LA SCELTA DELL'EDITORE
Il
confronto che oggi vi propongo è fra due romanzi pubblicati dallo
stesso editore, che li ha virtualmente collocati in scaffali lontani,
la narrativa per ragazzi e il romanzo fantastico, o fantasy, se
preferite. Quest'ultimo, L'oceano in fondo al sentiero (qui l'autore che legge) di Neil Gaiman, in America è proposto ai più giovani, mentre qui la
collocazione nella collana Strade blu, ora
in Oscar, della Mondadori lo colloca nella narrativa
'per grandi', e dunque ha raggiunto solo i giovani lettori più
informati. E' vero che Gaiman è uno scrittore duttile, che spazia
dal fumetto alle storie esplicitamente per bambini, e spesso è
difficilmente riducibile a un genere o all'altro. Vi racconto,
allora, brevemente la trama: la narrazione parte con un protagonista
adulto, che torna nei luoghi della sua infanzia, in occasione di un
funerale; qualcosa lo spinge a cercare una casa, dove vive
l'enigmatica signora Hempstock, sul cui terreno si trova uno stagno.
Sedendosi qui, su una panchina a contemplare l'acqua, ricorda cosa
successe quando aveva sette anni. Tutto cominciò con la morte del
suo gatto e col suicidio di uno strano visitatore, cui seguì
l'incontro con una famiglia di sole donne, la più giovane delle
quali, Lettie, era poco più grande di lui, ed è lei che lo aspetta
ancora, nello stagno dietro la casa delle signore Hempstock, la cui
memoria arriva all'inizio dei tempi.
Dunque,
per buona parte del romanzo abbiamo per protagonista un bambino di
sette anni che la sorte spinge ad incontrare il labile confine fra
questo ed altri mondi.
L'infanzia
è popolata di personaggi straordinari, del bene e del male che si
combattono senza esclusione di colpi, di drammi infinitesimali che
cambiano il corso della vita. Questo mondo di mezzo, fra realtà e
fantasia, pieno di inquietudini, di oscurità, Neil Gaiman lo
descrive con maestria: chi non ha combattuto epiche battaglie,
avventure straordinarie, in compagnia dei personaggi che popolano la
fantasia, non legga questo libro; come lo stesso protagonista,
appartiene alla categoria di persone che hanno dimenticato un bel
pezzo della propria infanzia. Diventare grandi implica davvero
dimenticare i mostri, le streghe buone, le battaglie contro le
oscurità misteriose e maligne? Come si vede, dietro la linearità di
una trama fantastica e un linguaggio spesso infantile, si cela una
complessità e una domanda che può essere di vitale importanza per
un adolescente, un ragazzo o una ragazza che ancora non sa che fare
della propria infanzia.
'I
bambini, come dicevo, usano vie traverse e sentieri nascosti, mentre
gli adulti seguono le strade maestre e i percorsi stabiliti.'
L'altro
libro che vorrei proporvi è L'alfabeto del silenzio, che ha
una storia per certi versi speculare; romanzo a tutto tondo, con
elementi di interesse anche per i ragazzi più grandi, è stato
ristampato, da una prima edizione scolastica, direttamente nella
collana Oscar junior, escludendo un lettore più maturo. Qui
troviamo una bella storia d'amicizia fra Connor, l'io narrante, e
Brandwell, immerso in un improvviso mutismo dopo un evento
traumatico. E' stato forse lui il responsabile della caduta della
piccola Nikki, la sorellastra ora in coma?
Il
romanzo parte da qui, da un amico messo di fronte al dubbio di una
tragedia sfiorata; ma un amico è un amico, e Connor ce la mette
tutta nel cercare la verità, che non può passare altro che da
quello che Brandwell dirà; ma come comunicare con lui? E' necessario
inventare un nuovo alfabeto, un nuovo linguaggio, per scoprire una
verità che, ovviamente, non è quella che appare.
La
trama non può essere svelata più di così, se non aggiungendo che
svolge un ruolo importante la baby-sitter Vivian, oggetto del
desiderio del preadolescente diventato muto. Di cosa realmente si
sente in colpa, forse dell'attrazione provata nei confronti di questa
ragazza più grande, esibizionista e maliziosa? Diventare grandi è
anche fare i conti con un desiderio che appare ancora oscuro,
imbarazzante, colpevole. Ed è il confronto con un amico vero,
disposto ad ascoltare l'alfabeto del silenzio, che consente di
ritrovare la strada della normalità, l'affermazione di una verità
liberatoria. Dunque, una grande storia di amicizia e una storia che
ruota intorno al tema della paura di diventare grandi, del senso di
colpa che ne deriva e del rifiuto del mondo adulto, segnato
dall'inganno.
Vi ho
proposto questi due libri, entrambi adatti a giovani lettori e
lettrici dotati di una certa maturità personale, dai tredici anni
in poi, perché sono ottimi romanzi e, nello stesso tempo,
rappresentano bene gli strani meccanismi editoriali: attribuire un
testo a una certa collana implica predeterminarne la collocazione in
libreria. Sbagliare collana, così come copertina o formato, può
significare far morire un libro senza che sia mai sottoposto al
giudizio del suo pubblico ideale. Questo è ancor più vero
soprattutto perché buona parte dei lettori si serve da librerie,
fisiche o virtuali, in cui il filtro critico del libraio è stato
eliminato.
Eleonora
“L'oceano
in fondo al sentiero”, N. Gaiman, Mondadori 2013
“L'alfabeto
del silenzio”, E.L. Konigsburg, Mondadori 2002, 2015
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