martedì 1 aprile 2014

ECCEZION FATTA


SPEZZATINO DI DIBATTITI


Komatsu Yumiko
La Fiera di Bologna è anche un'occasione d'incontro con alcuni dei protagonisti del mondo del libro nel nostro paese, che permette di chiarirci un po' le idee su quello che ci sta succedendo. Partiamo da alcuni dati di base; le vendite, per quanto riguarda il settore bambini e ragazzi, nei canali tradizionali sono aumentate del 3% circa; ma, e qui c'è un 'ma' veramente doloroso, è continuata la tendenza negativa evidenziata negli ultimi anni, che vede allontanarsi i ragazzi dalla lettura, almeno dal libro cartaceo. Con la sola eccezione della fascia d'età compresa fra gli zero e i quattro anni, i bambini-lettori fra i 6 e i 10 anni sono passati dal 52% del 2010 al 49% del 2013 e nella fascia fra gli 11 e i 14 anni dal 65% al 57%. Dati sempre di molto superiori alla media nazionale. Ma questo non ci può consolare, come non mi consola il pensiero che nello stesso tempo i bambini abbiano accresciuto il consumo di prodotti digitali, libri compresi.
Se non tutto ciò che è scaricabile dalla rete è un male, consultazione di testi on line, approfondimenti ecc., dubito che la mancata lettura di libri di narrativa sia stata compensata da altrettanti e-book dello stesso genere.
Dunque, anche se il settore cresce, cresce il numero di novità pubblicate ogni anno, cresce l'interesse intorno all'editoria per ragazzi, non riusciamo a coinvolgere maggiormente i lettori di domani.
Proviamo ad incrociare altri dati: la rivista Liber  ha presentato a Bologna i risultati del questionario annuale rivolto a biblioteche e librerie, corredato dall'analisi sulla qualità della produzione editoriale italiana. Per quanto riguarda le classifiche, verranno presto pubblicate sulla rivista on line e chi mi legge sa quanto abbia indicato il pericolo rappresentato da alcuni titoli di grande successo. A me hanno colpito molto alcune considerazioni fatte sul tema della qualità della produzione, così come si evince dall'analisi delle valutazioni dei redattori. Ovvero, data per ovvia la parzialità di un criterio comunque personale, quasi il 50% dei titoli esaminati non rivestiva che poco o nullo interesse, che mi sembra una tragedia; c'è poi un 27% di produzione di 'onesto artigianato', e un restante 23% di libri buoni e ottimi. Con un 50% di libri che vanno dal discreto all'ottimo si potrebbe forse essere contenti, ma se noi incrociassimo questi dati con quelli di vendita vedremmo che buona parte degli acquisti andrebbe a pescare nel vasto mare del nulla oppure, al massimo, nei prodotti di onesto artigianato.
Senza scivolare nell'inutile catastrofismo, vorrei sottolineare due aspetti. In primo luogo una riflessione sulla necessità di elevare il livello della proposta di lettura soprattutto a quella fascia dagli otto ai sedici anni, che oggi mostra un inizio di disaffezione; non si conquistano lettori con libri mediocri, elevare il valore letterario, ma anche visivo, grafico di testi di narrativa e anche di divulgazione mi sembra un obbiettivo che tutti gli editori dovrebbero porsi, invece di inseguire il libro-merendina del momento.
In secondo luogo dovremmo pensare ad accompagnare il lettore, la lettrice con buone abitudini di lettura ad alta voce o di lettura condivisa, per i più grandi, senza paura di affrontare la narrativa 'di genere' o il fumetto, la graphic novel. Un buon libro è un buon libro, una storia appassionante, dei personaggi coinvolgenti, ma anche dei percorsi conoscitivi che accompagnino i ragazzi e le ragazze nel loro percorso di costruzione di sé e delle proprie passioni, sono elementi che si possono trovare nel fantasy come in un classico, nella buona divulgazione come in un articolo di giornale. Dovremmo essere capaci di formare i formatori, soprattutto insegnanti e bibliotecari, ad affrontare nuove sfide e noi stessi librai dovremmo, come dico da tempo, mirare a costruire lettori e lettrici e non accontentarci del mediocre best seller del momento, che lascia uno strascico di luoghi comuni, stereotipi, propensioni consumistiche prive di qualsiasi costrutto.
Il soggetto principale di un investimento culturale di questa natura non potrebbe che essere lo Stato, nelle sue articolazioni centrali e locali, mettendo finalmente al centro dell'offerta formativa a tutti i livelli la promozione della lettura, in qualunque forma la si voglia concepire.

Eleonora

*i dati sono riportati dal rapporto Istat 2013 rielaborato dal centro studi dell'Aie, vedi Il Giornale della Libreria marzo 2014.



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