LA GEOMETRIA DELLA MATASSA DI PANE
Nasce in Vietnam, ma cresce in Corea,
terra decisamente più social, almeno nel mondo occidentale, e si
presenta sulla barra di destra del mio schermo, un paio di settimane
fa.
La sua perfezione colpisce me e,
apprendo in seguito, milioni di altri.
Esce un video totalmente silenzioso, di
9 minuti e 50. Gli unici suoni sono quelli provocati dalle mani sulla
pasta, dal taglio con il coppapasta, dal coltello sui mirtilli. Un
piccolo capolavoro di perfezione nella pulizia e nella sicurezza dei gesti,
nella cura dei tempi e delle inquadrature. La semplicità essenziale delle
suppellettili impiegate denunciano una cucina casalinga. Fa eccezione un piano di lavoro a circonferenze graduate e concentriche che denuncia una certa professionalità. E genera una qualche invidia.
Parte la sfida e partono le solite due settimane di
prove, sconfitte e miracoli, lievi modifiche che producono la
seguente ricetta.
Ingredienti
340 gr di farina da pane
5 gr di sale
3 gr di lievito di birra istantaneo
80 ml di latte tiepido
30 gr di zucchero
1 uovo
100 ml di panna (oppure 80 ml di latte
e 30 gr. di burro sciolto)
Per la farcitura
5 o 6 noci sminuzzate a coltello
un pugnetto di uvetta ammollata nel
brandy o nell'acqua
cannella
In un bicchierino mettete il latte
tiepido e il lievito e lasciate agire per 5 minuti.
In una ciotolina mettete le uvette a
rinvenire.
Prendete una teglia da 20 a cerniera,
ungete tutto l'interno con il burro e sulla base mettete un cerchio di
carta forno, unta anch'essa. Mettete in frigo.
Nel frattempo in una capiente ciotola
mescolate la farina con il sale, lo zucchero, la panna (o il latte
con il burro), l'uovo e il lievito con il latte. Mescolate con cura
fino a ottenere un composto elastico. se dovesse servire, ogni tanto
spolveratelo di farina perché perda in collosità con le mani
durante la lavorazione. Fatene una sfera e mettetela a riposare per 3
ore (fino al raddoppio del suo volume) in una ciotola lievemente unta
e coperta.
A questo punto capovolgetela e
lasciatela cadere sul piano leggermente infarinato. Non lavoratela
assolutamente, limitatevi a comprimerla leggermente in modo da
ottenere una 'focaccia' circolare che con il coppa pasta dividerete in
5 archi di circonferenza, ovvero spicchi per i non geometri, uguali di peso. A questo punto lavorateli
portando i vertici verso l'interno in modo da arrivare a ottenere un
panetto simile a una sferetta. Fatele riposare per un quarto d'ora.
Ora mischiate le noci, con le uvette e
con la cannella e fatene un unico composto. E lasciatele lì.
Riprendete le vostre sfere e
stendetele leggermente con il matterello in una unica direzione su
una superficie un po' infarinata, una per volta in modo da ottenere
delle ellissi. Con il coppapasta cominciate a incidere la pasta a
striscioline traloro parallele lungo l'asse verticale per tutta la metà superiore dell'ellisse. Più
vicini fate i tagli, meglio sarà nella resa finale.
Nella metà sottostante dell'ellisse (+ o -), quella non
incisa (potete anche sconfinare sulle incisioni, ma di poco) spennellate la superficie con del burro morbido, spruzzatevi un
pizzico di zucchero e poi disponete lontano dai bordi un quinto
dell'impasto fatto con le noci, l'uvetta e la cannella. Ripiegate
verso l'interno i bordi a contenere l'impasto e contemporaneamente
arrotolate l'intera ellisse. Otterrete così un prisma cilindrico con la
superficie incisa. Ripetete la sequenza per tutte le altre sfere.
Recuperate dal frigo la teglia e lungo la circonferenza disponete in orizzontale i cinque prismi. Fateli riposare per
almeno un'ora, in modo che riparta la loro lievitazione. Nel
frattempo portate a temperatura il forno a 170°.
Quando i prismi sono cresciuti quasi
del doppio, spennellateli delicatamente con del latte lungo la parte
superiore, nel verso delle linee parallele.
Infornate e fate cuocere per 20/25
minuti, finché non raggiunge il massimo gonfiore e quasi si chiude il cerchio centrale. E finché non
diventa di un bel colore caldo la superficie.
Sfornate, aprite la cerniera e fate
freddare per qualche minuto.
Poi attaccate pure a dipanare la vostra
matassa.
Un'accortezza, se non lo mangiate tutto
in una unica soluzione, conviene stivarlo in un contenitore a
pressione, perché patisce un po' il nostro clima secco. Che, invece,
in Vietnam mi risulta non essere contemplato.
Carla
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