JULIA E LO SQUALO
Unst, Shetland, Scozia. Si tratta di un’isoletta a nord
della Scozia, nell’arcipelago delle Shetland, ed è il luogo in cui è ambientata
questa storia: ‘Julia e lo squalo’, firmata insieme da Kiran Millwood Hargrave,
per il testo, e da Tom de Freston per le illustrazioni, pubblicato da
Mondadori.
In questo luogo sperduto la famiglia di Julia, gattina
compresa, dovrà vivere nei mesi estivi: il papà deve programmare la gestione
automatica del faro dell’isola, la mamma, biologa marina, è lì per dare la
caccia, scientificamente parlando, ad uno squalo particolarmente longevo, lo
squalo della Groenlandia. Il Somniosus microcephalus, nome scientifico,
è il vertebrato più longevo di tutti, arrivando a vivere più di cinquecento
anni.
La ricerca di Maura, la mamma di Julia, non è dettata solo
dal fuoco della conoscenza, ma anche dal desiderio di trovare, nello studio di
questi animali, la ricetta per guarire gravi malattie umane, quali la demenza
precoce, malattia che è stata la causa della morte della nonna di Julia.
Sembrerebbe tutto perfetto, se non fosse che l’Università
per cui lavora Maura non intende finanziare questa ricerca. Julia dunque, che
ci racconta la vicenda dal suo punto di vista, di quasi undicenne, assiste ai
tentativi della mamma di mandare avanti la sua ricerca in ogni modo: prima
assolda il capitano Bjorn, che si presta per un certo tempo ad accompagnarla
gratuitamente con la sua barca nelle esplorazioni; poi rimettendo in sesto una
piccola imbarcazione, battezzata ‘Julia e lo squalo’, per continuare le
ricerche da sola.
La vita di Julia, nel frattempo, si è arricchita
dell’amicizia di Kin, un ragazzino di origini indiane che ama osservare le
stelle. Per fotografare una pioggia di stelle cadenti, Julia cancella alcune
foto nella vecchia macchina fotografica della mamma. Ed è un grave errore.
Quelle foto contenevano le immagini di un immenso stormo di storni, si proprio
quelli che anche noi osserviamo in inverno nei cieli di Roma e che hanno
ispirato alcuni studi del fisico Giorgio Parisi. Ma non è la qualità artistica
di quelle foto, né il valore scientifico ad essere importanti per la mamma di
Julia, quanto il significato sentimentale. Il mormorio degli storni (murmuration
in inglese) si riferisce al suono prodotto dal fremito delle ali quando gli
storni si posano sui rami. E lo fanno tutti insieme. E in quel momento per
Maura coglierlo ha avuto un grande valore simbolico.
Questo episodio, così come l’ennesimo rifiuto di
finanziamento, fanno sprofondare la mamma di Julia nella disperazione. Così,
una notte, Julia viene svegliata dal papà e portata a casa di Gin, un abitante
del villaggio; la mamma è in ospedale, ha tentato il suicidio.
Julia è disperata e per salvare la mamma, ridarle la
speranza, parte per un’impresa disperata, prende la barca e si inoltra in mare
aperto.
Come vedete, ‘Julia e lo squalo’ è a tutti gli effetti un
romanzo d’avventura, che tiene il lettore e la lettrice col fiato sospeso fino
alla fine. Ma è anche molto altro: racconta la malattia mentale, che certo non
è fra gli argomenti preferiti nei libri per ragazzi, in particolare la sindrome
bipolare, di cui è affetta la mamma di Julia. E racconta anche molto bene la
passione per la scienza, i numeri e le parole che si mettono in fila per
spiegare il mondo: il padre incarna la razionalità dei numeri, il sistema
binario che traduce la realtà in sequenze di 0 e 1; la mamma che vuole
comprendere il segreto della longevità dello squalo per salvare tante persone
da una malattia incurabile.
Julia sta in mezzo, vorrebbe essere come la mamma e se ne
sente respinta, è impulsiva come i bambini e le bambine sanno essere, generosa
e maldestra con il suo nuovo amico Kin.
Le immagini dell’artista Tom de Freston accompagnano tutto il
romanzo, a partire dalla copertina, dando vita soprattutto all’immaginario di
Julia. Il mare, lo squalo, gli storni si prendono ampi spazi, colorati di
bianco, di nero, di giallo.
‘Julia e lo squalo’ ha vinto il Waterstones children’s book
prize lo scorso anno ed è un romanzo interessante, coinvolgente, denso, che
credo piacerà molto a ragazze e ragazzi avventurosi, ma anche riflessivi, a
partire dai dodici anni.
Eleonora
“Julia e lo squalo”, K. Millwood Hargrave e T. de Freston,
Mondadori 2022
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