venerdì 22 marzo 2019

LA BORSETTA DELLA SIRENA (libri per incantare)


IN UNA NOTTE DI LUNA PIENA ...

Il bambino mannaro, Ulf Stark, Markus Majaluoma
(trad. Laura Cangemi)
Iperborea 2019


NARRATIVA PER PICCOLI (dai 6 anni)

"'Sì, morsicano. È così che si diventa lupi mannari. Prima uno è un essere umano normale, per esempio un bambino con i pantaloni a pallini. Poi una notte arriva un lupo mannaro e lo morsica. E allora se non muore, diventa un lupo mannaro. È colpa della saliva.' 'E come sono fatti?' 'Tipo dei lupi grossi e scorbutici. Con la pelliccia.'"

Janne e Ulf, fratelli, sono di nuovo lì a fare l'uno da maestro all'altro. Il tema questa volta è: lupi mannari.
Forse è solo per vendetta che Janne decide di terrorizzare il piccoletto. Ulf inavvertitamente (?) lo ha denunciato al padre che lo ha scoperto a giocare con il teschio nel suo studio da dentista. O forse dipende dal fatto che un fratello maggiore ha la vocazione a torturare, anche solo psicologicamente, il proprio fratello minore. Poco importa. Janne, dopo aver spiegato nei dettagli come avviene la metamorfosi, organizza alle spalle del piccolo Ulf uno scherzo in piena regola: simula l'arrivo di un lupo mannaro con relativa morsicatura lieve sul braccino del fratello. Il gioco è fatto. Ulf è arciconvinto di essere stato contagiato dalla saliva mannara e, visto che nel cielo c'è la luna piena, anche l'ultimo dubbio si dissolve. Ulf però è un bambino altruista e affezionato alla propria famiglia così, per evitare la tentazione di mordere fratello e genitori, si avventura nella notte in cerca di qualcuno da 'morsicare'. 


L'esistenza dei lupi mannari è piena di solitudine e freddo. Tuttavia a ululare nella notte ci si guadagnano due hot dog e il problema sembra tamponato. Almeno per ora. La luna piena però, a sentire cosa dice la mamma, è solo il giorno dopo. 
Accidenti, e se essere lupi mannari è per sempre, che fare? Forse potrebbero egregiamente risolvere il guaio krackers con sardine. 
E per sempre.

Si legge in un fiato la nuova piccola storia dei fratelli Janne e Ulf.
Ed è di nuovo un piccolo esempio di perfezione racchiusa in sole 45 pagine, illustrazioni di  Markus Majaluoma incluse.
In uno spazio di scrittura e di tempo narrativo che per altri sarebbero esigui e asfittici, Ulf Stark è in grado di mettere sul tappeto un bel numero di cose.
La prima e principale è la relazione fra fratelli. La primogenitura è molto sentita ma spesso e volentieri si fonde con un incontenibile senso di protezione e di solidarietà dei maggiori rispetto ai minori, soprattutto nel fare squadra di fronte agli 'adulti'. 
La seconda, che sembra andare in direzione opposta e contraria, ha a che fare con la meravigliosa ingenuità di un bambinetto e con la cieca fiducia riposta in chi ha maggiore esperienza (fratello compreso). Come a voler testimoniare che con il crescere, cresce anche l'autonomia di pensiero rispetto al mondo che ti circonda e l'astuzia si affina. Quando si è piccoli la direzione da prendere la si affida ad altri e va bene così.
Il terzo elemento sta nel gusto per lo scherzo e la presa in giro, entrambi messi in atto in assenza di ogni malizia. E non solo a opera di Janne, che organizza la messa in scena, ma anche da parte degli adulti che ruotano in questa storia: l'omino del chiosco con la storia dei due hot dog per tirare fino a mattina, l'infermiera del padre con l'antidoto a base di cracker e sardine. 



Sulla questione intorno a cui tutto ruota, ovvero la metamorfosi, mi pare che Ulf Stark sottilmente noti come abbia un suo fascino 'oscuro', cui è difficile rinunciare. Tanto è vero che è lo stesso bambinetto, di fronte all'ammissione esplicita del fratello maggiore circa le modalità della messa in scena, a essere restio a crederci, ammettendo così una velata speranza di poter continuare a essere ogni 28 giorni licantropo. Salvo poi, con altrettanta determinazione, decidere di rinunciarvi in nome del proprio snack preferito.
Tutto questo ha come sfondo il racconto di una quotidianità casalinga che è un vero piacere assaporare con la lettura. E non a caso mi pare si possa parlare di sapore o di odore o di rumore. Tutto passa attraverso una percezione sensoriale: dalla promiscuità tra fratelli nel bagno, sputi nel lavabo, alle macchie di cibo sulla faccia, polvere sotto i divani, piedi che spuntano dalle coperte.
Bello, come sempre. Anche per quel 'morsicare' al posto di 'mordere'.

Carla

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