mercoledì 8 luglio 2015

FUERA DE LA CONCHA (libros jovenes que van a crecer)


HASTA SIEMPRE, COMANDANTE*


Dopo molte perplessità, l'ho letto: L'estate che conobbi il Che, di Luigi Garlando.
Ho pensato, chissà quanta retorica, chissà che travisamenti per rendere digeribile la figura di Ernesto 'Che' Guevara, medico rivoluzionario, icona ancora non tramontata dei ruggenti anni Settanta.
E invece no, il libro di Garlando, all'interno di una finzione narrativa che nasconde abilmente la biografia del Che, è un libro profondamente onesto. Credo fosse chiarissima all'autore la distanza siderale che separa i ragazzini di oggi dalle gesta dei barbudos, i rivoluzionari cubani guidati da Fidel Castro, cui si unì il giovane Guevara, medico malato di asma, che aveva attraversato l'America Latina in motocicletta insieme all'amico Alberto.
Il gioco letterario consiste nell'immaginarsi un ragazzino di oggi, cui un nonno malato, con l'immagine del Che tatuata sul braccio, racconta la storia, davvero straordinaria, di un giovane disposto a giocarsi tutto per difendere i diritti di tutti.
La sua storia può essere vista da molti punti di vista, qui è raccontata come la storia avventurosa di un manipolo di combattenti, sbarcati in sette sull'isola di Cuba, capaci in due anni di raccogliere proseliti, di conquistare l'isola, entrando vittoriosi prima a Santa Clara e poi a L'Avana. Qui ritroviamo i personaggi mitici, il linguaggio passato alla storia, la semanera, la camicia destinata a essere portata per una settimana intera, il basco nero con la stella, entrato nell'iconografia ufficiale.
E' anche la storia di un uomo particolare, con un rigore morale oggi impensabile, un'etica quasi religiosa: sentire sulla propria guancia gli schiaffi che qualsiasi altro uomo sta ricevendo. Capace di dar vita a un grande progetto di alfabetizzazione della popolazione contadina già nel corso della guerriglia sulla Sierra Maestra. Capace di esser duro, senza perdere la tenerezza.
E poi c'è il presente dei ragazzini di oggi, che vivono un'epoca senza passioni, senza eroi, senza che nessuno insegni loro a sentire gli schiaffi subiti da altri sulla propria guancia.
Il protagonista del romanzo è un ragazzino benestante, figlio di un manager di un'industria brianzola, appena acquisita dai cinesi e forse destinata alla chiusura.
Anche sul presidio operaio davanti alla fabbrica sventola una bandiera con l'effige del Che.
Molti miti della sinistra degli anni Settanta sono finiti, giustamente, nella soffitta della Storia; la storia, l'immagine di Ernesto Guevara, invece, sono ancora vivi e non solo per questioni di merchandising.
Sicuramente non è possibile restituire in poche pagine il clima di quegli anni, l'idea che i popoli del terzo mondo si sarebbero ribellati all'oppressione politica e militare; l'illusione che nel giro di poco tempo tutto sarebbe cambiato.
Però credo che l'autore riesca nella non facile impresa di restituire ai giovanissimi di oggi la testimonianza storica di un personaggio che ha ancora molto da dire, che rende ancora possibile la dimensione eroica, che non conosciamo più, che riempie di senso la parola indignazione.
Le ragazzi e i ragazzi di oggi hanno bisogno di eroi? Presumo di sì, hanno sicuramente bisogno di ricordare che non può darsi la libertà di uno senza la libertà di tutti, hanno bisogno di sentire ancora sulla propria guancia gli schiaffi che il mondo globalizzato distribuisce con grande generosità.
E' una lettura, per ragazze e ragazzi non omologati a partire dai dodici anni, che può aprire molti discorsi interessanti, sul nostro presente e sulle contraddizioni che viviamo. In un passaggio epocale in cui sembra tutto indistinguibile e grigio, allargare lo sguardo sul mondo e ricordare chi ha provato a cambiarlo non può fare che bene.

Eleonora

*Noterella a margine: la canzone Hasta Siempre fu scritta da Carlos Puebla nel '65, quando Fidel Castro rese nota la decisione del Che di lasciare Cuba; il testo racconta i momenti salienti della liberazione di Cuba dal regime di Batista.

L'estate che conobbi il Che”, L. Garlando, Rizzoli 2015



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