mercoledì 22 dicembre 2021

LA BORSETTA DELLA SIRENA (libri per incantare)

L'ARTE DI SAPER FARE

Lo specchio di Henri, Roberto Prual-Reavis (trad. Federico Appel) 
Sinnos 2020 


 ILLUSTRATI PER PICCOLI (dai 5 anni) 

"Omar è un vecchio rospo, appassionato di arte e grande ammiratore di Henri, fin dai suoi primi disegni e scarabocchi. Loquace come tutti i rospi, Omar analizza, compara, nota delle cose. Poi, per allargare le conoscenze del suo amico, gli consiglia di leggere un piccolo manoscritto, firmato niente di meno che dal grande Leonardo Da Vinci. Henri apre una pagina a caso e scopre alcuni curiosi disegni. Sotto ogni disegno il grande Leonardo ha scritto qualcosa all’incontrario “Un artista veramente creativo, deve saper dipingere uno specchio. E se riflette la luce, allora avrà la gloria”." 

Il pittore Henri, la lucertola, che era solito lavorare di notte, a volte si cimentava a dipingere il movimento perpetuo dei girini, a volte accettava la sfida di farsi avvolgere dalla nebbia e di ritrarne lo sfumato, ma sempre proprio sempre a fine lavoro, portava le sue tele al'amico Omar, un rospo che di arte ne sapeva un bel po'. 


Il cimento di dipingere uno specchio - Leonardo lo considerava il miglior alleato di ogni pittore di talento, perché il più veritiero strumento per ritrarre la Natura - lo spinge a dipingere a qualsiasi ora della notte e del giorno. 
Il risultato è magnifico e non solo Omar, ma tutto il vicinato, gufi, pipistrelli, ragni, cerbiatti e porcospini, sono lì a 'specchiarsi' nel quadro dello specchio che Henri ha dipinto. 
La gloria tanto attesa finalmente arriva. Henri non ci è abituato quindi decide di prendersi le sue pause dall'assedio dei curiosi, dei fan e dei paparazzi i martedì e i festivi. 
Tutto sembra andare ma, alle volte, anche nel mondo dell'arte accade l'imponderabile e il quadro con lo specchio, tanto acclamato, sparisce. 
Disperato, Henri chiede a Omar conforto e consiglio e ottiene entrambi: una buona tisana bollente e un nuovo obiettivo da raggiungere... 
Questa volta davvero immenso, praticamente infinito. 

Nella vita di un artista, ma anche in quella di ognuno di noi, quelli come Omar, ossia dei buoni amici attenti, sapienti e premurosi, sono assolutamente necessari: si potrebbe dire che sono loro gli specchi in cui ogni tanto è necessario riflettere la propria immagine, per capirne un po' di più.
 

Ma a parte questo, che sembra essere un sottotesto, questo libro, con la dovuta ironia, riflette su alcuni concetti che hanno a che fare con l'arte e con l'essere artista e, più in generale, con la bellezza. 
In primo luogo si può notare, stando a quanto Henri lavora alla sua tela/specchio, quanto l'arte sia innanzi tutto un prodotto del fare, o per meglio dire del saper fare. 
Fin dalle prime riflessioni teoriche sul concetto di arte, in epoca antica, le capacità manuali erano la base imprescindibile di fronte alla quale ogni artista doveva cimentarsi. E la lucertola Henri, ne è la prova provata: si alza di notte e dipinge tanto tanto, fino all'alba, cercando il modo e le tecniche migliori per farlo. 


Il secondo fattore che ruota intorno al concetto di arte è il riscontro, ossia gli esiti che essa ha sul pubblico, che per quanto un artista si dimostri disinteressato a questo, nella realtà ne stabilisce almeno una buona parte del valore. E anche in questo Henri fa scuola: appena considera le sue tele finite, non le porta a casa per appendersele alla parete, ma piuttosto corre da Omar a chiederne il giudizio. E Omar stesso, quando la situazione lo richiede, organizza un vero e proprio vernissage per lui. 


In quella occasione accade la terza cosa che è costitutiva di un'opera d'arte: ovvero ciascuno dei partecipanti è in grado di cogliere ' un qualcosa' nel quadro di Henri in cui riconoscersi. Una delle differenze tra un'opera di artigianato e un'opera d'arte sta proprio in questo suo saper 'muovere' le emozioni e i pensieri di persone anche diversissime tra loro. 
Il quarto spunto di riflessione è su qualcosa che invece si manifesta originariamente solo ed esclusivamente nella testa dell'artista. Il suo misurarsi sempre con nuove sfide, ogni volta puntando più in alto, misurando le proprie capacità. Se si osserva il percorso della lucertola Henri, che rappresenta il prototipo dell'artista, lo si vedrà cimentarsi in traguardi sempre più difficili per chi abbia a disposizione 'solo' pennelli, tavolozza di colori e tela: dipingere l'acqua e il movimento, dipingere la nebbia, dipingere uno specchio.
Superare se stessi e il limite del proprio sguardo. 
E non è un caso che finisca in cima un tetto a dipingere quello che neanche gli occhi potranno mai vedere per intero. 
La nuova sfida di Henri chiama in causa, per chi volesse continuare come lui ad andare sempre oltre il limite prefissato, un riferimento poetico che non parrebbe casuale. Si tratta di una coincidenza con il titolo di una delle poesie giovanili di Leopardi? 
E questo, a ben vedere, rappresenta un altro compito che l'arte si assume: quello di essere eco di molto altro ancora e da bellezza muovere altra bellezza.
 

E proprio sulla bellezza si può fare un'ultima riflessione sui disegni che compongono questo libro. Colpiscono per quanto dimostrano di essere belli. 
Pieni di dettagli intelligenti, dall'idea di raffigurare Henri con un cappello analogo a quello che indossava Van Gogh per dipingere nello scuro della notte, all'ambientazione impressionista con i gigli d'acqua e i ponticelli giapponesi che alludono al giardino di Giverny di Monet, il tutto con un'eco potteriana non trascurabile, per non parlare del tipo di segno che qui (in realtà Roberto Prual-Ravis è capace di disegnare e creare animazioni con segni anche molto diversi, ma tutti sapienti e belli) ricorda quello di James Stevenson, per esempio nelle sue strisce e nelle sue copertine del New Yorker. 


Ma anche stracolmi di ironia: nelle ambientazioni, nei tratti somatici e nelle sofisticate espressioni dei personaggi, nel loro abbigliamento: la sciarpa di Omar e il cappello di Henri sono due colpi da maestro! 
Che non si faccia l'errore di perderlo, come stava per capitare a me. 

Carla

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