lunedì 7 settembre 2015

LA BORSETTA DELLA SIRENA (libri per incantare)


DEL DESIDERIO
La storia del mantello magico, L. Frank Baum, Aurélia Fronty
(trad. Marianna Cozzi)
Donzelli 2015



NARRATIVA PER GRANDI (dai 10 anni)

"'Che ne dite di tessere un mantello magico?' propose Espa, una dolce fatina che non aveva ancora parlato. 'Un mantello? Certo! Potremmo tesserlo facilmente' ribatté la regina. 'Ma che tipo di poteri magici dovrebbe avere?' 'Chi lo indosserà vedrà esaudito all'istante ogni desiderio' disse Espa in tono allegro."

Le fate, come in tutte le notti di luna piena, si erano riunite nella radura di una foresta magica per danzare, ma la regina Lulea e le sue ancelle sono annoiate dal ballo. La noia porta spesso buone idee e le fate decidono di creare qualcosa di magico: un cappello? già fatto. Un paio di stivali? già fatto anche quello. Trovato: tessere un mantello magico che possa esaudire un unico desiderio, il primo, a patto che la persona che lo indossa in quel momento non lo abbia rubato. Ora resta solo da decidere a chi regalarlo. L'omino della luna, interpellato dalle fate, così sentenzia: alla prima persona infelice che incontrerete. I felici non hanno bisogno di nessun mantello! 

 
Un infelice effettivamente c'è sul percorso della fata addetta alla consegna ed è Margherita, detta Fiocco, una bimbetta appena orfana che con il suo fratellino Timoteo, detto Lallo, è in cammino verso il grigio destino che ha riservato per loro la zia Rivetta, lavandaia a Notopia, capitale di Nolandia.
I tre si stanno dirigendo verso la città, ma bambini e asini vanno lentamente così, costretti a fermarsi nel fienile di una locanda, vengono intercettati dalla fata che consegna solennemente a Margherita, e solo a lei, il mantello magico.
Quale può essere il principale desiderio di una bambina triste? Essere di nuovo felice, ed è proprio quello che quasi inconsapevolmente, con il mantello sulle spalle, Margherita si augura.
Il gioco è fatto! Il sole torna a splendere per Margherita che smette all'istante di essere malinconica. A volte la felicità può essere contagiosa e anche Lallo pensa tra sé che forse non sarà poi così male la sua nuova vita a Notopia... E ancora non sa cosa lo aspetta quando, per quarantasettesimo, quella mattina varcherà la porta orientale della città.


Io lo so cosa sta per succedere a Lallo (e siamo solo a pag. 32), ma non lo dico. Nel successivo centinaio abbondante di pagine accadono un mucchio di cose, come è la norma nei racconti di Lyman Frank Baum. Gli ingredienti sono quelli della fiaba, intesa come fiaba moderna, lontana dalle crudezze della tradizione classica. Primo fra tutti, la magia, una magia di partenza che funzioni da 'miccia' per la narrazione successiva. E poi ancora l'avventura, intesa come percorso di crescita, ovvero una serie di vicende e peripezie che il/i protagonisti hanno di fronte a sé, in sintesi le molte prove che devono superare. Ancora dalla fiaba derivano le tipologie dei personaggi: eroi, nemici, donatori, aiutanti, mandanti...
In una galleria di personaggi strepitosi, primi fra tutti i Consiglieri del re di Nolandia, narrati nei loro dialoghi come se anticipassero le comiche degli anni Trenta, il ritmo è saltellante, allegro, divertente. Divertente e ironica - e in questo la traduzione italiana di Marianna Cozzi è perfettamente all'altezza soprattutto nei nomi dei personaggi, da Manforte, Manbassa, Manovaldo, Manolesta e Giucco fino ai Rudi-Rolli - è l'onomastica e la toponomastica del racconto. A Italo Calvino sarebbero entrambe piaciute tanto, e, chissà, che forse non ne siano anche inconsapevole eco o dichiarato omaggio.

Considerato dallo stesso Baum e dai critici dell'epoca la sua migliore prova d'autore, La storia del mantello magico (in originale Queen Zixi of Ix, Or the Story of the Magic Cloak), è una gioia da leggere, per la sua leggerezza e scorrevolezza nel narrare una fiaba sulla potenza del sogno e il senso del desiderio, raccontato con uno sguardo curioso, stupito e 'sconfinato', come è quello dei ragazzini. Il desiderio che, se portato all'esasperazione, è laccio che ci lega.
"Desideriamo quello che non possiamo avere, e lo vogliamo non tanto per trarne beneficio, ma perché rappresenta qualcosa di irraggiungibile..."
Parola di Regina Zixi.
Ma è anche una gioia averlo tra le mani, nella preziosa prima edizione italiana curata da Donzelli per la sua collana Fiabe e storie. Dalla carta spessa e porosa al tatto, alle tavole di Aurélia Fronty, ad evidenza, l'illustratrice delle 'fate' per questa casa editrice (spero vi sia passato tra le mani Filo di fata, 2009).
Desideratelo, come me.


Carla

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