lunedì 16 giugno 2025

LA BORSETTA DELLA SIRENA (libri per incantare)

DIETRO LA STUFA DI MAIOLICA 

Il piccolo troll e la grande pioggia, Tove Jansson (trad. Alessandro Storti) 
Salani 2025 


NARRATIVA ILLUSTRATA PER MEDI (dai 7 anni) 

"Mamma Mumin raccontava storie. Parlò di quando era piccola, all'epoca in cui i Mumin non dovevano attraversare spaventose foreste e acquitrini per trovare un posto in cui abitare. A quei tempi abitavano insieme ai troll domestici, nella case degli esserei umani, generalmente sul retro della stufa di maiolica. 
 'Qualcuno di noi è ancora là' disse Mamma Mumin. 'Cioè nei paesi in cui la gente usa ancora la stufa di maiolica, dico. Con i riscaldamenti centralizzati non ci troviamo bene,' 'A quell'epoca gli esseri umani sapevano della nostra esistenza?' le chiese il troll Mumin. 'Alcuni sì' rispose la sua mamma. 'Di solito ci percepivano come uno spiffero freddo sul collo, quando erano soli in casa'." 

Mamma Mumin e il piccolo troll Mumin sono in viaggio da un bel po'. Stanno attraversando una foresta fitta e buia, in cui spesso si sono formati profondi acquitrini dopo la grande alluvione, perché Mamma Mumin sta cercando un posto adatto per costruire la loro nuova casa. 


Papà Mumin è partito prima della tempesta al seguito di un gruppo di Fungarelli e di lui si sono perse le tracce. In compenso con mamma a figlio, ora sono in cammino anche Tulippa, una bambina dai capelli turchini, uscita dalla corolla di un tulipano, e un animaletto piuttosto fifone e con un grande desiderio di compagnia. 
Mamma Mumin e il piccolo Troll Mumin non hanno moltissimo tempo perché la casa deve essere necessariamente pronta per l'inizio dell'inverno, dato che i Mumin non sopportano il freddo e vanno in letargo. In questa fase del loro viaggio verso un luogo soleggiato e asciutto sono a casa di un anziano signore, il cui giardino pensile è davvero uno splendore, una sorta di Eden in cui da gli alberi pendono caramelle e negli alvei dei torrenti scorrono succhi di frutta o latte. Sarebbe il posto ideale dove mettere radici, ma purtroppo essendo illuminato da un sole artificiale che il vecchio signore si è costruito da solo, la squadra guidata da Mamma Mumin prosegue, non prima però di aver fatto scorpacciata di leccornie. 


Il viaggio va avanti, di luogo in luogo, di incontro in incontro. 
C'è chi decide di aver trovato il proprio luogo perfetto e si ferma, c'è chi invece continua a camminare. Tanta acqua, troppa acqua rende il loro spostarsi sempre pieno di insidie e sorprese, tra queste ce n'è una bellissima, anzi due! 

La cosa che mi pare stia succedendo è che i Mumin stanno vivendo una loro seconda primavera, o forse si dovrebbe dire una loro nuova Mezza Estate. 
Ci sono estimatori della piccola famiglia di troll che non li hanno mai persi di vista, hanno fatto di Tove Jansson (la loro mamma) un'icona della letteratura del Nord e hanno continuato a leggere i romanzi, i fumetti, ce li hanno attaccati al loro portachiavi, hanno tazze che li raffigurano, borse di tela in cui compaiono in effigie. E da poco hanno gioito anche una loro riscrittura sotto forma di albo illustrato. Salani, con questo breve racconto, si mette finalmente in pari e completa la pubblicazione in italiano di tutte e otto le storie della Jansson. 
E con l'occasione mi par di capire che voglia ripubblicare anche i sette titoli che già esistevano e che Donatella Ziliotto all'epoca aveva voluto fermamente nel catalogo, visto che sono già in circolazione Caccia alla cometa e Magia d'inverno
Resta anche in questa nuova edizione, come una sorta di sigillo di ceralacca che ne attesta l'autenticità, la pagina in cui Ziliotto racconta ai suoi lettori chi siano i Mumin, nel caso ce ne sia bisogno. 
Speculare alla brevissima introduzione "storica" di Ziliotto, c'è una sorta di appendice finale in cui sono riportati gli appunti della stessa Tove Jansson, scritti probabilmente in occasione della realizzazione dei film di animazione, tra gli anni Cinquanta e Settanta - scrive così chi li ha tradotti, ossia Francesco Spagnol. 
Sono dei buffi profili "antropologici" dei singoli protagonisti: il libertario Tabacco, il socievole troll Mumin. Papà Mumin corrisponde a quella tipologia di adulto cresciuto suo malgrado: lui conosce le sue responsabilità ma un po' le patisce e quindi appena può ricomincia a vivere senza pensieri. In questo senso la fuga dietro ai Fungarelli e il relativo abbandono del tetto di famiglia parla chiaro, salvo poi impegnarsi a costruire per loro una magnifica casa azzurra. Lui è così. Infatti se lo può permettere perché ha sposato Mamma Mumin che è forse il personaggio con meno difetti di tutti: accogliente, affidabile (lei), tollerante, paziente, un'educatrice magnifica (mai autoritaria, ma sempre autorevole) che lavora perché tutti possano trovare la propria strada verso la felicità. Sa dedicarsi agli altri per senza mai dimenticare di coltivare la proprie passioni. Nella sua borsetta c'è sempre l'occorrente per ogni evenienza. La piccola Mi, bisbetica e libera da ogni regola del vivere comune. Grugnina è un po' svampita, capace di grandi affetti, ma sempre molto interessata a ogni piccolezza che potrebbe possedere. E poi c'è Sniff, che in questa prima storia non ha ancora questo nome, è solo l'animaletto, ma che già denuncia un personalità spiccata: piuttosto egocentrico, ma senza mai esagerare, sa anche adeguarsi alle situazioni per convenienza. 
Qui, per esempio, fraternizza con il piccolo troll Mumin, ma quando c'è da andare dietro a Mamma Mumin lo fa, e zitto. Ha una passione insopprimibile per cercare e trovare tesori, possibilmente luccicanti. 
La cosa che colpisce in questo primo racconto è l'energia e il passo più accelerato della Jansson nello scriverlo. È buffo ma parrebbe che lei la stia considerando una sorta di prova generale. 
Scritto nel 1939 con l'idea di farne una fiaba - il suo primo lieto fine -, per allontanare quello che stava succedendo in Finlandia, ma una fiaba senza principi e principesse, è stato poi pubblicato nel 1945, su suggerimento di un amico che in questo materiale era stato capace di vederne la grande potenzialità. 
Però Il Piccolo Troll e la grande pioggia per noi che lo leggiamo per la prima volta, pur sapendo già moltissimo dei Mumin, oltre a essere un racconto magnifico in sé, ha davvero il valore inestimabile del preludio. Il preludio di una sinfonia.


In trasparenza si vedono infatti i segni, i temi, del processo di creazione, le ragioni che Tove Jansson vuole alla base del mondo dei Mumin: sono i segni, i suoni, di quello che verrà: la natura prorompente, la bellezza e la pace della valle, di quella unica valle soleggiata, i primi quattro personaggi e soprattutto lei, quella stufa di maiolica.... 

Carla

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