RARI SONO QUEI LIBRI ...
L'ospite, Nadia Al Omari,
Richolly Rosazza
Kite 2020
ILLUSTRATI PER PICCOLI (dai 4 anni)
Non appena aprii la porta mi trovai
davanti
uno strano essere.
Mi spaventai moltissimo, ma lui con
disarmante
disinvoltura si avvicinò e mi chiese di entrare.
Gli
risposi che non poteva.
Non avevo tempo da perdere.
Mi disse che non aveva nessuno con
cui stare, nessun posto
dove andare e che sarebbe rimasto con me.
Io non ero di quell’idea, ma lui cominiciò a seguirmi.
Prima del suo
arrivo, tutto era diverso. Le sue giornate scorrevano con grande
regolarità: la mattina fuori a giocare con gli amici, a sera il
ritorno a casa dove lo accoglieva un comodo letto per dormire. Un
tran-tran che era una meraviglia. Fino al giorno in cui, davanti alla
porta della sua casa nell'albero, non si presenta un esserino con
codino e orecchie scese che comincia a tampinarlo ovunque. Prima con
discrezione e a pochi passi di distanza, poi sempre più accosto,
tanto che gli sguardi della gente lo spingono all'imbarazzo. Sebbene
al nuovo arrivato non sia concesso di entrare in casa, ovvero di
varcare la soglia ultima del suo spazio 'privato', tuttavia accade
che ogni notte una sbircitina fuori per vedere come va, lui la dia.
E, durante il giorno, la continua vicinanza con lo sconosciuto lo
tiene sempre più distante dalla vita e dagli amici di prima.
Esacerbato da
questa presenza quotidiana, prende una decisione che gli
scompiglierà, letteralmente, vita e casa.
Come sempre accade,
le novità arrivano e non si possono cambiare, mentre quello che si
può cambiare è il gioco...
Senza per questo
rinunciare al divertimento.
La questione -
nella sua complessità - è vecchia come il mondo. Cosa che fa
pensare che la risposta non sia né facile né immediata e, a ben
vedere, neanche unica.
E proprio in nome
di questa complessità, giustamente, si cerca in ogni occasione
possibile di mettere l'argomento davanti agli occhi dei più piccoli,
sperando con questo di orientarne lo sguardo verso una direzione il
più corretta possibile.
Una di queste
occasioni ce la offre la letteratura e, visto che ci si rivolge
all'infanzia, la letteratura in questione è quella illustrata.
Purtroppo, però,
proprio perché questa non è una questione da poco e anzi negli
ultimi tempi si è fatta urgente, improrogabile direi, si sono
moltiplicati i libri che affrontano l'argomento. Sfortunatamente,
però, la stragrande maggioranza di questi è impastata di retorica
e offre facili soluzioni, ricette a buon mercato.
Sono libri ben
lontani dall'essere strumenti per la riflessione autonoma e
personale. Sono tutte quelle storie che a priori stabiliscono un
unico ragionamento da seguire, offrono un'unica risposta, già
preconfezionata. E chiudono lì. La loro missione è compiuta. E così
anche le coscienze si possono pacificare. Rappresentano una
scorciatoia, un percorso in discesa, per tutte quelle persone che,
per quel fatto di coscienza a posto, se ne servono per alleggerire al
massimo il loro compito di adulti educatori. Ma tant'è.
Rari sono
quei libri che invece si pongono in modo maturo, intelligente, e sanno
restituire la complessità della questione e, nel contempo, sono in
grado di solleticare il pensiero del giovane lettore.
Tra questi rari,
L'ospite. Rari, fortunatamente, non unici.
Sulla declinazione
del tema dell'arrivo inaspettato (e non voluto) di qualcun altro,
infatti viene in mente, per esempio, Non sono tua madre (2017),
una delle più belle storie di Marianne Dubuc in cui si dimostra come
sia possibile porre la questione, maneggiarla con grande leggerezza e
ironia e quindi renderla stimolante agli occhi di chi la legge, senza
perdere neanche un cincino della sua complessità.
Non è possibile
sapere se sia successo veramente, tuttavia potrebbe essere accaduto
che Nadia Al Omari, magari con i suoi bambini quel libro lo
abbia letto e condiviso, e poi lo abbia fatto proprio, ovvero lo
abbia interiorizzato così in profondità da essere capace di
farcene percepire nel suo L'ospite, pur nella totale
originalità del racconto, ancora un'eco lontana.
Nella storia di
Nadia Al Omari il personaggio principale dimostra la stessa ritrosia
al cambiamento, la stessa necessità di non veder violato il proprio
spazio personale, lo stesso nascente istinto di cura (meraviglioso
che in entrambi i casi i protagonisti siano maschi!) dello scoiattolo
Otto uscito dalla mente della Dubuc. Nel personaggio che arriva si
nota la stessa fermezza nella pretesa di attenzione e, nel finale, è
sotto gli occhi di tutti un'analoga 'alleanza' di progetto tra
padrone di casa e nuovo arrivato.
Guardando anche
Legami (Kite, 2019) nel paragone con un altro libro della
Dubuc, Il leone e l'uccellino (2013), verrebbe da dire che il
'cosa' e il 'come' raccontare il mondo, lo sguardo di queste due autrici, una in
Canada, l'altra a Lecco, siano in buona sintonia tra loro.
Al di là di tutto,
somiglianze differenze, entrambe dimostrano di avere in comune
questo bel modo di concepire le storie, lontano da stereotipi,
ricette o risposte semplici e univoche. Condividono l'ironia e
soprattutto l'onestà intellettuale di raccontare le cose come stanno
veramente quando qualcuno cerca di entrare nella nostra vita. Senza preavviso e senza permesso.
A Nadia Al Omari mi
sento di ascrivere anche un ulteriore merito: la sua capacità di
concepire testi che lasciano un enorme spazio a chi li deve
illustrare. In questo, come anche in altri titoli tra cui anche il
Legami di prima, spetta all'immaginario di Richolly Rosazza
portare un grande contributo alla riuscita della storia.
Alludo per esempio
alla decisione di ambientare L'ospite in un contesto che solo
in parte si percepisca come reale. Se da un lato sono riconoscibili
creature animali, principalmente pesci e uccelli, essi sono anche
qualcos'altro. In una felice compresenza di piume e orecchie lunghe,
antropomorfizzati il giusto, con sguardi sempre molto eloquenti,
tutti i personaggi sono magnifici ibridi, come ibridi sono anche gli
oggetti 'di scena', spesso piccoli colpi di genio.
D'altronde se
l'entrare in contatto con gli altri necessariamente ci cambia almeno
in parte, l'effetto di essere un po' ibridi ne dovrebbe essere la
diretta risultante.
Libro raro, e
quindi prezioso.
Carla
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