TUTTO PUO' CAMBIARE
Una
sorpresa, un libro che potrebbe passare inosservato e che invece ha
più di un motivo d'interesse: di Andrej Zhvalevskij ed Evgenja
Pasternak, Giunti pubblica, direttamente in edizione economica nella
collana Tascabili ragazzi, Tutto può cambiare, romanzo
con un piccola ma decisiva chiave fantastica.
Lo
spunto di partenza è infatti uno scambio temporale fra due ragazzi:
Vitja, un ragazzo che vive nella Russia sovietica nel 1980 e
Rondinella, nickname di Olja, che vive nello stesso luogo nel 2018.
Vitja è
un bravo ragazzo, che accetta di buon grado le regole dei Giovani
Pionieri, gli indottrinamenti del partito che tutto controlla; ha
molti libri e studia con impegno. Rondinella è una coetanea che vive
quasi esclusivamente in chat, nella sua classe si scatena il panico
per delle verifiche orali in cui non si possono usare Google o
Wikipedia, comunica con i suoi coetanei per iscritto, ignorando
spesso l'identità dei suoi più assidui corrispondenti.
Ed ecco
lo scambio: Olja, con la sua famiglia, si ritrova nel 1980: vestita
male, con la calzamaglia di lana che pizzica la pelle e il
fazzolettone rosso dei Giovani Pionieri; ci mette giorni per
comprendere di essere stata catapultata in un'altra epoca, di cui non
sa quasi nulla. Deve imparare velocemente a studiare sui libri, a
parlare con le persone guardandole in faccia, a giocare in cortile
con le amiche.
Vitja,
proiettato nel nostro prossimo futuro, deve invece confrontarsi con
la tecnologia, di cui ignora il senso; riesce, viceversa, a
risollevare le sorti scolastiche della sua classe, costringendoli a
riutilizzare la voce e la presenza fisica; gli amici riescono ad
imbastire discorsi e scoprono che non è male giocare stando tutti
insieme.
Olja e
Vitja hanno un amico in comune, Zenja, che appartiene al 1980 e di
cui Olja s'innamora quando si trova trasportata in quel periodo.
Zenja ha osato portare una colomba pasquale, fatta dalla nonna,
odiato simbolo religioso; si rifiuta di rinnegare la nonna e rischia
di essere espulso dai Giovani Pionieri, con conseguenze per la sua
famiglia. Olja e Vitja vogliono entrambi salvarlo, era il più caro
amico di Vitja; per farlo devono nuovamente invertire il flusso
temporale.
Ovviamente
non svelo il finale, anche perché non è l'aspetto più interessante
di questo libro, che offre numerosi spunti di riflessione. Intanto ci
racconta il socialismo reale al di là dei luoghi comuni e della
retorica, sottolineando innanzitutto la struttura gerarchica e
l'inevitabile conformismo, il controllo sui comportamenti privati
delle persone.
Poi ci
fornisce un ritratto lucidissimo degli adolescenti di oggi,
teoricamente informatissimi e perennemente connessi, ma incapaci di
interagire fra loro attraverso la fisicità del corpo; portatori di
una lingua impoverita e gergale, dipendenti dalle informazioni
preconfezionate, e spesso fasulle, che si trovano in rete.
Nella
nostra storia serve un viaggio nel tempo perché si scopra da una
parte il potere della lettura, della capacità di elaborare il
pensiero, il piacere di stare insieme fisicamente; dall'altra la
capacità di dire di no, di opporsi fermamente al conformismo di
facciata.
Come si
può bene vedere Tutto può cambiare ci restituisce un
ritratto inquietante, e molto calzante, del nostro presente. Ma
fornisce anche un quadro storico impietoso degli ultimi anni del
regime sovietico. Bello, poi, il ritratto della nonna di Zenja, che
con grande saggezza sa distinguere il bello e il brutto del passato e
del presente.
La
scrittura è scorrevole, l'impianto del racconto è coinvolgente e la
storia è, finalmente, originale, fuori dai consueti canoni.
Per la
cronaca, la lettura di questo libro mi è stata suggerita da una
giovane lettrice dodicenne, il che dimostra che i giovani lettori e
le giovani lettrici non sono ancora del tutto scomparsi. Il 2018 è
ancora lontano.
Eleonora
“Tutto
può cambiare”, A. Zhvalevsij e E. Pasternak, Giunti 2015
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