Carissima Formica…
È tantissimo, davvero
tanto che non ti scrivo.
Molte cose sono successe,
quelle cose che succedono sempre nei boschi, sai…
Le foglie sono diventate
verdi, poi rosse, poi sono cadute. Io ho mangiato tutte le mie vecchie
ghiande, ho osservato le nuove far capolino tra le foglie e quindi
ingrossarsi per poi virare a quel marroncino tanto invitante… è
allora che comincio a raccoglierle e a stiparle da qualche parte…
Sai, poi mi capita che nel
cercare qualche deposito dimenticato trovo qualcos’altro.
Ebbene,
l’altro giorno ero perso in un boschetto di aceri nodosi quando mi
sono imbattuto in una mia vecchia tana, una tana che avevo
abbandonato probabilmente perché era troppo piena di…libri!!
Subito mi sono scordato la
fame e ho cominciato a guardare tra i volumi che coprivano ogni
superficie disponibile. Erano, manco a dirlo, tonnellate e tonnellate
dei nostri amati albi illustrati.
In men che non si dica mi
sono completamente dimenticato delle ghiande e dell’inverno, e mi
sono chiuso nella vecchia tana a leggere, perdendomi tra le pagine.
Beh, cara Formica…come
immaginerai, dopo non molto tempo le storie hanno lasciato il passo
alle riflessioni, e dalle riflessioni sono passato alle domande, e
dalle domande al foglio e alla penna. E allora ti ho scritto.
E quindi eccomi qui, con
lo sguardo aggrottato e una questione pelosissima che non riesco a
sbrogliare da solo (e ci mancherebbe, mi dirai!).
Insomma cara Formica,
forse tu che vivi nel grande formicaio ci sei abituata, ma io proprio
no! Mi sapresti dire perché nei libri per bambini ci sono così
tanti animali?
E non sto parlando di
libri che spiegano e raccontano come questi ultimi vivono in natura,
ma al contrario di libri in cui le storie sono infarcite di tigri,
gatti e anche coccodrilli che spesso fanno proprio cose da uomini:
mangiano seduti a tavola, lavorano, abitano nelle case e sono vestiti
come loro, e parlano addirittura, oppure convivono con gli uomini e
le donne e i bambini come se non facesse nessuna differenza essere
uomini oppure scoiattoli!!
E questo è davvero
sorprendente, perché in fondo gli uomini non sono animali, e quindi
mi chiedo cosa ci guadagnino gli autori e gli illustratori a
utilizzare come soggetti tassi, conigli, elefanti, e addirittura
dinosauri…
Forse che gli animali sono
più semplici da disegnare? Non mi pare proprio, senza contare tra
l’altro che gli animali sono tutti diversi uno dall’altro per
aspetto: le forme dei corpi, la lunghezza delle zampe, la presenza di
becchi, ali e antenne, e poi le pellicce, i colori dei manti, delle
piume…persino gli occhi…non ce n’è uno uguale all’altro!
Però, Formica, la cosa che
mi infastidisce di più è che gli animali in questi libri si
comportano in modo assolutamente disdicevole, e c’è sempre un
umano che cerca di ricondurli a un comportamento che lui ritiene
accettabile… perdindirindina…cosa mai potrà saperne un uomo di
come si deve comportare un animale? In quanto a comportamenti noi
siamo senza dubbio più educati degli umani, che ne dici mia cara
amica: tu che vivi in quella comunità di formiche così altamente
organizzata me lo potrai confermare. Del resto noi nasciamo e
sappiamo quello che dobbiamo fare per istinto, mentre quanto ci mette
l’uomo a raggiungere l’età della ragione?
E poi, vuoi mettere quanto
siamo diversi tra noi per comportamenti? Invece l’uomo è uno e uno
soltanto e mi chiedo perché non si accontenti di utilizzare sé
stesso per raccontare le storie che lo riguardano, quali vantaggi
possano trarre i suoi piccoli dal leggere storie di animali che con
loro non hanno nulla a che spartire…
Insomma Formica, come
potrai ben immaginare, sono qui in mezzo ad alte pile di albi in
preda a un turbine di domande che solo tu mi aiuterai a placare.
E a proposito di placare…
mi è venuto un certo appetito, è mi sono anche ricordato dove
avevo nascosto alcune ghiande, quindi…
A presto
Scoiattolo.
Ah, carissimo Scoiattolo! Che piacere ricevere tue notizie e che
onore essere ancora una volta la tua interlocutrice prediletta.
Non è piaggeria, la
mia. Devo proprio darti ragione.
E, scusa il gioco di
parole, concordo con te che sia proprio la ragione a creare la prima
frattura fra uomini e bestie. I primi sono convinti di detenerne il
primato, e per questo accampano supremazia, mentre agli animali è
assegnato l'abito della selvatichezza e del puro istinto.
Come se fosse una
colpa...
E già solo per questo
sono da domesticare.
Spero tu sia ora a
pancia piena così non te ne avrai a male - di scoiattoli si parla -
ma vorrei citarti un libriccino illuminante su la questione che
sollevi.
Non dovrebbe farti
specie se è in tedesco, giusto?
Visto che bazzichi le
foreste altoatesine...
Ah, la copertina è già
tutto un programma: un omino comodamente seduto in poltrona,
pantofole ai piedi e quotidiano aperto davanti. Se la mano destra
tiene il giornale, la sinistra penzola per essere devotamente baciata
(il rituale non è nuovo, tra subalterni, nel consesso degli umani)
da uno scoiattolo dagli occhi chiusi, in estasi.
E ora ascolta il titolo
- Über das Halten von Eichhörnchen (aus dem Englischen von Harry
Rowohlt)1.
Capisci da te dove stiamo andando, vero?
Però prima fammi
illustrare brevemente, la storia di questo libro, acciocché tu
sappia subito che è un pamphlet di raro pregio editoriale, a
prescindere da questo contenuto quanto meno disdicevole.
Pubblicato per la prima
volta tra i Tolle Hefte, hai sentito? i Tolle Hefte! di Armin Abmeier
nel 2009! E questo già dovrebbe dirti molto, l'opuscolo oggi compare
nel catalogo di uno degli editori più esigenti della Germania,
Jacoby & Stuart. Ma il testo ha origini molto più antiche: si
tratta infatti di uno stralcio preso dalla Children's Encyclopedia,
pubblicata nel 1900 da Arthur Mee, e poi tradotto in tedesco da Harry
Rowohlt.
Nella bandella si legge
già qualcosa che, sono certa, ti farà inferocire...
"Gli scoiattoli
sono le scimmie dei nostri boschi."
Santo cielo, vuoi che
vada avanti? Procedo, dunque. "Gli scoiattoli possono essere
animali domestici interessanti e allettanti, ma occorre sempre fare
attenzione che l'animale che noi acquistiamo sia giovane e, quando
possibile, sia nato in cattività.... Perché se ha assaporato la
libertà sarà più difficile addomesticarlo e rischierete che vi
pianti i suoi dentini nel dito. Al contrario, gli esemplari nati in
cattività sono quasi sempre liberi da queste abitudini e li si può
addomesticare con più facilità...."
Vuoi che ti dica cosa
compare nella figura? Una elegante signora con gli orecchini di perla
e le scarpe verde speranza con tacchetti vezzosi e... un frustino
nelle mani.
Credo che possa
bastare, per oggi, sennò mi scoppi.
Tua, sempre
[continua]
[continua]
1Axel
Scheffler, Über das Halten von Eichhörnchen - Ein Ratgeber (aus
dem Englischen von Harry Rowohlt), Jacoby & Stuart 2009
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