giovedì 4 ottobre 2012

UNO SGUARDO DAL PONTE (libri a confronto)



ALL’INSEGNA DELL’IRONIA
 
Qui, con grande gaudio, perché ci piace imbrogliare le carte, parleremo di principusse e principosse, nonché principisse e principeffe, ma anche di P. J. Petulant, del drago (maschio) Sandra e dello strepitoso Leprotto della Luna.
Cominciamo dalle varianti principesche, o principusche che dir si voglia: ognuna di queste aggressive, competitive e arroganti damigelle, che popolano questo strano paese delle fiabe, concorre al medesimo scopo, liberare un principe, per altro piuttosto antipatico, detenuto fra le grinfie di un drago, per poi fare quello che si chiama un ‘buon matrimonio’. Le giovani pulzelle di sangue blu, bluissimo, si azzuffano senza scrupoli, nel tentativo di arrivare per prime a stendere il povero drago, che in fondo fa solo il suo mestiere. E che abbia un cuore d’oro lo dimostra il fatto che metterà in salvo il principe dalla scatenata torma di erinni a caccia di principi da maritare. Intanto la principussa Clura e la principossa Vanossa, le più intelligenti di questo gruppo, hanno capito presto che non valeva proprio la pena dannarsi per un principe arrogante, pur avendolo liberato a passo di rumba. Se ne ritornano ai loro castelli, promettendosi eterna amicizia. 

 
La principessa Clura e il drago, del norvegese Tormod Haugen, è una storia divertente, ancor più se letta ad alta voce, sempre che ci si sia ben allenate agli scambi di vocali, con un pizzico di trasgressione nel demolire il trittico dame, draghi, cavalieri. Potrebbe essere un buon antidoto per quelle bambine abituate a fare indigestione di rosa confetto e principi dal bianco destriero. Potrebbe essere salutare anche per i giovanotti, abituandoli all’idea che forse anche i principi possono essere salvati da burrascose principesse, anche se, magari, potrebbero poi guardare con timore le loro compagne di scuola.


L’ironia abbonda anche in Il Leprotto della Luna, della giovane scrittrice inglese Sue Monroe: anche qui una principessina capricciosa e prepotente, Petunia Joy Petulant, ovviamente assecondata dal papà Re Winston Petulant, troppo occupato a giocare a scacchi, barando, con il suo vicino di regno. Fra i desideri impossibili di P.J. c’è quello di avere un drago, che le viene prontamente recapitato, anche se questo costa la sparizione di un numero imprecisato di servitori. Mentre il castello si svuota dei suoi occupanti, P.J. decide di volere anche il Leprotto della Luna, ovvero la surreale creatura che tiene pulito il poetico corpo celeste. Anche lui arriverà a tenere compagnia alla principessina, riempiendosi, nel frattempo, la calzamaglia a righe di tutti gli oggetti che gli capitano a tiro. Fra una disavventura e l’altra, il Leprotto trova il modo di ammansire il drago Sandra, che risulterà decisivo nel rocambolesco salvataggio di Re Winston.
Lettura scorrevole, tutta giocata in toni surreali e grotteschi, farà sicuramente divertire bambini e bambine dotati/e di senso dell’umorismo.

Ma non posso non ricordare, in chiusura, un libro che quanto a toni surreali e giochi di parole non è secondo a nessuno: Il Vicario, cari voi, di Roald Dahl, racconta di un povero vicario affetto dal difetto di invertire le lettere mentre parla, sconcertando i suoi fedeli con discorsi e sermoni veramente imbarazzanti. Un vero capolavoro.


Eleonora




La principussa Clura e il drago”, T. Haugen, Salani 2012
Il Leprotto della Luna”, S. Monroe, con le illustrazioni di Birgitta Sif, Feltrinelli Kids 2012
Il vicario, cari voi”, R. Dahl, Salani 2007

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