AH AH AH AH!!
SEMPREVERDE. IL SEGRETO DI NONNO
TEODORO, Ilaria Guarducci
Fatatrac, 2012
ILLUSTRATI PER PICCOLI (dai 4 anni)
"Il signor Osvaldo e il signor
Teodoro erano nati lo stesso giorno ed erano molto vecchi, così
vecchi che ormai nessuno si ricordava più quanti anni avessero.
Forse 102... o magari 107. Entrambi avevano facce rugose come prugne
secche ma, mentre Osvaldo si era ingrigito con il tempo, Teodoro
sorrideva ancora alle nuvole."
Teodoro sosteneva che il suo cuore
rimaneva sempreverde perché lui beveva alla fonte della giovinezza.
Osvaldo, per suo conto, invece passava il suo tempo a lamentarsi dei
mille dolori che lo affliggevano, soprattutto alle giunture. Ma un
giorno si stancò e decise che era venuto il momento di scoprire dove
Teodoro si andasse a dissetare per rimanere giovane e felice.
Con ogni mezzo di locomozione, dal
monopattino alla mongolfiera, con ogni stratagemma, dagli specchietti
retrovisori sul quotidiano al costume mimetico da coccinella, Osvaldo
non perdeva d'occhio Teodoro.
Ma alla fine la cosa che scoprì con
grande sorpresa non fu una fonte magica, ma una vita gioiosa e sana,
che -a ben vedere- poteva intraprendere anche lui, meglio ancora
condividerla con Teodoro.
Alzarsi presto e godersi un po' la
vita, camminando, mangiando bene, facendo la ginnastica da solo e in
compagnia, uscire dopo essersi fatto bello, leggere un buon libro o
ascoltare musica romantica e soprattutto ridere.
È tutto merito delle endorfine. Ormoni
che la nostra ipofisi produce e che hanno il merito di procurarci un
diffuso senso di benessere. Fare movimento, ascoltare buona musica,
leggere libri belli, essere innamorati, mangiare con gusto e ridere,
ridere tanto (secondo una tecnica zen cinque minuti al risveglio e
cinque prima di dormire) sono tra i principali fattori che
'solleticano' l'ipofisi a fabbricare endorfine. Altro che fonte della
giovinezza, il segreto di Teodoro sono le endorfine.
Mia madre ha 88 anni e sta per
iscriversi per il 6° anno consecutivo alla sua palestra di
parrocchia, le ho appena comprato i biglietti per i concerti della
domenica ai quali, seduta in prima fila, non manca mai. Fino a
qualche tempo fa, qualsiasi cosa le potessi dire al telefono, le
generava risate convulse e senza apparente senso (infatti ho a lungo
pensato che fosse diventata un po' matta). Ma la matta ero io: lei
era lì che -furbissima- produceva endorfine.
Non spiegherei a un bambino tutto
questo, ma leggendogli questo libro, gli direi che a lui spetta un
compito molto importante per mantenere il nonno più giovane che può:
farlo ridere. Non importa se facendolo, gli salterà su e giù la
dentiera: sono gli incerti del mestiere.
Carla
Fino a qui quasi neanche una parola sul
libro in sé. Ilaria Guarducci è giovane e si guarda intorno,
prendendo ispirazione da illustratrici e illustratori già più
maturi; ma è così che spesso deve andare.
Mi pare invece molto più endoprodotto
(come potrebbe essere altrimenti?) il senso dell'ironia che
attraversa l'albo.
Il libro fa ridere anche lui, per come
appare composta la relazione tra testo e llustrazioni e per come son
raccontati i due protagonisti.
Quindi rideranno i bambini vedendo
Osvaldo mimetizzato in mille pose diverse, acquattato perfino in una
melanzana, rideranno nel vedere gli occhiali pieni di nuvole di
Teodoro, rideranno degli esercizi di equilibro che fa sulla sua bici,
rideranno al sapere che la rosa profumosa è il nome di un dopobarba,
rideranno dei pantaloni a pois e dei contorcimenti yoga e rideranno
delle lettere che in ogni pagina diventano disegno.
E con loro, spero, rideranno anche i
grandi con i quali la lettura sarà condivisa.
E via tutti a produrre endorfine!
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