lunedì 3 novembre 2025

LA BORSETTA DELLA SIRENA (libri per incantare)

UIUIUI 

La strega Paturnia, Hanna Kraan, Anne Marie Haeringen (trad. Paola Romagnoli) 
Lupoguido 2025 


NARRATIVA ILLUSTRATA PER PICCOLI (dai 5 anni) 

"Arrivò una raffica di vento così violenta che il riccio non riuscì a tenersi in piedi. Venne scaraventato a terra e rotolò fin quando un cespuglio fermò la sua corsa. Stordito, si guardò intorno e poco più in là vide la lepre e il gufo che si tenevano forti a un albero e guardavano in aria con occhi sbarrati. Guardò in su anche lui, ma non c'era più niente. 
E la strega Paturnia dov'era finita? 
Il riccio fece spallucce. 'Sarà di sicuro andata a casa a mangiare.' Si rimise in piedi a fatica.
'Avete visto che capitombolo ho fatto.' 
'La strega è stata spazzata via', esclamò la lepre turbata. 
'Io sono stato scaraventato a terra di botto' disse il riccio.
'Dove sarà finita? si preoccupò anche il gufo."

Il fatto è che quel giorno nel bosco e dintorni soffia un vento pazzesco. Una vera bufera e gli animali per restare in piedi facevano una fatica bestiale (!). In particolare ci sono la lepre, il riccio e il gufo che, piegati a 45 gradi, stanno cercando di raggiungere una collinetta, al riparo della quale potranno tirare il fiato. Negli ululati del vento però si sente il tipico urlo di battaglia della strega Paturnia: Uiuiui. 


A lei tutto questo vento non fa che creare gioia ed eccitazione: gli sfreccia a un pelo di distanza e nella sua mente dispettosa pensa di trasformare quei tre in mosche per farli volare davvero. I tre terrorizzati, come di solito, tentano di sottrarsi all'incantesimo, ma solo a uno di loro viene in mente di alzare un pugno verso di lei e inveire così: Che il vento ti porti via il più lontano possibile! E' il riccio! Ha schivato l'anatema e anche la strega, ma viene scaraventato nel cespuglio dall'ennesima raffica irresistibile. 


Ma se questo colpo di vento ha steso il riccio, ha fatto anche sparire la strega. 
Ora resta da capire se siano state le male parole del riccio, urlate contro di lei o se davvero sia stato il vento a farla sparire. 
Sta di fatto che mentre il riccio elemosina la compassione dei suoi due amici, questi lo ignorano perché entrambi preoccupati per le sorti della strega. E così va avanti per tutto il resto del tempo: a strega ritrovata, a strega rimessa in piedi, a strega aiutata tornare a casa, a strega finalmente tranquilla tra loro davanti a una cioccolata calda... 
Fidarsi di una che si chiama Paturnia? 

Ottava, in ordine di apparizione, delle diciotto piccole storie che ruotano intorno a un bosco dove vivono una strega bizzosa e quindi di umore mutevole nei confronti di una piccola comunità di animali, di cui alcuni - un riccio, una lepre e un gufo - davvero amici inseparabili, anche se diversissimi per indole. Infuria la bufera!, così si intitola, è forse l'episodio che meglio racconta i caratteri dei protagonisti e le loro relazioni interpersonali, che poi costituiscono il sale di questo gustosissimo quanto minuto libro di 150 pagine. 
Per essere chiara il più possibile metto di seguito i suoi pregi. 
La strega Paturnia è contemporaneamente una storia lunga e tante storie brevi. 
Ciascun episodio è autoportante, ma nello stesso tempo è anche un tassello per creare una visione d'insieme. Siamo di fronte a un'operazione editoriale che, a posteriori, ha rimesso assieme tanti piccoli raccontini che negli anni Settanta in Olanda uscirono a puntate su una rivista che si occupava di agricoltura. Quando la collaborazione si concluse, nel 1978, Hanna Kraan non se li dimenticò e ci rimise mano cosicché nel 1990 i racconti scritti fino a quel momento vennero ripubblicati in un unico libro. Ma lei non smise di scrivere le loro storie fino al 2005. 
I bambini olandesi non ne potevano fare a meno! 
L'edizione completa compare in Olanda per Lemniscaat nel 2023, quando lei è già morta da una dozzina d'anni. E questa, pubblicata in Italia da Lupoguido, costituisce solo una parte di quel librone unico. Il che ci fa sperare che da qui all'eternità escano anche in Italia altri titoli dedicati alle paturnie di Paturnia. 
Il secondo pregio, che un po' dipende dal primo, sta nel piacere di leggerlo. 
Un morsetto al giorno, o una scorpacciata in una domenica piena di tempo libero. Di sicuro, in entrambi i casi, va letto ad alta voce perché ha un passo bellissimo, merito del quale sarà la lingua originale, ma anche la sua traduzione. 
Un ritmo battente si coglie nei dialoghi che sono frequenti, serrati e pieni di arguzie e ironia. 
Il terzo pregio, che un po' dipende dal secondo, sta nella caratterizzazione dei personaggi che si profila sostanzialmente solo attraverso il loro reciproco parlarsi e nel loro porsi di fronte alle situazioni che accadono. 


Lentamente capiamo chi sia Paturnia, quanto bizzosa si riveli, ma anche capace di grandi slanci e di alcune défaillances, chi sia il riccio, sempre un po' sopra le righe, e chi ancora siano la lepre e il gufo, tra loro molto solidali e concordi nella loro lettura dei fatti. 
Il quarto pregio, che un po' dipende dal terzo, è il continuo tira e molla di situazioni e atteggiamenti. 
Mi spiego: in questi racconti il lettore non può mai essere sicuro di nulla. Non si può affermare con certezza che il cattivo sia cattivo fino in fondo e per sempre o che il buono lo sia coerentemente per tutta l'esistenza. 
L'imprevedibilità, lo scarto improvviso abitano in quel bosco! 


Il quinto pregio, che un po' dipende dal quarto, sta nella cura di tenersi lontano da ogni stereotipo e da ogni moralismo, giocando tutto il tempo, un po' come ha fatto la Van Haeringen, con le sfumature e il mescolio. 
Bel libro! 

Carla