SEI MESI SULL'ORLO DEL BARATRO
Come
già fatto alla fine dell’anno scorso, mi piacerebbe ragionare
insieme su questo semestre difficile, per l’editoria, per i librai
in genere e per tutto il paese.
La
percezione comune, soprattutto in queste ultime settimane, è di
camminare proprio vicini all’orlo di un precipizio, immaginando
anche per noi un futuro in salsa greca. Le cose, speriamo,
probabilmente non stanno così, ma la crisi economica si fa sentire,
eccome. La libreria in cui lavoro da diversi anni, solitaria in un
vasto territorio della periferia romana, risente relativamente del
generalizzato calo di vendite, anche se all’orizzonte si palesa la
concorrenza preoccupante degli e-book.
Detto
questo, però, forse è il caso di guardare più da vicino quello che
succede: il bicchiere mezzo pieno è constatare la crescita, in
termini assoluti e relativi, di tanti editori della piccola e media
editoria italiana, con poche eccezioni; fra gli editori si segnalano
soprattutto Biancoenero edizioni e Uovonero, che con “Il mistero
del London Eye” ha trovato l’attenzione che merita; oltre
all’inarrestabile successo del Diario di una schiappa, edito da Il
Castoro. Ci sono numerose conferme e una crescita di alcuni
cataloghi, piccole collane interessanti (come non citare i 'polli
ribelli'?) e un lento declino di quelle più consumate e, direi,
deteriorate.
Il
bicchiere mezzo vuoto? Il parallelo successo di prodotti che, secondo
il mio personale punto di vista, non dovrebbero entrare in libreria
(avendo per altro, altri canali distributivi): cito, ma giusto per
fare un esempio, la serie di prodotti che vanno sotto il nome di Top
Model (Sticker, album da disegno, oggettini e sbrilluccichini);
qui, c’è chi si compiace di averli introdotti in libreria,
considerato il successo che hanno. Per me, invece, è una sconfitta,
trattandosi di proposte centrate su un’idea di femminilità e di
infanzia del tutto consumistica. E’ ovvio che non è una tragedia
se una bambina, magari per emulazione, ci si diverte giocandoci; la
tragedia, se questo è il termine giusto, sta nel messaggio che
passa, cioè bambine che sono donne piccole e non bambine, orientate
a diventare in fretta consumatrici di cosmetici, vestiti, accessori
di marca loro dedicati. Ma un processo molto simile avviene con i
libri legati ai marchi (Hello Kitty) o alle serie di cartoni
televisivi, dove il contenuto del libro sparisce, ammesso che ci sia
mai stato, per essere sostituito dall’omologazione su modelli di
consumo. Ancora una volta il potere della marca. Non solo, l'immagine
di femminilità, ovviamente storpiata è quella dei programmi
televisivi, che fonda tutto su una discutibile estetica:
Personalmente, non mi stupisce che questi prodotti esistano, quanto
il successo che incontrano nel pubblico femminile, di bambine e di
mamme.
Nel
nostro mestiere di librai, cioè mediatori fra il prodotto e il suo
fruitore, c’è la possibilità di scelta e questo credo sia il
senso d’esistenza delle librerie indipendenti ed è quello che
molti editori ‘di qualità’ ci chiedono di fare. Forse allora,
non avrebbero dovuto entrare in libreria tanti romanzi di successo,
che quanto a qualità lasciano molto a desiderare, ma che magari
hanno avuto un certo successo? Quanti prodotti squisitamente
commerciali, che per altro consentono alle librerie di sopravvivere,
possono essere accettati? Una risposta parziale, la posso dare: che
la nostra responsabilità nei confronti dei lettori piccoli,
piccolissimi e quasi grandi è sicuramente maggiore e fare un buon
lavoro in questa direzione significa anche assicurarsi un futuro,
oltre a rispondere ad un impegno civile che alcuni fra noi non
disdegnano. Ma non basta; serve, è indispensabile, la collaborazione
delle mamme, delle insegnanti. Una di voi mi diceva, riflettendo su
questi argomenti, che riscontrava un’omogeneità di messaggio:
bambine che sembrano donne, mamme che devono sembrare le sorelle
delle loro figlie, tutte orientate a tenere in piedi gli imperi
commerciali di tanti marchi, che le vogliono cristallizzate in un'età
magica di grandi consumatrici.
Quindi,
svegliamoci: guardiamoci intorno e guardiamo dentro ai messaggi
veicolati dalla tv, dalla pubblicità e dagli pseudo libri. Se voi ci
aiutate, riusciremo a fare ancora meglio il nostro mestiere.
Eleonora
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