ESPRESSIVO COME UN SASSO
Edizioni Clichy 2025
ILLUSTRATI PER PICCOLI (dai 4 anni)
"Lassù in cima vivono tre sassi.
Sono sempre stati lì, in cima alla montagna.
Ogni mattina il vento gli fa venire i brividi, ammirano le cime delle montagne, contano le pecore nella valle e guardano spuntare le piante aromatiche.
Lì possono vivere una bella vita da sassi.
E tutti giorni aspettano il passaggio delle grandi taccole."
Le grandi taccole sono brave a prevedere il tempo che cambia. Quando le vedi, puoi star certo che dopo poco inizierà a piovere. E anche quel giorno va così: passa la taccola e arriva il temporale.
Questa volta è un temporale molto violento che con un fulmine squarcia la grande roccia dove i tre sassi vivono da sempre. E li fa precipitare.
La loro corsa si ferma in un nido, quello della taccola.
Il panorama non è molto diverso, a parte che lì protetti, i tre sassi non hanno più i brividi del vento.
Ma quando la taccola si accorge della loro presenza, li sbatte fuori e loro precipitano ancora più in basso. Tra il muschio e l'erba non si sta poi male, anche se non si sente più il vento, né si vedono crescere le erbe aromatiche. Ma si possono contare le pecore e guardare le cime delle montagne. Ma dal basso.
Nel momento in cui i tre sassi possono dirsi ormai felicemente inseriti nel loro nuovo scenario, arriva una talpa, che di nuovo, con il suo scavare alla cieca, li fa precipitare ancora più in basso, in una radura e da lì la lepre fa il resto perché li piazza nelle acque di un torrente. Ed è lì che incontrano la lingua di un cane molto assetato che li spinge verso il precipizio e da lì...
Una delle caratteristiche dei disegni di Olivier Tallec è l'espressività.
Lo sguardo di Lupo e Lupetto, o quello di Scoiattolo, o ancora le sue pecore, il suo bambino che incrocia lo sguardo del cane. Ma hanno occhi anche i suoi alberi.
È un efficace modo di trasmettere senso senza dover tirare fuori neanche una parola.
I neonati lo sanno bene perché anche per loro interpretare lo sguardo è misura necessaria di sopravvivenza. Come andare in bici, una volta che lo sai fare è per sempre: leggere le espressioni di un volto è cosa che si impara da subito ed è bene non dimenticarla, anzi è meglio tenerne sempre conto. Può servire.
Ma qui i protagonisti assoluti della storia sono tre sassi, quanto di meno espressivo ci sia al mondo. Eppure.
Tallec accetta la sfida e correda i tre di espressione. Due occhioni tondi su ciascuno.
Occhi che spiccano nelle magnifiche tavole piene di sfumature di verdi e di blu, sia che siano rocce sfaccettate di alte montagne, o picchi isolati come Meteore, sia che siano foreste o prati, sia che siano acque correnti. Dal blu al verde, passando per il verde petrolio.
E come se non fosse sufficiente, a quegli stessi tre sassi gli dà anche carattere e, in qualche modo, solletica il lettore a immaginare il tipo di ruolo che ognuno parrebbe avere e quindi sulle loro relazioni reciproche.Le uniche cose che l'immagine ci dice è che sono di dimensione e colore diversi.
In compenso sappiamo che in cima allo sperone di roccia dove vivono da sempre, sono felici. Perché da lì possono vedere (!), possono percepire il vento, visto che hanno dei brividi. La loro superficie è sensibile quanto la nostra pelle, vista l'espressione che assume il sasso maggiore nei confronti dell'insetto che gli cammina sopra, noncurante.
Sanno anche contare e sanno leggere i segni della natura: taccola=temporale in arrivo.
Tutto ciò che è stato detto finora è materia necessaria perché la storia dei tre sassi diventi quella che è, ossia si trasformi in un racconto in grado di far sorridere, ma di dire anche molto altro.
Su cosa sia questo molto altro, forse si può tacere, mentre sulle modalità che usa per arrivare a una conclusione degna di questo nome, val la pena di spendere due parole.
È noto a tutti, che le fiabe in cui la ripetizione di una situazione è di fatto la spina dorsale della stessa, dai Tre porcellini in su, sono quelle più adatte al pubblico dei più piccoli. Per loro è di grande soddisfazione apprendere una reiterazione di un gesto, di una situazione, e si sentono immediatamente ingaggiati a partecipare. Si tratta di un sistema infallibile per la comprensione, la memorizzazione e per la comicità intrinseca.
Insomma, ripetere funziona sempre, basta cambiare piccoli dettagli.
Tallec tutto questo lo sa molto bene e se ne serve per dire con assoluta leggerezza quel molto altro.
I sassi, infatti, precipitano dallo sperone, poi dal nido, poi dal muschio, poi dalla radura, poi nel torrente...
E ogni volta, il testo diventa un ritornello.
Un ritornello che fa ridere, che suona e che dice, per l'appunto, anche molto altro.
Sarò muta come un sasso.
Carla