THE BOOK OF WONDER
L'ippocampo 2024
ILLUSTRATI PER PICCOLI (dai 5 anni)
"Sin dall’alba dei tempi, il Monsterium era in viaggio per monti e per valli con a bordo le più strane creature.
In una notte calma e silenziosa, mentre il Monsterium russava della grossa, la strana combriccola sgattaiolò via nel mondo di fuori.
Cammina cammina, i mostri giunsero in una bella città e si misero a gironzolare per le strade.
A quella vista grandi e piccini corsero a rifugiarsi in fretta e furia dentro casa."
I genitori rapidi portano i loro bambini al sicuro e chiudono a chiave le porte delle case.
Uscire è loro proibito. Le strade della città sono molto pericolose, a detta dei grandi.
Quei tre fratellini però non ci stanno volentieri rinchiusi dietro i vetri di una finestra, dietro il legno di una porta.
Il fatto è che per giorni e giorni i mostri vagano lenti lenti per le vie.
I tre piccoli sono davvero stufi e quindi decidono di "evadere" con gli strumenti che hanno: uno scatolone di cartone sembra proprio una corriera che li porterà in un salto fuori di lì.
Poi un palloncino potrebbe diventare una mongolfiera che dal cielo fa vedere loro il mondo dall'alto.
Comincia così il loro viaggio tra cielo e terra, tra arcobaleni e alberi altissimi.
Poi una voce molto terrena urla: il bagno è prooontooo! Ma il viaggio prosegue. Adesso li spinge ad arrivare fin negli abissi più profondi dove, un rumore sordo e indecifrabile, una sorta di bisbiglio costante attira la loro attenzione...
Ecco. Gli abissi più profondi sono - quasi inevitabilmente - il luogo ideale per entrare in contatto con il mistero che avvolge la storia di questa città, invasa pacificamente da una schiera di mostri che ciabattano sul selciato delle vie cittadine. Da giorni e giorni.
Complice il cambio di scenario nella giornata di quei tre solari bimbetti, che adesso devono farsi il bagno, i due mondi, che i grandi hanno cercato di tenere separati con ogni mezzo, si toccano, si incontrano e si piacciono.
Va da sé che ciò che è mostruoso per un adulto lo è molto di meno per un bambino di larghe vedute...
Questo è il primo libro che approda in Italia. Junaida, artista giapponese, verrebbe da dire un esteta della carta stampata, dal 2011 - anno più anno meno - pubblica delle vere meravigliose fantasmagorie visive.
La maggior parte delle quali out of print.
Il libro Monsterium viene pubblicato in Giappone nel 2020.
A giudicare dai libri che lo seguono e da quelli che lo hanno preceduto, sembra rappresentare una piccola eccezione nello schema piuttosto consueto di Junaida: è un libro con un testo e una narrazione, seppur molto misteriosa e suscettibile di diverse chiavi di lettura, ma pur sempre una narrazione.
A partire da Undarkness del 2021 fino a risalire a ritroso fino al 2011 con Train Rain Rainbow (un magnifico titolo per un leporello che lascia davvero senza fiato e che nelle sue figure fa esattamente la stessa cosa che fa con il titolo: le trasforma) i suoi libri sono piuttosto silenziosi.
Si tratta - nella stragrande maggioranza dei casi - di veri e propri cataloghi, repertori di figure, ossia sequenze di immagini che occupano la singola pagina o la doppia e sono tenute insieme da un filo rosso tematico: da Lapis - Motion of the Silence (2015) fino a Home (2013) o Hug, di un anno precedente.
Tutti, ma proprio tutti potrebbero stare perfettamente sotto un paio di titoli che ha dato già a 2 suoi libri: The Book of Wonder (2011) e Imaginarium (2019). Quest'ultimo è anche oggetto di una sua mostra personale. Tutti infatti raccontano un ricchissimo, strabordante, immaginario e tutti sono libri della meraviglia, Imaginarium e Book of Wonder, appunto.
Monsterium, ammesso che si possa parlare di debolezza, ha nel testo il suo tassello meno robusto. Al contrario, le immagini sono in linea con gli altri libri precedenti in cui Junaida costruisce un fittissimo intreccio di forme che sembra avere radici nel Surrealismo, ma anche in autori con Escher, soprattutto per il suo gusto per la costruzione impossibile, assurda eppure riconoscibile nei singoli dettagli che la compongono. Il piano e lo spazio spesso si confondono.
Anche qui è di nuovo un repertorio di forme, capaci di alludere a immaginari anche molto diversi tra loro.
Alcune sue costanti ritornano: il gusto per la visione dall'alto che è una sua cifra anche in Monsterium compare per dare corpo al silenzioso e lento corteo dei mostri. Il gusto per le architetture impossibili.
E ancora: grande manovratore del colore, gioca sul nero per la copertina irresistibile, e per "il fuori", ossia il cielo della città invasa e per il mare.
A questo corrisponde una sorta di technicolor per le scene del "dentro", gli interni in cui i protagonisti danno vita al loro viaggio immaginato.
Ma in assoluto la parte migliore è un altro suo Leitmotiv, il "catalogo" di mostri che, in un primo momento, sono nascosti nel loro Monsterium, sorta di grande palazzo su sei zampe (la baba jaga qui non credo sia casuale citarla) e poi, fuggiti alla chetichella mentre il loro palazzo su zampe dorme, si snodano in un corteo composito come una variopinta sfilata di carnevale.
Nessuno di loro inquieta, nessuno di loro fa paura, nessuno di loro è orrendo. Al contrario, il sentimento che generano nel lettore è quello della curiosità mescolata a una diffusa tenerezza.
E questo lo sanno molto meglio i bambini dei grandi.
Come spesso succede.
Carla
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