E,
FINALMENTE, FELICITA'!
Ritorna
Polleke, ritorna la sua omonima vitellina, grande ormai quasi come
una mucca, il fidanzato Mimun e l'amica Caro, e l'insieme dei
personaggi che le ruotano intorno, Spik, il padre, finito in Nepal a
cercare una via di redenzione, la mamma che forse è nuovamente
felice con il suo fidanzato, il maestro di Polleke. I serafici nonni,
che hanno costruito una vita sulla serenità e sulla concretezza. C'è
anche l'amico Tom e la nuova amica Consuelo, che viene dal Messico
con un bagaglio di dolore.
Polleke
sta crescendo, si sente grande e come sempre deve confrontarsi con
problemi grandi, con domande che non si possono fare, per non
offendere la sensibilità di chi ha sofferto, e con altre che restano
per forza senza risposta: che questa sia davvero la volta buona e che
Spik abbia intrapreso il giusto percorso per allontanarsi dalla
droga, è difficile dirlo. Così come sono complicati i sentimenti
che si affacciano prepotenti nella vita di una ragazzina che non è
più bambina: si può voler bene ad un ragazzino, ma senza desiderare
di starci insieme; si può essere gelose e ferite da un tradimento,
ma si può anche perdonare. Cosa tiene davvero insieme due persone? E
che cosa può renderle felici? Non certo l'amore eterno, come la
vicenda dei suoi genitori ben insegna. Ma anche dai fallimenti, dalle
sconfitte si può riemergere, anche da scelte sbagliate e pericolose.
Si può imparare ad aspettare un ritorno forse improbabile e a
rispettare il silenzio di una nuova amica.
Il
filo di questa storia è la ricomparsa di Sop, l'orsacchiotto di
pezza dell'infanzia di Polleke; questo orsacchiotto fa tornare il
sorriso a Consuelo, india messicana emigrata da poco e riprenderà,
questo vecchio orsacchiotto di pezza, la parola, in un modo
assolutamente magico...
oh,
che beltà
un'improvvisa
felicità!
come
recita una delle poesie di Polleke nel capitolo finale. Ovvero, la
vita può metterti alla prova, può costringerti alla resa, ma poi
può offrirti nuovi spunti di imprevedibile felicità, di serenità
ritrovata, di ritorni imprevisti e folgoranti. Questo è forse il
romanzo in cui Kuijer maggiormente insiste sul tema della speranza,
del futuro, della consapevolezza che le cose possono anche cambiare;
senza retorica, anzi con il disincanto della giovane protagonista,
che si è già scontrata con le infelicità e i tradimenti degli
adulti, il padre e la madre prima di tutti.
Nei
nostri tristi tempi, leggere libri come questo è quasi obbligatorio
per una sana e doverosa iniezione di ottimismo nei giovani lettori.
Anche in questo caso, come nei due romanzi precedenti (qui e qui),
la
lettura è consigliata a partire dai dodici anni. Ma la consiglierei
vivamente a tutti quei genitori pessimisti e smarriti che hanno
perso, e non a torto, la visione del futuro. Ricredetevi con Polleke.
Eleonora
“Un'improvvisa
felicità”, G. Kuijer, feltrinelli kids 2014.
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