ANDARE DRITTO AL PUNTINO
Solo un puntino,
Elisabetta Pica, Chiara Vignocchi, Silvia Borando
Minibombo 2015
ILLUSTRATI PER PICCOLI
(dai 3 anni)
GNAM
E la ciliegia non
c'era più. Il lupo se l'era mangiata con tanto di picciolo.
Ma aveva ancora
fame...
C'era una volta una
simpatica coccinella e il lupo cattivo.
GNAM CRIC"
Lupo
famelico e cose rotonde e rosse. Ciliegie, coccinelle, granchi fino a
una bambina dal viso rubizzo, incorniciato da due trecce. Come un
toro è attratto dal rosso, come un lupo affamato sgranocchia. Dalle
ciliegie alle bambine, la pancia del lupo sembra essersi riempita, ma
un pallino rosso di troppo sarà quello che lo stenderà, almeno per
un po'.
Con
un ritmo cadenzato, Solo un puntino
va avanti senza pietà. Non si ferma davanti al rumore sinistro che
può fare un'elitra sotto i denti, nemmeno davanti alla durezza di
carapace e chele di un granchio: Cric, cronc.
E con le vittime più
morbide, il suono resta lì a rendere il più verosimile possibile il
pasto del lupo.
Chiaro,
autentico e rigoroso, sonoro, ripetitivo, ma anche allusivo quanto
basta, e soprattutto crudelmente divertente: questo è un libro in
puro stile Minibombo. Ed è prevedibile che i bambini sapranno
apprezzarlo -come molti loro titoli, primo fra tutti l'illustre Orso,buco! (2013)- perché contiene
ingredienti di cui loro sono ghiotti.
Cominciamo
dal primo: la chiarezza. Immediatamente chiaro nel suo intento,
ovvero raccontare la storia di un lupo famelico (l'ennesimo) che alla fine viene punito (anche se non in modo
definitivo).
Il
secondo è l'autenticità e il rigore: se un lupo ha fame, mangia. In
questo caso il lupo ha una dieta un po' particolare, che rende ancora
più godibile la sequenza delle pietanze di cui si nutre, ma la
sostanza è sempre quella, riempirsi la pancia.
Fedele
all'autenticità e al rigore, questo libro diventa immediatamente
sonoro laddove appare, ogni due pagine, un rumore che racconta dove l'immagine
sparisce. I suoni, come peraltro tutto il resto della storia, sono in
crescendo e sono tutti mutuati direttamente dal mondo del fumetto e
quindi ben consolidati nel nostro immaginario. Ma al contrario del
fumetto essi sono scritti senza enfasi (particolare che mi
sembra importante e da tener presente in una lettura ad alta voce).
Lo
schema che si ripete per cinque volte con piccole varianti è molto
adatto per una lettura condivisa con i più piccoli che possono
seguire agevolmente una trama così semplice. Naturalmente un
meccanismo del genere si potenzia nell'inceppamento finale, così
come già in Orso, buco!,
e, generando una breve sospensione, diventa risolutivo, direi
catartico, nel finale.
Il
disegno è in puro stile Minibombo: tre colori, poche linee, pure e
talmente essenziali da diventare evocative: i denti della copertina,
la pagina nera durante il pasto del lupo e il lupo stesso, reso da un
rettangolo nero per la testa su cui poggiano due triangoli per
orecchie e, in bilico, un ovale per il naso. Occhi feroci e lingua si
ripetono sempre uguali. Il corpo non c'è, come a voler ribadire che
di quel lupo al momento interessa principalmente la grande bocca e lo
sguardo truce. Pochissime deroghe alla resa figurativa delle
'vittime'. Tutte riassunte in un tondo rosso che va via via
ingrandendosi. Nulla di esornativo, nulla di superfluo, evviva.
Tanto
più un libro si prefigge di essere chiaro, autentico, rigoroso e di
andare diretto al punto (qui al puntino...) tanto più rischia di
essere crudele. E nella crudeltà, ovvio, massimamente divertente.
Crudeltà e divertimento sono come pane e burro, salame e fichi, pecorino e miele...perfetti insieme.
Carla
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