Lorenzo Ghetti arriva al terzo volume di un ragionamento sviluppato a fumetti cominciato nel 2018 con “Dove non sei tu”, poi con “In alto abbastanza” (2021) e ora con “La forma che mi hai dato”. Tutti usciti per Coconino Press. Un ragionamento, si diceva, che sposta le questioni dell’oggi in un tempo futuro e in un contesto fantascientifico dove, attraverso storie agite da giovani protagonisti, Lorenzo Ghetti mette in scena le dinamiche e i temi della costruzione delle identità individuali e collettive.
Una sorta di trilogia, dunque, che tiene al cento l’adolescenza, le relazioni, gli affetti, i desideri, i corpi, l’immagine di sé, le costruzioni sociali, la tecnologia, l’idea di futuro.
L’Isola, in cui ci porta con quest’ultimo racconto, è divisa in due parti separate e in tutto e per tutto diverse: c’è un fuori e c’è un dentro. Tra loro c’è un confine che non deve essere attraversato.
Fuori vivono gli Esploratori, il loro spazio è aperto, connotato da una specie di super esposizione alla luce, i colori sono caldi e accesi e vanno dal giallo all’arancio al rosso. Uno spazio brulicante di corpi celati, quasi del tutto coperti da stole, veli e stracci.
Dentro vivono gli Esemplari, in una torre alta e algida: le loro vite sono regolate da una ferrea e gerarchica disciplina, comunicano tra loro in maniera funzionale. Il loro spazio è chiuso, colorato con colori freddi che vanno dal blu al verde. Gli Esemplari indossano tute aderenti che evidenziano la forma dei corpi, perfetti nella loro “normalità”.
Al centro della storia, al centro esatto del libro, scopriamo il Motore, un nucleo centrale che dà forma all’intero sistema sociale come ai singoli abitanti dell’Isola: un nucleo piatto, tondo, bianco, perfettamente vuoto, uno spazio che si legge per sottrazione in una doppia pagina densa di cavi, elettrodi e varia tecnologia. Quando i primi coloni arrivarono sull’Isola erano un unico equipaggio e furono gli Esploratori ad allontanarsi per primi dal Motore. I loro corpi mutarono a contatto col nuovo ambiente.
Da quel momento l’esigenza primaria, per gli uni come per gli altri, sarà quella di preservare la normalità originaria. Gli Esploratori lavoreranno al servizio degli Esemplari per nutrirli e difenderli da eventuali e fantomatici attacchi esterni all’Isola. Gli Esemplari vigileranno sulla propria normalità tenendosi alla larga dal contatto con l’esterno. Un rito ciclicamente ripetuto, la “cerimonia del corpo”, servirà a rinsaldare il legame con la forma originaria dei corpi esemplari, quelli giusti. Nessun dubbio, nessun interrogativo, nessuna eccezione sarà ammessa. Nessuna rivolta. Nessun affetto dovrà mettere in discussione lo status quo. Ciascuno al suo posto, ciascuno schiavo della perfetta normalità, posseduta o anelata.
Il passato, l’origine, diventerà l’unico motore del futuro.
Ma…
È davvero possibile vivere perché nulla cambi? Cosa è normale e cosa non lo è? Chi è il nemico e di chi lo è? Cosa fa di uno schiavo, uno schiavo e di un padrone, un padrone? Esiste una purezza contrapposta alla contaminazione? Cos’è che tiene insieme una società? E cosa tiene insieme un’identità?
Le storie di Lorenzo Ghetti sono sempre generative di domande alle quali fortunatamente l’autore non dà risposte univoche. Ci pensa la storia stessa ad esplorare eventi e conseguenze.
In questa storia arriveranno due personaggi: Mari, una Esemplare che tempo prima aveva deciso di abbandonare l’Isola e Figura, la cui forma non assomiglia a quella di nessuno, o meglio, può somigliare a quella di tutti perché può diventare come chiunque voglia che lui/lei sia.
Mari è colorata in scala di Grigi. Figura è dello lo stesso bianco del Motore. Sono loro i personaggi che ci portano nella parte più enigmatica e ricca della storia: Mari ha cercato il coraggio di andare a guardare oltre l’Isola al di là delle forme date e conosciute; Figura non ha una forma propria ed è la capacità di totale contaminazione, il vuoto che può trasformarsi in ogni pieno. La forza del coraggio e la forza della trasformazione saranno deflagranti ed apriranno alla possibilità di un nuovo futuro: una nuova “coppia originaria”, se così possiamo dire, attraverserà un mare giallo e si inoltrerà fuori dalla pagina, nel mondo sconosciuto.
Insomma una storia ricca di una complessità che trova corrispondenze nei contenuti come nella forma grafica: la scelta dei colori che identificano i personaggi e i contesti, la ripartizione delle vignette che crea un ritmo ogni volta diverso anche nel senso di lettura. Particolarmente interessante è il ragionamento grafico sulle forme geometriche: il cerchio che già appare in copertina ritagliato nella sovracoperta è inscritto sia in un quadrato che in un poligono. Anche la successione dei capitoli è segnata da forme geometriche inscritte in un cerchio: per il primo capitolo vi è solo una retta, per il secondo le rette diventano due incidentali, al terzo si chiuderanno in un triangolo e via via fino a costruire, capitolo dopo capitolo, un poligono con un numero sempre maggiore di lati… che nell’ultimo capitolo disegneranno un cerchio. Pure al centro del petto di Figura c’è un cerchio, vuoto, che con l’andare della storia, con l’avvicendarsi degli eventi sarà segnato, ogni volta di più, da rette che ne disegneranno spicchi.
Trasformazione, conflitto, complessità, alterità, futuro.
Una storia che scandaglia, su diversi piani, la costruzione dell’identità individuale e collettiva, il ciclo innovativo delle nuove generazioni e il conflitto che ne deriva, la potenza della ricerca interiore e della sperimentazione. Il tutto in uno scenario distopico, a cui Lorenzo Ghetti ci ha abituato già nei due titoli precedenti, caratterizzato da un segno grafico arrotondato che riesce a tratteggiare personaggi e ambienti familiari eppur futuristici.
La ricchezza delle metafore, la molteplicità dei punti di vista, lo spessore dei profili individuali, la contrapposizione -niente affatto semplificata- tra individualità e normatività, la costruzione grafica del racconto che incastra vignette che zoomano e vignette che allargano lo sguardo con grande libertà nell’ingombro della pagina, l’originale utilizzo dei balloon, sono gli aspetti che, insieme agli altri che la sensibilità di chi leggerà potrà ritrovare, rendono questa graphic novel molto interessante e adatta alla lettura e alla riflessione di lettori e lettrici a partire dai 14 anni.
Patrizia
“La forma che mi hai dato”, Lorenzo Ghetti, Coconino Press - Fandango 2025
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