lunedì 9 giugno 2025

LA BORSETTA DELLA SIRENA (libri per incantare)

IL CONFINE

La ragazza pesce, Søren Jessen (trad. Eva Valvo) 
Camelozampa 2025 


NARRATIVA ILLUSTRATA PER MEDI (dagli 8 anni) 

"Frede allunga la mano verso la scatola di biscotti. 
'No, adesso basta' dico tirando la scatola a me. Non dobbiamo fare lo stesso errore dell'aranciata. I primi tempi ne abbiamo bevuta troppa. Non pensavamo di rimanere soli così a lungo. Ma ormai non possiamo farci più niente. Ci accontenteremo dell'acqua. Di quella ce n'è ancora un sacco. 
'Quando tornano mamma e papà?'." 

Sono in casa da soli, fratello e sorella. Da giorni. Hanno un po' di scorte con loro. Ma non più molta roba. Senza corrente, con un generatore che non parte. Segregati in casa perché fuori c'è solo acqua: piogge infinite e il mare in tempesta che ha sommerso tutto. La loro casa, costruita in cima alla collina, sembra resistere. Ma per quanto? 
Questo è quello che c'è all'esterno. 
Ma invece all'interno della loro casa qual è lo scenario? Sotto il tavolo da pranzo, un rifugio nel rifugio, ammesso che la loro casa possa essere considerata un un luogo sicuro, il piccolo Frede sta giocando con i suoi animali giocattolo, le sue macchinine e Bruto, il brachiosauro del cuore.


Il suo gioco ha qualcosa di apocalittico: macchine che fanno incidenti a catena, l'enorme pupazzo di Bruto che piomba sugli altri inermi animali della fattoria... Poi arriva l'ora di cena, scatolette dalla dispensa, che la sorella prepara sulla bombola a gas, sperando che lui mangi. Frede è troppo magro per la sua età, lo dice anche il dottore, e poi spesso ha crisi in cui l'unica cosa che riesce a fare e sbattere la testa contro il muro o il pavimento. Ma adesso sembra tutto sotto controllo. Poi arriva l'ora di andare a dormire nel lettone, adesso vuoto, perché mamma e papà non sono lì a occuparlo. 
Ma quando tornano?... 

Quel grande azzurro e tutta quell'acqua che attraversa e riempie l'intero racconto ricorda quello di un'altra storia: Il sogno del Nautilus scritta da David Almond e illustrata da Dieter Weissmüller. In entrambi i casi siamo davanti a due scenari sottomarini e soprattutto postapocalittici. 
Il mondo intero è sprofondato negli abissi. Il Tower Bridge è attraversato dai delfini nel Sogno del Nautilus, qui i banchi di pesce azzurro attraversano quando il semaforo è verde. 


Ma a parte questa somiglianza negli scenari sottomarini, con una qualità di segno che li distanzia, e una varietà di linguaggi che Jessen persegue anche a scopo contenutistico, al contrario di Weissmüller, che resta molto più fedele al canone classico dell'albo illustrato. 
La varietà e la maturità di Jessen nel saper dosare testo e immagine, nel saper decidere chi far parlare con voce più alta, di pagina in pagina, se l'immagine o il testo (o ancora come disporli reciprocamente nelle pagine) è forse la qualità che per prima colpisce. Un bel contrappunto nelle prime pagine con il disegno di un mare in burrasca e solo poche parole che rassicurano e raccontano di una tranquillità casalinga (anche i biscotti di mamma sono citati).
Ma non posso negare che è altro quello che mi interessa mettere a fuoco. 
 Da un lato, il rapporto tra fratello piccolo e sorella grande che se ne prende in carico la cura. 
Immediatamente dopo mi pare interessante che i genitori non ci siano e punto. Non sono morti, molto semplicemente non sono lì con i due bambini. Nessuna spiegazione in merito, solo il vuoto che hanno lasciato nelle loro vite. Per sempre? Per un po' di giorni? Non è dato saperlo 
Ecco, il non sapere, o meglio il non dire è l'altro pregio nella scrittura di Jessen. 
Talvolta si dilunga, ma più spesso tace su un sacco di questioni e richiede ai suoi lettori uno sforzo immaginativo non indifferente. In questo caso c'è da capire che cosa effettivamente stia capitando in quella porzione di mondo, e ulteriormente ciò sta capitando solo in quell'isoletta o coinvolge l'intero pianeta? Da quanto sta succedendo quello che sta succedendo? Libertà di interpretazione quasi assoluta per il lettore. 
Lo stesso finale, su cui si deve necessariamente tacere, avviene nell'assoluto silenzio del testo.
Solo un suono ci guida. Bella idea. 
Nella stessa relazione tra fratello e sorella si percepiscono piccole sfumature emotive che ci permettono di ipotizzare che questa ragazzina stia - suo malgrado - provando a gestire una situazione molto più grande di lei e che cerchi di farlo al meglio, provando a mantenere salde le poche cose che legano entrambi alla vita di prima: le loro abitudini. 
E qui entra in gioco un'altra qualità di questo racconto, ossia la costruzione della relazione tra fratelli che, qui davvero esasperata dalle contingenze, resiste ad ogni pressione. Si percepisce con chiarezza che la maggiore sta cedendo, ma decide e sa che non deve mollare, e che il piccolo, per parte sua, dimostra di essere capace di fermarsi sempre a un passo dal diventare ingestibile. 


Sono magnifici nel loro fare 'pacchetto di mischia' di fronte al grande problema che entrambi hanno al momento. Per questo sono stati capaci di costruirsi un loro ménage alternativo a quello che dovrebbe essere quello consueto. 
Sullo sfondo un grande non detto, ossia il senso di privazione. E non solo quello dato dall'assenza dei genitori, ma anche di tutto il resto: dal cibo all'energia elettrica (ricorda qualcosa?). 
Quante e quali sono effettivamente le cose di cui non è proprio possibile far a meno per sopravvivere? beh, su questo ci sarebbe un monte di cose da dire. E un monte di esempi da portare. 
E così in qualche modo si ritorna al punto di partenza, ossia a quella commistione di assolutamente straordinario e di altrettanto assolutamente quotidiano che convivono sulle pagine dello stesso libro, della stessa storia. Quanto è sottile questo confine? 
Verrebbe da dire grosso quanto lo spessore di una parete ed esile quanto la sottigliezza di una finestra...

Carla

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