BENEDETTA FANTASCIENZA!
Davvero
originale il nuovo romanzo di Tommaso Percivale, Messaggio
dall'impossibile, che prende spunto e ispirazione dalle imprese
spaziali di Unione Sovietica e America nei primi anni '60; ma prende
spunto anche dalla copiosa produzione letteraria che in quegli anni
infiammò la fantasia di moltissimi ragazzi e ragazze, me compresa:
la fantascienza, classica letteratura 'di genere' che in realtà
spaziava da argomenti sociologici a quelli scientifici o filosofici e
che ha ispirato molti film passati alla storia.
Anche
l'autore, con tutta evidenza, si è nutrito di questo misconosciuto
patrimonio letterario e cinematografico, cui affida, con degnissime
citazioni, l'apertura di molti capitoli.
Il
protagonista di questa storia, Buccia, timido quattordicenne
torinese, cresce nutrendosi di storie di questo tipo, ma, appunto,
siamo negli anni '60; Buccia non va a scuola, fa qualche lavoretto e
nel tempo libero si è costruito una radio artigianale insieme
all'amico Jack; non sono veri e propri radioamatori, ma spigolano nel
mondo dell'etere alla ricerca di scoperte e di complotti. E, guarda
caso, ci cascano dentro.
Incappano,
infatti, nel caso di due radioamatori torinesi che nel '61 captano un
messaggio dallo spazio; forse è di una misteriosa astronauta russa.
Ma c'è un mistero, qualcuno vuole a tutti i costi dei documenti
legati a quella trasmissione. Buccia viene inseguito, investito,
ricattato, ma grazie all'aiuto dell'amica Vic, indomita meccanica,
riesce a spuntarla.
Percivale,
contrariamente a quello che ci si aspetterebbe, ci appronta un finale
imprevisto e che può far discutere, soprattutto perché Buccia è un
antieroe e non fa ciò che ci si aspetterebbe di più, la cosa
giusta. La verità, che è anche una verità storica, non verrà a
galla, Buccia la affonda insieme alla sua infanzia e così farà con
Jack, il suo grande amico.
Come si
vede, c'è da discutere e credo che sarebbe un discorso interessante
da fare con i giovani lettori e lettrici, a partire dai dodici anni.
E' questo il punto su cui ho qualche perplessità.
Bella,
d'altro canto, la ricostruzione storica del clima di quegli anni,
segnati dalle imprese straordinarie della esplorazione dello spazio:
fantasie, progetti, sogni di espansioni future, destinati col tempo
ad affievolirsi e quasi sparire. Se allora queste imprese
infiammavano la fantasia dei più giovani, ora l'esplorazione dello
spazio, che ha consentito di vedere cose mai viste, non appassiona
più di tanto e la stessa letteratura è specchio di questo
disinteresse. Sono molti a fantasticare di mondi distopici o di
cavalieri e dame in chiave fantasy. Molti meno ad interrogarsi sul
futuro dell'umanità e della scienza, su un altrove concreto, solo
per ora inibito alla nostra conoscenza.
L'unica
degna eccezione in questo senso sono stati i romanzi di Stephen e
Lucy Hawking, per altro ben apprezzati dai lettori.
Chissà,
poi, se le citazioni e i riferimenti a tanti capolavori della
fantascienza, primo fra tutti Cristalli sognanti, non possa
far crescere un pizzico di curiosità in quel vasto territorio
dimenticato della narrativa 'di genere'. Ai tanti autori citati da
Percivale aggiungerei Sheckley, Simak, Vance, Brown, Dick.
Confido
nel ciclico riscoprire ciò che per moda è stato dimenticato.
Eleonora
“Messaggio
dall'impossibile”, T. Percivale, Einaudi Ragazzi 2015
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