LA FILOSOFIA ILLUSTRATA
Il mare nel deserto,
Silvia Paradisi, Leticia Ruifernández
Orecchio acerbo 2015
ILLUSTRATI PER MEDI (dagli otto anni)
"La pozza d'acqua lei era
sicura: lei era il mare e nessuno poteva affermare il contrario. La
palma scosse le foglie, quasi un po' irritata. Ormai era stanca di
quella storia: non era il mare, no e gliel'avrebbe dimostrato."
Vicine da sempre,
la pozza d'acqua in una oasi nel deserto e l'alta palma che le è
cresciuta accanto e che ora la ombreggia discutono. L'argomento è
l'infelicità della pozza che è convinta di essere mare e che quindi
di essere fuori posto, in mezzo a tanto deserto. La palma, che dalla
sua altezza pensa di essere più saggia, argomenta la sua posizione
attraverso tre dati a suo dire inconfutabili: il mare deve avere
conchiglie sulla riva, uccelli che le volino sopra e bambini che
nuotino dentro. In effetti la pozza è costretta ad ammettere di non
possedere nessuno dei tre elementi. E mentre è li che si ripromette
di verificare quanto sostenuto dalla palma, a molti chilometri di
distanza una donna e la sua bambina si abbracciano per consolarsi di
un grande dolore. Il marito della donna, il padre della bambina, è
appena morto. Piena di tristezza e solitudine, la donna decide che
per lei e per sua figlia sia giunto il momento di 'tornare a casa'.
Prima di intraprendere il lungo viaggio che le aspetta per arrivare
al villaggio di origine, un piccolo gruppo di case nate intorno a
un'oasi, la bambina decide di salutare per l'ultima volta la cosa
più cara che ha: il mare. Un ultimo bagno di commiato, con gli
uccelli che le volano sopra e con le tasche del vestito piene di
conchiglie.
Ed ecco che le due
storie si congiungono: la destinazione di madre e figlia è proprio
l'oasi dove pozza e palma discutono. E, destino vuole che la pozza
ora abbia tutti e tre gli elementi che la palma aveva indicato come
imprescindibili per essere mare. Ma più di conchiglie che poi
diventano collane, bambine che poi diventano donne, uccelli che sono
solo di passaggio, può il tempo. Solo con il tempo la pozza
raggiunge la felicità, scoprendo, in un percorso personale, che per
essere felici non occorrono conchiglie, bambini e uccelli ma 'solo'
accettazione di sé.
Un albo illustrato
che è anche un libro di filosofia. Filosofia illustrata.
Come accade molto
spesso, il pensiero profondo e complesso trova espressione non solo
nelle parole, ma anche di più nel segno, ovvero nel disegno.
Potrebbe sembrare
un'ovvietà, ma in tempi oscurantisti come sono i nostri (dove i
libri illustrati vengono messi all'indice da ottusi sindaci o da
organizzatori di importanti premi letterari) forse è il caso di
ribadire quanto l'illustrazione sia un codice di comunicazione di
grandissima efficacia, importanza e valore. Non mi sento di dire che
il bel testo di Silvia Paradisi sarebbe poca cosa senza gli
acquerelli di Leticia Ruifernández, ma sono convinta, come accade in
ogni bell'albo illustrato, che testo e immagine si compenetrino a tal
punto da valorizzarsi a vicenda.
Non difenderò da
qui l'albo illustrato, tout court, anche se penso che evidentemente
ce ne sia un urgente bisogno, ma mi 'limito' a constatare che
quest'albo illustrato, in entrambe le sue parti -parole e immagini-
è un utile strumento di riflessione (missione principale di ogni
libro), oltre che essere una gioia per gli occhi. I ragionamenti di
una pozza d'acqua e di una palma, sono l'esito di una raffinata
narrazione di Silvia Paradisi su un tema di proporzioni ciclopiche:
il senso della propria esistenza. Declinato secondo una prospettiva
che vede l'accettazione di sé come risolutiva per il raggiungimento
della propria felicità, l'argomentare della Paradisi va anche oltre
e dimostra al piccolo come al grande lettore che nella vita è meglio
trovare in sé le ragioni, il senso dell'esistenza, piuttosto che
cercare altrove effimere e passeggere spiegazioni. E ultimo ma non
ultimo, sembra dire il racconto, nella vita bisogna cercare di essere
ciò che ci si sente di essere e al diavolo i condizionamenti e la
saggezza delle palme. A tutto questo aggiungete la sensibilità delle
tavole di Leticia Ruifernández che, montate in una rilegatura che
sembra un calendario, sono fatte di luce e di trasparenze. Ogni
piccola sfumatura emotiva viene accolta ed amplificata: la relazione
affettiva fra madre e figlia, l'ingenuità del corpo nudo della
bambina vista di schiena ne sono un emblematico esempio. In un gioco
di rimandi cromatici tra il mare di giallo del deserto e il mare di
bianco e celeste del villaggio, regna sovrano il colore rosso della
bambina, indimenticabile e unico fin dalla copertina.
Carla
Noterella al margine: complice la crudeltà mentale dell'Acea, mio fornitore di energia, e complice il risentimento che mi ribolle dentro al sapere che in un prestigioso premio letterario, quale pensavo fosse lo Strega, si escludono per regolamento i libri con le illustrazioni, PER RABBIA pubblico questo post con la sola illustrazione della copertina. Per una volta voglio allinearmi con tutti coloro che pensano che le illustrazioni siano una strada in discesa verso lo spianamento del pensiero complesso.
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