Il rammendo, Isol (trad. Mirta Cimmino)
Ma questa stoffa è, dando retta alla voce della bambina, la sua città, il suo mondo di qua e il punto di contatto visivo sono i ricami rossi e cremisi che davvero sembrano tetti di case e alberi da frutto. A rendere ancora più vero il gioco di illusione contribuiscono i piccoli personaggi che lei ritaglia nella carta, in modo frettoloso e volutamente impreciso. Ma come ogni ricamo, ha un suo lato nascosto dove quegli stessi fili non sono più in ordine ma si incrociano al servizio della bellezza che sta in mostra.
Quella permeabilità tra i due mondi - che in chiave filosofica per l'umanità intera è assolutamente necessario che esista - se si interrompe crea una nebbia irrespirabile. E' tutto da rifare: tutti quei bei rammendi turchesi che la bambina ritagliata nella carta cuce sull'immagine di tessuti diversi vanno scuciti perché l'aria e l'immaginazione possano sconfinare e circolare liberamente.
Altrettanto liberamente circolano anche gli oggetti: palloni e mazzi di chiavi che spariscono nelle fessure della terra e flonKus che spuntano nell'al di qua.
#Logosedizioni 2022
ILLUSTRATI PER MEDI (dai 6 anni)
"Cominciamo dal paese in cui vivo: ci sono alberi da frutta, casette rosse triangolari, un sacco di fiori e un fiume che scorre nel mezzo. Tutto è al suo posto, bello e ordinato.
Sembra uno di quei ricami che fa la nonna.
Tuttavia, si dice che esista un altro mondo, proprio dietro il nostro, molto più strano, con paesaggi pieni di nodi, fili penzolanti e strani animali.
Si raccontano molte storie sul Lato di Dietro e i suoi misteriosi abitanti. Ma solo in sogno è possibile visitare questo luogo.
Io sogno spesso il Lato di Dietro."
A raccontare è una bambina che perde molte cose: sciarpe, guanti, matite, chiavi di casa. La sua mamma è piuttosto arrabbiata e non sembra credere alla teoria dei buchi che la bambina cerca di spiegarle. La piccola sostiene che nel mondo di qua, con il passare del tempo, sulla superficie si sono creati dei buchi, un po' come succede al tasche quando la stoffa diventa un po' lisa, ed è in quei buchi che molte delle sue cose sono finite. Ma la soluzione è a un passo, basterà rammendarli in modo che nulla più possa passare dal di qua al Lato di Dietro.
Ed è così che comincia l'avventura di quella bambina che parte per andare a rammendare tutti i buchi del mondo. Solo un piccolo dettaglio lei non ha considerato: che se nel nostro mondo chiudi tutte le fessure che lo mettono in contatto con il Lato di Dietro, da lì non passerà più niente, né suoni né aria e respirare diventerà pesante e una fitta nebbia ci avvolgerà. Quei buchi vanno assolutamente riaperti, così quella bambina riparte a scucire, là dove aveva rammendato a dovere. L'aria si purifica e tutto torna come prima, anzi meglio di prima, perché quei buchi non sono solo la trappola per gli oggetti perduti, ma sono anche fonte di altre meraviglie, come per esempio un flonKus tondo e color carota. D'altronde è in arrivo il solstizio d'estate e in mezzo al frinire dei grilli tutto può accadere...
Isol e il suo nuovo libro che è di nuovo un magnifico gioco di prestigio, alla fine del quale non puoi che dire: oohhh, ma come ha fatto?
Come tutti i migliori libri che Isol fa, anche Il rammendo mette insieme diversi e stratificati pensieri. Qui, forse complice lo spunto di partenza, si intrecciano anche i suoi diversi stili e voci.
Il primo che si incontra è quello che più si conosce di lei: un dialogo serrato tra una madre e una figlia. Già dalle prime battute si ritrova la sua ironia, i suoi bambini, anzi bambine, volitive e propositive, anche se sotto scacco.
Ma già dalla pagina successiva si entra in qualcosa di molto diverso: torna il grande nero di un tessuto fatto a telaio, una porzione di stoffa con un ricamo che - si apprende - è uno di quelli tradizionali palestinesi e che è la decorazione di uno scialle dalle lunghe frange nere che la stessa Isol indossa in una immagine a chiusura del libro.
© Isol |
Ed ecco la seconda magia di Isol: usa un oggetto di uso comune e ne interpreta la forma, secondo un criterio del tutto inaspettato. Il disordine di nodi e fili è effettivamente il lato retrostante, ma assume qui un significato molto più profondo: è il mondo contrapposto al 'di qua', quindi è il mondo ''di là'.
Ciascuno qui troverà da solo la propria chiave di lettura. Lei ha dedicato il libro a suo padre.
Dietro la realtà c'è tutto un mondo che non si vede, un mondo che è possibile solo immaginare, ma che esiste in ogni cultura...
La bambina, forte anche dei discorsi fatti con la sua nonna - discorsi che costituiscono il portato mitico, archetipico, di tutta questa vicenda - questo Lato di Dietro lo sogna e si permette anche di arrivare così vicino al suo confine, da poter guardare al di là.
Ciò che questa bambina immagina a parole, Isol lo disegna con un filo e una matita e fa sì che la illusione continui quando le frange nere diventano bosco da non attraversare. Addirittura varco da non superare. Il gioco visivo si fa ancora più serio quando la bambina costruisce un suo personale immaginario che proprio di stoffa va a parlare. La superficie del mondo che si buca come una tasca lisa, lei che la rammenda, e l'equilibrio che si altera.
© Isol |
© Isol |
Altrettanto liberamente circolano anche gli oggetti: palloni e mazzi di chiavi che spariscono nelle fessure della terra e flonKus che spuntano nell'al di qua.
Questo andirivieni rivela l'ultimo colpo di teatro dell'Isol illusionista. Anche lei si ispira a un topos consueto in molti libri che del tempo e dello spazio 'sospesi' danno testimonianza concreta nella parte reale del racconto - e penso al pallone che il bambino riceve in dono da Alice e che si ritrova nella sua camera da letto nel bellissimo La notte di Wolf Erlbruch e al pupazzo dal cappello a punta che accompagna il bambino nel suo volo attraverso l'immaginario in Come? Cosa? di Fabian Negrin e finisce sul tavolo della cena.
Ma fa anche qualcosa in più: fa scoppiare in una risata sonora i suoi lettori proprio un secondo prima di chiudere il libro.
Questa è Isol!
Carla
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