LE MANI DEL POLIPO
Favole
dell'ultimo minuto, Andrea Valente
Lapis 2015
NARRATIVA PER MEDI
(dagli otto anni)
"Una giovane
mela, ancora fresca e frizzante, un mattino fece un sorriso profondo,
poi un lungo sospiro, quindi chiuse gli occhi e cominciò a volare
con la fantasia.
'Quando sarò
grande' sognò 'sarò la mela di Biancaneve!'
'È più probabile
che tu finisca frullata...' la disilluse il vecchio melo."
La
mela non demorde... continua a immaginare per sé un futuro
altisonante. Di mele che hanno fatto carriera e sono arrivate alla
ribalta ce ne sono molte: quella di Adamo ed Eva, il pomo della
discordia, quella di Guglielmo Tell... Ma il melo non smette di
disilluderla, prevedendo per lei un futuro più consueto: frullata,
in uno strudel, cotta con la cannella o sotto forma di marmellata.
Questo
lungo chiacchiericcio tra mela ed albero dura per diverse stagioni,
finché la mela in autunno più che inoltrato è ormai più che
matura e decide di lasciarsi cadere ai piedi dell'albero. I suoi
semini nell'inverno finiscono sotto terra e a primavera danno vita a
una nuova piantina di melo che, come fece la sua mela mamma, cominciò
a sognare: quando sarò grande, sarò forte e robusta come te,
vecchio melo...Il vecchio melo, finalmente sorrise e la giornata
cominciò.
La
mela e il melo è una tra le sessanta storielle da un minuto o poco
più, mai più di tre facciate, che Andrea Valente ha collezionato in
questo libro Favole dell'ultimo minuto. Solo poche non
particolarmente significative, per la maggior parte sono divertenti,
inaspettate, buffe. Favole, appunto, in ragione della loro brevità e
dei protagonisti animali.
Tutte
molto adatte a essere lette ad alta voce perché ricche di dialoghi
serrati e un po' folli. Basate su un determinato numero di modelli
narrativi, come per esempio quello che vede due mondi che si
incontrano, si guardano e poi ognuno prosegue per sé, sono le storie
del Pappagallo e il Pappagallo,
del Corvo e della Cornacchia,
del Coccodrillo e la Iena,
del Gallo d'Inghilterra
e dell'Alano e del bassotto,
dove questi due, incontrandosi al parco e abbaiandosi l'uno contro
l'altro, pensano rispettivamente di avere davanti una pantegana e un
cavallo. Un secondo schema è quello in cui i due mondi entrano in
contatto, qualcosa cambia nell'incontro e, riallontanandosi, nulla è
più come prima. Penso alle storie del Passero solitario
o a quella dell'Elefante e la cicala,
in cui quest'ultima dà un ritmo piacevole al duro lavoro del
pachiderma che per tutto il giorno sposta tronchi, annaffia campi di
granturco, sposta massi di qua e di là. E alle formiche che
assistono non resta che bollire nel loro brodo di fatica e acidità...
Nella
terza categoria di storielle, quelle costruite sull'assurdo,
cominciano ad emergere le eccellenze che raggiungono l'apoteosi nelle
storielle in cui l'ingrediente principale è la crudeltà. Storie
assurde sono quelle della Giraffa con i tacchi,
Il Caldo che prese freddo,
oppure Ieri. Oggi e domani,
utilissima per i bambini che non hanno ancora chiaro come
funziona...o ancora il dialogo 'meraviglioso' tra i due fiorellini
nel prato, di cui il primo 'insoddisfatto'.
Le
storie cattive, però, son le mie preferite. Partendo da Il
bruco e il lombrico, dove la
genetica aiuta il primo e punisce il secondo di fronte all'ingordigia
del serpente, per arrivare a piccoli gioielli quali La
lumaca fuori casa o Il
filosofo e la zanzara o, la mia
prediletta: Le mani del polipo,
gustosa nella ossessiva stupidità dimostrata da uno degli animali
ritenuti invece di una qualche intelligenza e di ottimo sapore!
Da
non perdere e da portarsi in vacanza. Se il piccolo lettore tiene la
media di 2 al giorno, per un mese avrà di che spassarsela.
Carla
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