venerdì 5 agosto 2022

IL RIPOSTIGLIO (libri belli e impolverati)

MESCHENMOSER E BUSTER KEATON

Cik, Sebastian Meschenmoser 
Orecchio acerbo 2022 


ILLUSTRATI PER PICCOLI (dai 4 anni) 

"I pulcini, ovviamente, avevano bisogno di una lampada termica e di un recinto vero e proprio. E di un nome. Ma dare il nome giusto a un pulcino non è così semplice. Come si fa a sapere se diventerà gallina o gallo? Ecco come è nata questa storia quasi vera: C’erano una volta sei pulcini in una scatola di cartone. I loro nomi erano Camilla, Calimera, Pola, Enrichetta, Ayla e Cik. Ogni giorno la mamma dava loro da mangiare." 

Fin dal principio Cik si dimostra quello con più aspirazioni di tutti - i cosiddetti sogni nel cassetto. 
Ha in progetto di diventare Capo Gallo e allora primeggerà in tutto: mangerà per primo e tutto quello che vorrà; Enrichetta sarà la sua compagna, e con lei faranno tante uova; lui la proteggerà, ma dovrà anche lasciarla a casa spesso per andare nelle pericolose missioni che il destino gli riserverà. 
E dopo aver sentito le storia che la mamma leggeva loro la sera sulla terribile volpe, Cik si convince anche che toccherà a lui difendere l'intero pollaio dagli attacchi dell'infido animale: sarà lui a metterla in fuga, quando lei cercherà di infilarsi nel pollaio per fare una delle sue razzie. 
Cik, ne è ormai certo, si distinguerà dagli altri per la sua cresta imponente e per la coda piena di lunghe e lucenti piume: entrambi vessilli di un eroe senza paura, quale lui si sente! 



Sebastian Meschenmoser, tranne la foto di ordinanza in cui accenna un blando sorriso, in tutte le altre immagini che lo ritraggono appare come un giovane e serio signore tedesco, con barba e occhiali. 
E sempre lievemente spettinato. 


Sia che lo ritraggano mentre dipinge una delle tavole per l'Unendliche Geschichte, sia che accarezzi un giovane cervo imbalsamato, o tenga in braccio un pinguino, o sia seduto tra le sue tele, sia che abbia pulcini fin sulla testa: lui non accenna mai a un sorriso. 
Sembra che sappia che far ridere è un affare molto serio. 
In quasi tutte queste immagini, il suo viso appare imperturbabile, con uno sguardo distante, uno sguardo che punta all'orizzonte. 
Quello stesso sguardo che aveva Buster Keaton. Quello che in gergo si chiama deadpan. La comicità che nasce dal fatto che si ride perché nessuno ride. 


Se non sapessimo chi è, difficilmente potremmo credere che libri come Gordon und Tapir, Lo scoiattolo e la luna, Quei dannati sette capretti e adesso Cik siano usciti dalla testa di un signore così serio. 
Eppure. 
La sua imperturbabilità intride tutti i suoi personaggi: tutti serissimi nel loro ruolo. 
E tutti i suoi libri sono tenuti insieme da questo filo rosso. 
Serio e seriamente preoccupato si dimostra lo scoiattolo convinto di avere la luna davanti alla sua tana, serio e assertivo il lupo che rigoverna la casa dei sette capretti, serio e volitivo (!) il pulcino che punta a diventare gallo. 
La serietà impera in tutti i suoi libri eppure, non mi risulta che ne esistano esempi in cui i lettori, grandi o piccoli che siano, non scoppino in risate fragorose e non saltino almeno una volta sulla sedia per lo stupore. Possibilmente alla fine delle storie che racconta. 
E come Buster Keaton aveva capito molto bene, vedendo che la gente al cinema si sbellicava molto di più alle sue facce inespressive, piuttosto che a quelle sofferenti o arrabbiate, tanto più Meschenmoser dà vita a personaggi che si prendono così tanto sul serio che i lettori non possono fare a meno di ridere di loro! 


Il lato vero della storia di Cik che è quasi vera sta nella professione della moglie che mette insieme, da pedagogista, bambini e animali (api e polli). 
Purtroppo una volpe, a Kreuzberg nel centro di Berlino,  ha fatto una strage nella sua scuola quindi a casa Meschenmoser hanno deciso di prendere dei pulcini per allevarli perché si abituassero il prima possibile alla convivenza con gli umani e non avessero paura dei bambini. 
Come nella storia, li hanno 'battezzati' e come nella storia qualcosa è andata diversamente da come avevano supposto. 
Un fatto però era certo: i polli hanno tra loro caratteri molto diversi. 
E una mamma può essere tale anche con barba e baffi.


Questa circostanza ha suggerito a Meschenmoser di ragionare, con quella profonda serietà e lungimiranza di sguardo che ha, sulla questione dei generi. A voi, scoprire con quanto garbo e senso dell'ironia lo faccia. 
A prescindere da questo suo modo, questa sua prospettiva sempre originale di affrontare anche grandi questioni, Meschenmoser andrebbe portato sempre in palmo di mano per la altissima qualità del suo disegno. 
Si dice cosa nota che lui, accanto alla sua attività di autore/illustratore, abbia una solidissima carriera come artista/pittore. 
Qui in Cik, come anche negli altri albi citati, lascia da parte l'olio - tecnica che richiede un tempo lungo di realizzazione - e opta per la matita e i pastelli. 
Questa storia va veloce e grafite e matite colorate si rivelano vincenti. 
Le stesse 3 tavole a colori, a più colori (+ una in B/N), dedicate ai sogni di Cik, sono diversissime anche come impostazione nella pagina: sono una citazione precisa dei vari stili che contraddistinguono diverse tipologie di fumetto nel corso del tempo, da Little Nemo di Winsor McCay per la prima sequenza a quella dei supereroi della Marvel nella terza. 

Mentre la seconda è una citazione disneyana. 
Insomma qualcosa di molto simile a quello che fa Wiesner (Uisner) nei Tre porcellini quando li fa entrare in un libro dozzinale di filastrocche o in un libro di storie di cavalieri e draghi... 
Attraversare, in scioltezza, i diversi immaginari. Non è roba da tutti.
La quarta sequenza - rigorosamente in bianco e nero ha una chiave tutta sua che esula dal fumetto e si connette invece al cinema: ad Alien in particolare, dove per la prima volta è un'eroina al femminile, Sigourney Weaver,  a risolvere la situazione! 
Insomma il gioco è fatto e il cerchio - per definizione perfetto - si chiude! 

Carla

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