FORSE...
(IL SONNO VISTO DA CHI RESTA SVEGLIO)
Sonno gigante
sonno piccino, Giusi Quarenghi, Giulia Sagramola
Topipittori, 2014
POESIA
"Questa sera
sul cuscino
non trova sonno il
mio bambino [...]
Forse gli balla
qualcosa in testa
forse ha voglia di
fare festa
forse non so forse
chissà...
piccolo sonno passa
di qua."
Tra questi versi si
scioglie la ninnananna di Giusi Quarenghi, in cerca del sonno di un
bambino che questa sera non ha tanta voglia di dormire.
Un viaggio immaginato,
creato dai tanti 'forse' che nel percorso segnano bivi di fantasia:
forse è andato a fare un giro o forse ha incontrato un ghiro, forse
nuota in mezzo al mare, forse vola su un cammello o galoppa su un
uccello.
Forse.
In tutta questa
incertezza, una sola cosa è certa, lui, il bambino, si sta
divertendo un mondo. In quel mondo che è al di là della veglia.
Ma questo bambino non è
l'unico a spassarsela. Con lui si devono essere molto divertite anche
le autrici, Giusi Qarenghi e Giulia Sagramola, che hanno costruito un
viaggio, giocando con il senso delle parole e con il senso delle
immagini e con il senso del tempo che va.
Così come Giusi
Quarenghi colora di nuovo senso le parole, per cui una stella si beve
e una camomilla si guarda, un cammello decolla e un uccello galoppa
(è normale non prendere sonno con questa confusione...), altrettanto
fa Giulia Sagramola con le immagini.
Fotografie in bianco e
nero dell'infanzia di nonni e genitori che, sapientemente ritoccate,
prendono colore e si arricchiscono di particolari per assumere nuovi
significati.
Nella fotografia scattata alla festa di compleanno del
piccolo Giancarlo (il papà di Giulia) ci si aspetterebbe di vederlo
mentre soffia sulla torta, ma il pennello di Giulia (figlia di
Giancarlo) ha 'ritoccato' quella situazione e così ora noi lo
vediamo mentre beve con la cannuccia da un tazzone di camomilla...
I giochi con le parole
della Quarenghi poi si intrecciano con quelli delle figure della Sagramola (o
viceversa?) in modo che il dialogo tra testo e immagine sia continuo
e vivace.
E qui il divertimento lievita ancora un po'.
In tal senso
mi piace immaginare che Giulia, mettendo una cuffia a Nazzarena,
abbia suggerito a Giusi l'inciampo sul berretto, oppure quella
foto di Giulio, Domenico e Paola (rispettivamente nonno, zio e madre
di Giulia) con l'aggiunta di un cerbiatto,abbiano fatto nascere in
Giusi il salto della montagna.
Nella realtà, nella
veglia potrei anche dire, le cose però sono andate diversamente:
sono nate prima le parole e poi le immagini e così è stato il volo
in aeroplano pensato da Giusi che ha trasformato una bimbetta che
corre lungo una ringhiera in un pilota con l'aria nei capelli.
Poco importa, perché
a noi 'inguaribili sonnatori' piace comunque perderci in posti
lontani o andare a fare un giro (e magari incontrare il ghiro...)
Si legge con il
sorriso, con la tenerezza che genera tanto il sonno visto da chi
resta sveglio, quanto lo sfogliare vecchie foto di un album di
famiglia.
E tutto scorre come
musica nelle orecchie e negli occhi.
Carla
Noterella al margine.
Sulle affinità: la ninnananna è un canto familiare. È quella che
che ci hanno cantato genitori o nonni, è fatta di parole che vengono
sempre dal passato, così come vengono da genitori e nonni quelle
foto 'formato cartolina', con il bordino frastagliato in cui si
vedono bambine e bambini con braghini corti o gonnelline a pieghe,
cappottini a doppio petto e calzettoni colorati, sandali coi buchi e
ginocchia sempre al vento.
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