassegnato l'ultimo suo anno di vita. Lasciata Lisbona, Ana Molina e il signor Fidardo, entrambi puntano verso la Gran Bretagna, in Scozia, perché hanno in progetto di cercare di restituire alla legittima proprietaria una collana di perle molto preziosa che casualmente loro hanno ritrovato all'interno del timone della Hudson Queen: uno dei segreti che la loro barca, che ancora malconcia in attesa di restauro, ha nascosto per molto tempo.
Questa è la avventurosissima storia del loro viaggio verso il nord, delle loro vicissitudini con la malavita locale, con i contrabbandieri di whisky durante il proibizionismo, dei loro incontri con alcune persone meravigliose e con altre malvagie e senza alcuno scrupolo, i loro allontanamenti e ritrovamenti, il loro viaggio di ritorno.
Con la perfezione del cerchio, il libro parte da un punto per poi ritornarci dopo 463 pagine di racconti avvincenti e di figure indimenticabili.
Che Jakob Wegelius sia uno scrittore eccellente è cosa nota.
Che, oltre a questo, il suo primo romanzo di avventura che ha come protagonista la gorilla Sally Jones, e il suo libro illustrato che li ha anticipati, siano letture imperdibili è dimostrato dai fatti.
E di questo non si dirà nulla qui.
Mentre ha forse senso sottolineare una caratteristica che li accomuna.
La capacità rara che Wegelius nel 'disegnare' anche in senso più metaforico i suoi protagonisti.
Non credo sia mai casuale che al principio del libro, ancora prima di qualsiasi parola, Wegelius metta in sequenza una galleria di ritratti dei protagonisti e dei personaggi principali (mancano forse all'appello un detective incauto e un gentleman in bolletta), disegnati secondo la sua cifra che lo rende riconoscibile a distanza.
Lo fa, anche a livello visivo che decisamente ha un effetto sul lettore molto più immediato, per dare spessore a quello che credo vada riconosciuta come una grande qualità della sua scrittura: la profondità di indagine di ciò che la complessità dell'umanità rappresenta.
Se da un lato Wegelius è - innegabilmente - un abile costruttore di intrecci, visto che tiene incollati alle pagine i suoi lettori fino alla fine - dall'altra è un sensibile e acuto osservatore dell'animo umano.
E come se non bastasse dei punti di forza e di debolezza che segnano le singole persone è in grado di offrire una visione in profondità, con la rara capacità di non vederne e restituirne i toni forti, ma anche tutte le sfumature. Questa particolare prospettiva fa sì che ciascun personaggio venga indagato fin nelle più remote profondità e ci venga quindi restituito nella sua complessità.
Come nei suoi disegni: pieni di luci e ombre per dare loro corpo.
Porsi in questo modo nell'atto di concepire un romanzo, una storia, ha spesso significato non limitarsi mai personalmente, e di conseguenza neanche costringere i propri lettori a farlo, a una visione dicotomica e assoluta dell'esistenza. Il Male non è mai solo il Male e il Bene non è mai solo Bene. Anche se nella sua galleria di personaggi, o forse sarebbe più corretto dire di persone, più volte si incontra la malvagità e la bontà quasi allo stato puro.
Farlo in libri che sono pensati per lettori in crescita credo assuma un valore ancora più significativo. Ma non ne dirò la ragioni, in modo che ciascuno possa trovare le proprie.
Nel Segreto della Hudson Queen, rispetto al precedente La scimmia dell'assassino, sembrerebbe che il lavoro di introspezione dei personaggi addirittura in alcuni punti predomini la sequenza dei fatti.
Come se Wegelius, in una scrittura ancora più matura, avesse deciso di mettere a fuoco più che la complessità che richiede un romanzo di avventura e di viaggio e di incontri, molto di più lo spirito con cui questi viaggi, avventure e incontri vengono affrontati e vissuti.
Chiuso il libro, la percezione che resta più viva, è quella di essere accompagnati da alcuni di questi personaggi/persone delle quali non vorresti mai dimenticarti. Uno su tutti è Bernie.
Forse lui più di altri incarna la bontà. Una bontà che, conosciuta tutta la sua storia, nasce - nel suo caso - dalla purezza, dall'ingenuità e dalla sofferenza personale. Il suo passato, pieno di male subito, sembra essere la ragione per la quale Bernie sia oggi così buono con tutti.
La sua testa, squassata da anni di pugilato fatto male, lo rende vulnerabile, indifeso e fragile, ma nello stesso tempo lo trasforma in una forza e non solo muscolare.
Lui è di fatto lo scudo di protezione, così mi immagino siano gli angeli custodi, di una gorilla piena di guai.
Libro ancora più imperdibile del precedente.
Carla
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