lunedì 15 febbraio 2021

LA BORSETTA DELLA SIRENA (libri per incantare)

RARI SONO QUEI LIBRI ...
 
L'ospite, Nadia Al Omari, Richolly Rosazza
Kite 2020

ILLUSTRATI PER PICCOLI (dai 4 anni)
 
Non appena aprii la porta mi trovai davanti uno strano essere.
Mi spaventai moltissimo, ma lui con disarmante disinvoltura si avvicinò e mi chiese di entrare. Gli risposi che non poteva.
Non avevo tempo da perdere.
Mi disse che non aveva nessuno con cui stare, nessun posto dove andare e che sarebbe rimasto con me. Io non ero di quell’idea, ma lui cominiciò a seguirmi.


Prima del suo arrivo, tutto era diverso. Le sue giornate scorrevano con grande regolarità: la mattina fuori a giocare con gli amici, a sera il ritorno a casa dove lo accoglieva un comodo letto per dormire. Un tran-tran che era una meraviglia. Fino al giorno in cui, davanti alla porta della sua casa nell'albero, non si presenta un esserino con codino e orecchie scese che comincia a tampinarlo ovunque. Prima con discrezione e a pochi passi di distanza, poi sempre più accosto, tanto che gli sguardi della gente lo spingono all'imbarazzo. Sebbene al nuovo arrivato non sia concesso di entrare in casa, ovvero di varcare la soglia ultima del suo spazio 'privato', tuttavia accade che ogni notte una sbircitina fuori per vedere come va, lui la dia. E, durante il giorno, la continua vicinanza con lo sconosciuto lo tiene sempre più distante dalla vita e dagli amici di prima.
Esacerbato da questa presenza quotidiana, prende una decisione che gli scompiglierà, letteralmente, vita e casa.
Come sempre accade, le novità arrivano e non si possono cambiare, mentre quello che si può cambiare è il gioco...
Senza per questo rinunciare al divertimento.


La questione - nella sua complessità - è vecchia come il mondo. Cosa che fa pensare che la risposta non sia né facile né immediata e, a ben vedere, neanche unica. 
 

E proprio in nome di questa complessità, giustamente, si cerca in ogni occasione possibile di mettere l'argomento davanti agli occhi dei più piccoli, sperando con questo di orientarne lo sguardo verso una direzione il più corretta possibile.
Una di queste occasioni ce la offre la letteratura e, visto che ci si rivolge all'infanzia, la letteratura in questione è quella illustrata.
Purtroppo, però, proprio perché questa non è una questione da poco e anzi negli ultimi tempi si è fatta urgente, improrogabile direi, si sono moltiplicati i libri che affrontano l'argomento. Sfortunatamente, però, la stragrande maggioranza di questi è impastata di retorica e offre facili soluzioni, ricette a buon mercato.
Sono libri ben lontani dall'essere strumenti per la riflessione autonoma e personale. Sono tutte quelle storie che a priori stabiliscono un unico ragionamento da seguire, offrono un'unica risposta, già preconfezionata. E chiudono lì. La loro missione è compiuta. E così anche le coscienze si possono pacificare. Rappresentano una scorciatoia, un percorso in discesa, per tutte quelle persone che, per quel fatto di coscienza a posto, se ne servono per alleggerire al massimo il loro compito di adulti educatori. Ma tant'è.
Rari sono quei libri che invece si pongono in modo maturo, intelligente, e sanno restituire la complessità della questione e, nel contempo, sono in grado di solleticare il pensiero del giovane lettore. 
 

Tra questi rari, L'ospite. Rari, fortunatamente, non unici.
Sulla declinazione del tema dell'arrivo inaspettato (e non voluto) di qualcun altro, infatti viene in mente, per esempio, Non sono tua madre (2017), una delle più belle storie di Marianne Dubuc in cui si dimostra come sia possibile porre la questione, maneggiarla con grande leggerezza e ironia e quindi renderla stimolante agli occhi di chi la legge, senza perdere neanche un cincino della sua complessità.
Non è possibile sapere se sia successo veramente, tuttavia potrebbe essere accaduto che Nadia Al Omari, magari con i suoi bambini quel libro lo abbia letto e condiviso, e poi lo abbia fatto proprio, ovvero lo abbia interiorizzato così in profondità da essere capace di farcene percepire nel suo L'ospite, pur nella totale originalità del racconto, ancora un'eco lontana.
 

Nella storia di Nadia Al Omari il personaggio principale dimostra la stessa ritrosia al cambiamento, la stessa necessità di non veder violato il proprio spazio personale, lo stesso nascente istinto di cura (meraviglioso che in entrambi i casi i protagonisti siano maschi!) dello scoiattolo Otto uscito dalla mente della Dubuc. Nel personaggio che arriva si nota la stessa fermezza nella pretesa di attenzione e, nel finale, è sotto gli occhi di tutti un'analoga 'alleanza' di progetto tra padrone di casa e nuovo arrivato.
Guardando anche Legami (Kite, 2019) nel paragone con un altro libro della Dubuc, Il leone e l'uccellino (2013), verrebbe da dire che il 'cosa' e il 'come' raccontare il mondo, lo sguardo di queste due autrici, una in Canada, l'altra a Lecco, siano in buona sintonia tra loro.
Al di là di tutto, somiglianze  differenze, entrambe dimostrano di avere in comune questo bel modo di concepire le storie, lontano da stereotipi, ricette o risposte semplici e univoche. Condividono l'ironia e soprattutto l'onestà intellettuale di raccontare le cose come stanno veramente quando qualcuno cerca di entrare nella nostra vita. Senza preavviso e senza permesso.
 
 
A Nadia Al Omari mi sento di ascrivere anche un ulteriore merito: la sua capacità di concepire testi che lasciano un enorme spazio a chi li deve illustrare. In questo, come anche in altri titoli tra cui anche il Legami di prima, spetta all'immaginario di Richolly Rosazza portare un grande contributo alla riuscita della storia.
Alludo per esempio alla decisione di ambientare L'ospite in un contesto che solo in parte si percepisca come reale. Se da un lato sono riconoscibili creature animali, principalmente pesci e uccelli, essi sono anche qualcos'altro. In una felice compresenza di piume e orecchie lunghe, antropomorfizzati il giusto, con sguardi sempre molto eloquenti, tutti i personaggi sono magnifici ibridi, come ibridi sono anche gli oggetti 'di scena', spesso piccoli colpi di genio.
 

D'altronde se l'entrare in contatto con gli altri necessariamente ci cambia almeno in parte, l'effetto di essere un po' ibridi ne dovrebbe essere la diretta risultante. 
 

Libro raro, e quindi prezioso.


Carla

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