giovedì 2 agosto 2012

ECCEZION FATTA

ovvero tutto quello che libro non è ma ci ronza intorno...

SEI MESI SULL'ORLO DEL BARATRO

Come già fatto alla fine dell’anno scorso, mi piacerebbe ragionare insieme su questo semestre difficile, per l’editoria, per i librai in genere e per tutto il paese.
La percezione comune, soprattutto in queste ultime settimane, è di camminare proprio vicini all’orlo di un precipizio, immaginando anche per noi un futuro in salsa greca. Le cose, speriamo, probabilmente non stanno così, ma la crisi economica si fa sentire, eccome. La libreria in cui lavoro da diversi anni, solitaria in un vasto territorio della periferia romana, risente relativamente del generalizzato calo di vendite, anche se all’orizzonte si palesa la concorrenza preoccupante degli e-book.
Detto questo, però, forse è il caso di guardare più da vicino quello che succede: il bicchiere mezzo pieno è constatare la crescita, in termini assoluti e relativi, di tanti editori della piccola e media editoria italiana, con poche eccezioni; fra gli editori si segnalano soprattutto Biancoenero edizioni e Uovonero, che con “Il mistero del London Eye” ha trovato l’attenzione che merita; oltre all’inarrestabile successo del Diario di una schiappa, edito da Il Castoro. Ci sono numerose conferme e una crescita di alcuni cataloghi, piccole collane interessanti (come non citare i 'polli ribelli'?) e un lento declino di quelle più consumate e, direi, deteriorate.
Il bicchiere mezzo vuoto? Il parallelo successo di prodotti che, secondo il mio personale punto di vista, non dovrebbero entrare in libreria (avendo per altro, altri canali distributivi): cito, ma giusto per fare un esempio, la serie di prodotti che vanno sotto il nome di Top Model (Sticker, album da disegno, oggettini e sbrilluccichini); qui, c’è chi si compiace di averli introdotti in libreria, considerato il successo che hanno. Per me, invece, è una sconfitta, trattandosi di proposte centrate su un’idea di femminilità e di infanzia del tutto consumistica. E’ ovvio che non è una tragedia se una bambina, magari per emulazione, ci si diverte giocandoci; la tragedia, se questo è il termine giusto, sta nel messaggio che passa, cioè bambine che sono donne piccole e non bambine, orientate a diventare in fretta consumatrici di cosmetici, vestiti, accessori di marca loro dedicati. Ma un processo molto simile avviene con i libri legati ai marchi (Hello Kitty) o alle serie di cartoni televisivi, dove il contenuto del libro sparisce, ammesso che ci sia mai stato, per essere sostituito dall’omologazione su modelli di consumo. Ancora una volta il potere della marca. Non solo, l'immagine di femminilità, ovviamente storpiata è quella dei programmi televisivi, che fonda tutto su una discutibile estetica: Personalmente, non mi stupisce che questi prodotti esistano, quanto il successo che incontrano nel pubblico femminile, di bambine e di mamme.
Nel nostro mestiere di librai, cioè mediatori fra il prodotto e il suo fruitore, c’è la possibilità di scelta e questo credo sia il senso d’esistenza delle librerie indipendenti ed è quello che molti editori ‘di qualità’ ci chiedono di fare. Forse allora, non avrebbero dovuto entrare in libreria tanti romanzi di successo, che quanto a qualità lasciano molto a desiderare, ma che magari hanno avuto un certo successo? Quanti prodotti squisitamente commerciali, che per altro consentono alle librerie di sopravvivere, possono essere accettati? Una risposta parziale, la posso dare: che la nostra responsabilità nei confronti dei lettori piccoli, piccolissimi e quasi grandi è sicuramente maggiore e fare un buon lavoro in questa direzione significa anche assicurarsi un futuro, oltre a rispondere ad un impegno civile che alcuni fra noi non disdegnano. Ma non basta; serve, è indispensabile, la collaborazione delle mamme, delle insegnanti. Una di voi mi diceva, riflettendo su questi argomenti, che riscontrava un’omogeneità di messaggio: bambine che sembrano donne, mamme che devono sembrare le sorelle delle loro figlie, tutte orientate a tenere in piedi gli imperi commerciali di tanti marchi, che le vogliono cristallizzate in un'età magica di grandi consumatrici.
Quindi, svegliamoci: guardiamoci intorno e guardiamo dentro ai messaggi veicolati dalla tv, dalla pubblicità e dagli pseudo libri. Se voi ci aiutate, riusciremo a fare ancora meglio il nostro mestiere.

Eleonora

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