lunedì 25 marzo 2019

LETTERE DI SCOIATTOLO A FORMICA (idee a due teste)


Carissima Formica…

È tantissimo, davvero tanto che non ti scrivo.
Molte cose sono successe, quelle cose che succedono sempre nei boschi, sai…
Le foglie sono diventate verdi, poi rosse, poi sono cadute. Io ho mangiato tutte le mie vecchie ghiande, ho osservato le nuove far capolino tra le foglie e quindi ingrossarsi per poi virare a quel marroncino tanto invitante… è allora che comincio a raccoglierle e a stiparle da qualche parte…
Sai, poi mi capita che nel cercare qualche deposito dimenticato trovo qualcos’altro. 

 
Ebbene, l’altro giorno ero perso in un boschetto di aceri nodosi quando mi sono imbattuto in una mia vecchia tana, una tana che avevo abbandonato probabilmente perché era troppo piena di…libri!!
Subito mi sono scordato la fame e ho cominciato a guardare tra i volumi che coprivano ogni superficie disponibile. Erano, manco a dirlo, tonnellate e tonnellate dei nostri amati albi illustrati.
In men che non si dica mi sono completamente dimenticato delle ghiande e dell’inverno, e mi sono chiuso nella vecchia tana a leggere, perdendomi tra le pagine.

Beh, cara Formica…come immaginerai, dopo non molto tempo le storie hanno lasciato il passo alle riflessioni, e dalle riflessioni sono passato alle domande, e dalle domande al foglio e alla penna. E allora ti ho scritto.
E quindi eccomi qui, con lo sguardo aggrottato e una questione pelosissima che non riesco a sbrogliare da solo (e ci mancherebbe, mi dirai!).

Insomma cara Formica, forse tu che vivi nel grande formicaio ci sei abituata, ma io proprio no! Mi sapresti dire perché nei libri per bambini ci sono così tanti animali?
E non sto parlando di libri che spiegano e raccontano come questi ultimi vivono in natura, ma al contrario di libri in cui le storie sono infarcite di tigri, gatti e anche coccodrilli che spesso fanno proprio cose da uomini: mangiano seduti a tavola, lavorano, abitano nelle case e sono vestiti come loro, e parlano addirittura, oppure convivono con gli uomini e le donne e i bambini come se non facesse nessuna differenza essere uomini oppure scoiattoli!!
E questo è davvero sorprendente, perché in fondo gli uomini non sono animali, e quindi mi chiedo cosa ci guadagnino gli autori e gli illustratori a utilizzare come soggetti tassi, conigli, elefanti, e addirittura dinosauri…
Forse che gli animali sono più semplici da disegnare? Non mi pare proprio, senza contare tra l’altro che gli animali sono tutti diversi uno dall’altro per aspetto: le forme dei corpi, la lunghezza delle zampe, la presenza di becchi, ali e antenne, e poi le pellicce, i colori dei manti, delle piume…persino gli occhi…non ce n’è uno uguale all’altro!
Però, Formica, la cosa che mi infastidisce di più è che gli animali in questi libri si comportano in modo assolutamente disdicevole, e c’è sempre un umano che cerca di ricondurli a un comportamento che lui ritiene accettabile… perdindirindina…cosa mai potrà saperne un uomo di come si deve comportare un animale? In quanto a comportamenti noi siamo senza dubbio più educati degli umani, che ne dici mia cara amica: tu che vivi in quella comunità di formiche così altamente organizzata me lo potrai confermare. Del resto noi nasciamo e sappiamo quello che dobbiamo fare per istinto, mentre quanto ci mette l’uomo a raggiungere l’età della ragione?
E poi, vuoi mettere quanto siamo diversi tra noi per comportamenti? Invece l’uomo è uno e uno soltanto e mi chiedo perché non si accontenti di utilizzare sé stesso per raccontare le storie che lo riguardano, quali vantaggi possano trarre i suoi piccoli dal leggere storie di animali che con loro non hanno nulla a che spartire…
Insomma Formica, come potrai ben immaginare, sono qui in mezzo ad alte pile di albi in preda a un turbine di domande che solo tu mi aiuterai a placare.
E a proposito di placare… mi è venuto un certo appetito, è mi sono anche ricordato dove avevo nascosto alcune ghiande, quindi…
A presto

Scoiattolo.



Ah, carissimo Scoiattolo! Che piacere ricevere tue notizie e che onore essere ancora una volta la tua interlocutrice prediletta.
Non è piaggeria, la mia. Devo proprio darti ragione.
E, scusa il gioco di parole, concordo con te che sia proprio la ragione a creare la prima frattura fra uomini e bestie. I primi sono convinti di detenerne il primato, e per questo accampano supremazia, mentre agli animali è assegnato l'abito della selvatichezza e del puro istinto.
Come se fosse una colpa...
E già solo per questo sono da domesticare.

Spero tu sia ora a pancia piena così non te ne avrai a male - di scoiattoli si parla - ma vorrei citarti un libriccino illuminante su la questione che sollevi.
Non dovrebbe farti specie se è in tedesco, giusto?
Visto che bazzichi le foreste altoatesine...


Ah, la copertina è già tutto un programma: un omino comodamente seduto in poltrona, pantofole ai piedi e quotidiano aperto davanti. Se la mano destra tiene il giornale, la sinistra penzola per essere devotamente baciata (il rituale non è nuovo, tra subalterni, nel consesso degli umani) da uno scoiattolo dagli occhi chiusi, in estasi.
E ora ascolta il titolo - Über das Halten von Eichhörnchen (aus dem Englischen von Harry Rowohlt)1. Capisci da te dove stiamo andando, vero?
Però prima fammi illustrare brevemente, la storia di questo libro, acciocché tu sappia subito che è un pamphlet di raro pregio editoriale, a prescindere da questo contenuto quanto meno disdicevole.
Pubblicato per la prima volta tra i Tolle Hefte, hai sentito? i Tolle Hefte! di Armin Abmeier nel 2009! E questo già dovrebbe dirti molto, l'opuscolo oggi compare nel catalogo di uno degli editori più esigenti della Germania, Jacoby & Stuart. Ma il testo ha origini molto più antiche: si tratta infatti di uno stralcio preso dalla Children's Encyclopedia, pubblicata nel 1900 da Arthur Mee, e poi tradotto in tedesco da Harry Rowohlt.
Nella bandella si legge già qualcosa che, sono certa, ti farà inferocire...
"Gli scoiattoli sono le scimmie dei nostri boschi."
Santo cielo, vuoi che vada avanti? Procedo, dunque. "Gli scoiattoli possono essere animali domestici interessanti e allettanti, ma occorre sempre fare attenzione che l'animale che noi acquistiamo sia giovane e, quando possibile, sia nato in cattività.... Perché se ha assaporato la libertà sarà più difficile addomesticarlo e rischierete che vi pianti i suoi dentini nel dito. Al contrario, gli esemplari nati in cattività sono quasi sempre liberi da queste abitudini e li si può addomesticare con più facilità...."


Vuoi che ti dica cosa compare nella figura? Una elegante signora con gli orecchini di perla e le scarpe verde speranza con tacchetti vezzosi e... un frustino nelle mani.
Credo che possa bastare, per oggi, sennò mi scoppi.


Tua, sempre

[continua]



1Axel Scheffler, Über das Halten von Eichhörnchen - Ein Ratgeber (aus dem Englischen von Harry Rowohlt), Jacoby & Stuart 2009

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