lunedì 29 agosto 2022

FUORI DAL GUSCIO (libri giovani che cresceranno)

UNA DATA INDIMENTICABILE


Nella mia personale bibliografia di Pierdomenico Baccalario questo romanzo, ‘La rivincita dei matti’ pubblicato da Mondadori, contende la vetta ad ‘Hoopdriver’; vi spiego brevemente perché.
Innanzitutto per i personaggi, un gruppo di ex degenti dell’ospedale psichiatrico di Trieste: persone ghettizzate, ignorate, insultate, talvolta torturate; ultimi fra gli ultimi che, grazie a una coraggiosa riforma, provano a ricostruirsi una vita dignitosa fra ‘normali’.
In secondo luogo, il contesto, siamo nell’estate nel 1982, quella dei mondiali di calcio vinti gloriosamente dall’Italia di Bearzot; l’autore ricostruisce il clima di quell’anno magico e lo utilizza come pretesto per inventare la partita del riscatto fra un meraviglioso gruppo di ex degenti contro la squadra degli infermieri. La squadra de ‘I Veci’ è stravagante, sbrindellata, costituita da giocatori segnati dalle proprie fragilità. Eppure.
Infine la scrittura: Baccalario racconta questa storia che pesca a piene mani nella storia reale di una città, Trieste, e del suo manicomio, rivoluzionato da quel grande psichiatra che è stato Franco Basaglia; la arricchisce a ogni capitolo con un ritratto, fra il vero e l’immaginario, dei degenti giocatori, delle loro parabole di vita, con uno stile che mescola, in giusta dose, commedia e dramma, con quel necessario pizzico d’indignazione, dettata dalle ingiustizie e dai pregiudizi che circondavano queste persone.
La storia è raccontata in prima persona da Agnese, detta Steno, nipote dell’intrepido organizzatore di questa storica impresa, Arturo Praz. 
Passo passo seguiamo le vicende di zio e nipote che in vespa si mettono sulle tracce degli ex compagni, figure una più bella dell’altra, fra lo stravagante e il patetico, ma tutte ammantate di una grande dignità. La partita di rivincita sulla squadra degli infermieri, capitanati dal perfido Cerletti, deve tenersi l’undici luglio, giorno in cui si giocherà la finale dei mondiali. Arturo è sicuro che la squadra dell’Italia arriverà fin lì perché è legato a Bearzot da un sorta di patto segreto, nato nei tragici giorni della guerra lungo il confine con la Jugoslavia.
Non voglio aggiungere di più né sulla trama né sui personaggi: godeteveli leggendo d’un fiato questa storia, facendo il tifo, è il caso di dirlo, per questa straordinaria squinternata squadra di matti.
Oltre tutto quello che ho detto, mi è piaciuto ritrovare l’atmosfera degli anni delle grandi riforme, fra cui quella della legge Basaglia, che faceva pensare a un’Italia più giusta, più libera, più aperta; quell’atmosfera l’ho respirata a pieni polmoni nella mia giovinezza e in piccolissima parte ho contribuito a sostenerla.
Non posso fare altro che consigliare caldamente la lettura di questo romanzo a ragazzi e ragazze con gli occhi ben aperti sul mondo, a partire dai tredici anni; ma lo consiglio a tutti, per non dimenticare quello che siamo stati e, soprattutto, perché un buon romanzo è un buon romanzo e basta.

Eleonora

Noterella a margine. Forse è un puro caso che il perfido Cerletti porti lo stesso cognome dello psichiatra Ugo Cerletti, inventore della terapia ‘elettroconvulsivante’, detta altrimenti elettroshock, con cui sono stati torturati molti malati?

“La rivincita dei matti”, P. Baccalario, Mondadori 2022



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