LEZIONE AMERICANA
Da tutto questo se ne deduce che tutta la parte teorica che con grande sapienza e leggerezza Barnett cuce intorno a fatti molto reali, quali per esempio la sua infanzia, ossia la radice del suo essere oggi lo scrittore che è, io l'ho trovata di estremo valore e, immodestamente, molto corrispondente a quelli che sono i miei pensieri sui libri scritti per i bambini.
Chi ha avuto la ventura di ascoltarmi mentre discetto sulla questione, non stenterà a credermi, visto che di Barnett mi considero una discepola, oserei dire un'apostola (se non è troppa la presunzione) e infatti non c'è occasione in cui io non lo citi o citi i suoi libri.
Le 10 verità (+1) che a mio parere sono da condividere e quindi diffondere sono le seguenti:
1) i bambini sono persone.
1 bis) I bambini in qualità di persone sono senzienti e ragionanti al pari di un adulto.
2) i bambini sono altro dagli adulti e funzionano diversamente. Di solito, migliori perché più nuovi... I bambini sono perspicaci, flessibili e hanno la mente aperta. Devono esserlo per forza: l'infanzia è una lunga serie di esperimenti. I bambini si impegnano con coraggio per capire ciò che è nuovo. "I bambini sfrecciano oltrepassando con facilità il confine che separa la realtà dalla finzione ... Un ostacolo che potrebbe disarcionare un bibliotecario, è niente per un bambino" (E.B. White). I bambini sono incompleti e orgogliosi di esserlo.
3) i bambini, pur dipendendo in larghissima parte dagli adulti, hanno delle loro aree di autonomia.
Una di queste è l'immaginazione.
4) come adulti occorre riflettere sul potere esercitato nelle vite dei ragazzini, compresa quella 'letteraria' e quella sulla loro immaginazione.
5) come adulti occorre ragionare sul fatto che la letteratura per l'infanzia è di fatto gestita dai grandi e che solo in fondo alla filiera ci sono i bambini...
6) e ne consegue che le riflessioni sui libri - sia quando si scrivono, sia quando si propongono ai bambini - devono tenere in giusto conto quanto detto fin qui. Devono essere profonde, attente, rispettose e oneste se si vuole arrivare alla qualità.
7) la letteratura per l'infanzia dovrebbe contenere belle storie, essere variegata e autentica, audace, eccentrica, polifonica, non convenzionale. Deve essere curata e interessante e dovrebbe tenersi lontana dall'essere utile a qualcosa, tenersi lontana dal 'didascalismo', ossia dall'insegnare, dallo spiegare, dal risolvere e trovare risposte. Deve fornire una strada verso il senso delle cose, chiamando dentro il lettore perché trovi la sua lettura, piuttosto che imporre una morale unica e preconfezionata.
8) La letteratura per l'infanzia, come anche quella per i grandi, è spesso brutta. E può esserlo in modi anche molto diversi.
9) sulla scia del punto 1 bis, adulti e bambini, in quanto esseri umani, condividono la stessa sfera emotiva. Per questo il bravo scrittore per l'infanzia, che questa cosa la sa, nel raccontare i bambini racconta anche una parte di sé e dell'umanità. Racconta il difficile compito di capire cosa significhi essere una persona in questo mondo. Leggete Sydney Smith, per esempio. O Jon Klassen. O Ulf Stark o a Kitty Crowther e via andare.
10) se ne deduce che i buoni libri per bambini nascono nella zona di intersezione tra la sfera di interesse di un bambino e quella di un adulto. In quella parte in cui si sovrappongono, lì c'è la buona letteratura per l'infanzia (che spesso e volentieri è buona letteratura punto). Lì grandi e piccoli sono sempre alla pari, ma mai uguali.
Chi non dovesse essere d'accordo con queste 10 + 1 verità, farebbe meglio, beninteso questo è solo un consiglio, a tenersi alla larga dall'infanzia: non è roba per lui e non se la merita!
Gran finale su La porta segreta che diventa una letterina a Mac Barnett.
Per farlo, devo tornare su due parole chiave di questo libro, che lo caratterizzano.
La leggerezza e la sapienza. Insieme.
Caro Mac Barnett,
credo che la rarità e il pregio di questo libro stia in due cose che di rado viaggiano insieme: la sapienza e la leggerezza, quella calviniana, nel raccontarla.
Nella mia vita non ho incontrato moltissime persone che fossero semplici e leggère e nello stesso momento anche molto complesse, ovvero che sapessero regalare in giro, mettere a disposizione di chiunque, la profondità e la bellezza dei propri ragionamenti. Senza peso, si badi.
Persone che abbiano saputo farlo, come se fosse la cosa più naturale possibile.
Persone che abbiano avuto l'ardire di rivolgersi a tutti e non solo a un ristretto gruppo di iniziati.
Persone che abbiano saputo raccontare la complessità del mondo, mostrandola nelle cose di tutti i giorni.
Io, se me lo permetti, ti metterei tra costoro.
Non so se spinta dalla farfalla di Carson Ellis, ma ho avuto davvero la sensazione, mentre leggevo/ sottolineavo/imparavo/ragionavo/assentivo/sorridevo, di svolazzare di fiore in fiore, godendomi l'aria fresca che spiffera dalla Porta segreta che, a tutta evidenza, tu lasci sempre un po' aperta perché qualcuno sbirci al di là e poi entri...
Fabian Negrin, da Jack London, L'ombra e il bagliore, Orecchio acerbo 2010 |
Quindi, riassumerei così: grazie.
Con leggerezza.
Carla
La porta segreta, Mac Barnett (trad. Sara Ragusa)
Terre di Mezzo 2024
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