UN
PIZZICO DI FORTUNA
Michael
Byrne, autore di Lottery Boy, non è il primo a raccontarci
l'esistenza miserabile di bambini lasciati vivere ai margini della
società e nemmeno il primo a immaginarne il casuale riscatto grazie
al classico colpo di fortuna; solo che qui non siamo nell'immensa
periferia di una metropoli del terzo mondo, come immaginato in Trash ;
siamo a Londra, quella città che in tanti considerano uno dei
centri vitali dell'occidente sviluppato, all'avanguardia su tutto, o
quasi.
Il
romanzo, pubblicato da Salani nel 2017, gira tutto intorno a quel
'quasi': ovvero al mondo sommerso di povertà ed emarginazione che le
belle, luminose metropoli tendono a lasciare nell'ombra. In questa
ombra, nei meandri di una città per il resto popolata da zombi
indifferenti, ovvero le persone comuni che rifuggono lo scandalo
della povertà, si muove la coppia protagonista, Bully e Jack, una
buffa meticcia molto combattiva.
I due
'soci', così intende la relazione il dodicenne Bradley, in arte
Bully, da qualche tempo vivono in strada, da quando, cioè, la mamma
di Bradley è morta lasciandogli in eredità un biglietto sonoro, in
cui è registrata la sua voce. Non era possibile vivere con il
compagno della mamma, indifferente, se non ostile. E' così
cominciata la vita vagabonda, capace di cancellare l'eredità
scolastica, col tempo scandito più o meno dalla durata di un cartone
di Scooby doo; tanta incertezza e tanta precarietà legata
all'occasionale generosità di qualche passante, sempre che in zona
non ci fosse il perfido Janks e i suoi pitbull da combattimento.
La
mamma, però, non ha lasciato a Bradley solo il biglietto d'auguri,
al suo interno è nascosto un biglietto, vincente, della lotteria, in
scadenza entro pochi giorni.
Bully
commette l'errore di chiedere l'aiuto a una coppia di barboni suoi
'amici', perché è molto lontano dalla maggiore età e non può
riscuotere il premio. Il biglietto vincente fa gola a tutti,
prospettando una imprevista vita migliore.
Comincia
così un inseguimento infernale in cui tutti i derelitti di Londra si
coalizzano contro di lui, guidati dal malefico Janks, disposto a
tutto pur di impossessarsi del biglietto milionario.
A Bully
e Jack ne succedono di tutti i colori, in un crescendo di situazioni
drammatiche ed emozionanti, in cui c'è solo una momentanea, fragile
isola di pace presso una famiglia che non gli chiude la porta in
faccia. Alla fine sembra tutto perduto, ma l'autore ci regala un
rassicurante finale in cui i nostri fragili eroi riescono a salvare
la pelle, a costo di una zampa dell'eroica Jack. Per fortuna, sarebbe
stato troppo incredibile il contrario, il finale è interlocutorio,
ma pieno di possibilità per il futuro, con una vita normale, una
famiglia 'quasi' normale e la possibilità di lasciarsi alle spalle
un mondo quanto mai violento.
La
storia in sintesi è questa e il merito principale di questo romanzo
è nella costruzione di un meccanismo narrativo senza pause, con un
ritmo serrato e incalzante, in un continuo ribaltamento di situazioni
che tengono il lettore o la lettrice incollati alla pagina.
Se
questo è indiscutibilmente un merito, lo è anche aver scelto di
descrivere in modo tutt'altro che edulcorato l'ambiente di chi vive
in strada, la solidarietà, poca, e le molte violenze che regolano la
vita dei senza tetto. Cosa può fare un bambino, o poco più, lì in
mezzo? Crearsi un mondo, delle abitudini, delle relazioni essenziali,
perdendo via via pezzetti del senso comune del vivere civile,
misurando il tempo con la fame, scegliendo di restare sporchi, soli,
affamati, fidandosi solo del proprio cane, unica creatura affidabile.
Un bel
ritratto delle nostre città, in cui la povertà va nascosta alla
vista dei comuni cittadini, diventati emotivamente 'zombi', dei morti
che camminano.
Non so
se fosse intenzione dell'autore accendere l'attenzione su questo
aspetto del nostro presente, sta di fatto che si finisce il libro,
nonostante il finale, con un grande senso di amarezza per una
situazione che non abbiamo scelto, ma che tolleriamo.
Lo
stile di Byrne, che tratta la storia come un action movie, è
asciutto, essenziale, non risparmiando al lettore e alla lettrice
anche scene decisamente forti.
Per
questo consiglio la lettura a ragazze e ragazzi a partire dai tredici
anni.
Eleonora
“Lottery
Boy”, M. Byrne, Salani 2017
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