venerdì 28 febbraio 2014

FUORI DAL GUSCIO (libri giovani che cresceranno)


CORRENDO SUI TETTI

Ci confrontiamo ancora con il tema della memoria, e con piacere, perché finalmente si parla di una parte della nostra storia il più delle volte ignorata. L’ultimo libro di Vanna Cercenà, Non piangere non ridere non giocare, in uscita per Lapis, rientra nel filone delle storie che riannodano i fili della memoria dispersa, con un tratto di evidente originalità, scegliendo di affrontare un tema, quello dell’emigrazione italiana, ampiamente rimosso. La storia è ambientata in Svizzera, negli anni ’70, e riguarda la triste condizione di una lavoratrice stagionale e della figlia, Teresa, a tutti gli effetti una clandestina. La madre l'ha portata con sé per disperazione, non potendola affidare alla nonna ed è costretta ad imporle una vita da reclusa, poiché ai lavoratori stagionali è vietato portare la famiglia, pena l’espulsione dal paese. Teresa passa dunque le sue giornate annoiandosi nel sottotetto in cui vive con la mamma, fino a quando non entra nella sua vita, passando dalla finestra, un bel gattone rosso e dietro a lui un ragazzino poco più grande di lei.
Da questo incontro nasce un’amicizia avventurosa, con scorribande nel quartiere e incursioni sui tetti, durante le quali la coppia di audaci esploratori scopre i loschi traffici di un vicino di casa. La piccola Teresa, combattuta fra paura e l'allegria della compagnia conquistata, ritrova l'entusiasmo della sua età. Sullo sfondo, un referendum in cui i cittadini svizzeri sono chiamati a votere la limitazione della presenza di lavoratori stranieri.
Trovate forse qualche analogia con il nostro presente e con la retorica anti immigrazione che ha riempito le pagine dei quotidiani e gli schermi televisivi per anni? Si, le assonanze sono impressionanti e a questo proposito consiglierei di rivedere anche il film Pane e cioccolata, del ’73, ambientato in Svizzera e interpretato da un grande Nino Manfredi. Le armi della retorica anti straniero sono sempre le stesse e variano dal razzismo puro alla difesa delle sicurezze acquisite, ritenute a rischio per la presenza di lavoratori stranieri. Questi pregiudizi, queste strumentalizzazioni i migranti italiani le hanno patite in tempi non remoti, ma a quanto pare invano. Molto giusta l'attenzione che l’autrice mette sulla condizione dei bambini, costretti, allora e oggi, a vivere in condizioni di semi clandestinità e quando va bene di non cittadini, o quasi cittadini. Solitudine, spaesamento, mancanza di punti di riferimento sono il minimo che possa capitare. Ma, ad aiutarli, c’è pur sempre la grande risorsa dell’amicizia fra bambini, non condizionata dai luoghi comuni e dalle leggi astruse degli adulti. Se il tema è impegnativo, l’autrice, che aveva già parlato dell'amicizia fra 'diversi' in Tre amici in fuga, riesce a rendere la trama avvincente, con una scrittura scorrevole che consiglia la lettura a partire dai nove/dieci anni.
Eleonora

“Non piangere non ridere non giocare” V. Cercenà, Lapis 2014

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