martedì 3 febbraio 2015

LA BORSETTA DELLA SIRENA (libri per incantare)


ANDARE DRITTO AL PUNTINO

Solo un puntino, Elisabetta Pica, Chiara Vignocchi, Silvia Borando
Minibombo 2015


ILLUSTRATI PER PICCOLI (dai 3 anni)

"C'era una volta una bella ciliegia e il lupo cattivo.
GNAM
E la ciliegia non c'era più. Il lupo se l'era mangiata con tanto di picciolo.
Ma aveva ancora fame...
C'era una volta una simpatica coccinella e il lupo cattivo.
GNAM CRIC"


Lupo famelico e cose rotonde e rosse. Ciliegie, coccinelle, granchi fino a una bambina dal viso rubizzo, incorniciato da due trecce. Come un toro è attratto dal rosso, come un lupo affamato sgranocchia. Dalle ciliegie alle bambine, la pancia del lupo sembra essersi riempita, ma un pallino rosso di troppo sarà quello che lo stenderà, almeno per un po'.



Con un ritmo cadenzato, Solo un puntino va avanti senza pietà. Non si ferma davanti al rumore sinistro che può fare un'elitra sotto i denti, nemmeno davanti alla durezza di carapace e chele di un granchio: Cric, cronc. 


E con le vittime più morbide, il suono resta lì a rendere il più verosimile possibile il pasto del lupo.
Chiaro, autentico e rigoroso, sonoro, ripetitivo, ma anche allusivo quanto basta, e soprattutto crudelmente divertente: questo è un libro in puro stile Minibombo. Ed è prevedibile che i bambini sapranno apprezzarlo -come molti loro titoli, primo fra tutti l'illustre Orso,buco! (2013)- perché contiene ingredienti di cui loro sono ghiotti.
Cominciamo dal primo: la chiarezza. Immediatamente chiaro nel suo intento, ovvero raccontare la storia di un lupo famelico (l'ennesimo) che alla fine viene punito (anche se non in modo definitivo).
Il secondo è l'autenticità e il rigore: se un lupo ha fame, mangia. In questo caso il lupo ha una dieta un po' particolare, che rende ancora più godibile la sequenza delle pietanze di cui si nutre, ma la sostanza è sempre quella, riempirsi la pancia.
Fedele all'autenticità e al rigore, questo libro diventa immediatamente sonoro laddove appare, ogni due pagine, un rumore che racconta dove l'immagine sparisce. I suoni, come peraltro tutto il resto della storia, sono in crescendo e sono tutti mutuati direttamente dal mondo del fumetto e quindi ben consolidati nel nostro immaginario. Ma al contrario del fumetto essi sono scritti senza enfasi (particolare che mi sembra importante e da tener presente in una lettura ad alta voce).


Lo schema che si ripete per cinque volte con piccole varianti è molto adatto per una lettura condivisa con i più piccoli che possono seguire agevolmente una trama così semplice. Naturalmente un meccanismo del genere si potenzia nell'inceppamento finale, così come già in Orso, buco!, e, generando una breve sospensione, diventa risolutivo, direi catartico, nel finale.
Il disegno è in puro stile Minibombo: tre colori, poche linee, pure e talmente essenziali da diventare evocative: i denti della copertina, la pagina nera durante il pasto del lupo e il lupo stesso, reso da un rettangolo nero per la testa su cui poggiano due triangoli per orecchie e, in bilico, un ovale per il naso. Occhi feroci e lingua si ripetono sempre uguali. Il corpo non c'è, come a voler ribadire che di quel lupo al momento interessa principalmente la grande bocca e lo sguardo truce. Pochissime deroghe alla resa figurativa delle 'vittime'. Tutte riassunte in un tondo rosso che va via via ingrandendosi. Nulla di esornativo, nulla di superfluo, evviva. 


Tanto più un libro si prefigge di essere chiaro, autentico, rigoroso e di andare diretto al punto (qui al puntino...) tanto più rischia di essere crudele. E nella crudeltà, ovvio, massimamente divertente. Crudeltà e divertimento sono come pane e burro, salame e fichi, pecorino e miele...perfetti insieme.


Carla

Nessun commento:

Posta un commento