lunedì 31 agosto 2015

UNO SGUARDO DAL PONTE (libri a confronto)


LA SCELTA DELL'EDITORE


Il confronto che oggi vi propongo è fra due romanzi pubblicati dallo stesso editore, che li ha virtualmente collocati in scaffali lontani, la narrativa per ragazzi e il romanzo fantastico, o fantasy, se preferite. Quest'ultimo, L'oceano in fondo al sentiero (qui l'autore che legge) di Neil Gaiman, in America è proposto ai più giovani, mentre qui la collocazione nella collana Strade blu, ora in Oscar, della Mondadori lo colloca nella narrativa 'per grandi', e dunque ha raggiunto solo i giovani lettori più informati. E' vero che Gaiman è uno scrittore duttile, che spazia dal fumetto alle storie esplicitamente per bambini, e spesso è difficilmente riducibile a un genere o all'altro. Vi racconto, allora, brevemente la trama: la narrazione parte con un protagonista adulto, che torna nei luoghi della sua infanzia, in occasione di un funerale; qualcosa lo spinge a cercare una casa, dove vive l'enigmatica signora Hempstock, sul cui terreno si trova uno stagno. Sedendosi qui, su una panchina a contemplare l'acqua, ricorda cosa successe quando aveva sette anni. Tutto cominciò con la morte del suo gatto e col suicidio di uno strano visitatore, cui seguì l'incontro con una famiglia di sole donne, la più giovane delle quali, Lettie, era poco più grande di lui, ed è lei che lo aspetta ancora, nello stagno dietro la casa delle signore Hempstock, la cui memoria arriva all'inizio dei tempi.
Dunque, per buona parte del romanzo abbiamo per protagonista un bambino di sette anni che la sorte spinge ad incontrare il labile confine fra questo ed altri mondi.
L'infanzia è popolata di personaggi straordinari, del bene e del male che si combattono senza esclusione di colpi, di drammi infinitesimali che cambiano il corso della vita. Questo mondo di mezzo, fra realtà e fantasia, pieno di inquietudini, di oscurità, Neil Gaiman lo descrive con maestria: chi non ha combattuto epiche battaglie, avventure straordinarie, in compagnia dei personaggi che popolano la fantasia, non legga questo libro; come lo stesso protagonista, appartiene alla categoria di persone che hanno dimenticato un bel pezzo della propria infanzia. Diventare grandi implica davvero dimenticare i mostri, le streghe buone, le battaglie contro le oscurità misteriose e maligne? Come si vede, dietro la linearità di una trama fantastica e un linguaggio spesso infantile, si cela una complessità e una domanda che può essere di vitale importanza per un adolescente, un ragazzo o una ragazza che ancora non sa che fare della propria infanzia.
'I bambini, come dicevo, usano vie traverse e sentieri nascosti, mentre gli adulti seguono le strade maestre e i percorsi stabiliti.'


L'altro libro che vorrei proporvi è L'alfabeto del silenzio, che ha una storia per certi versi speculare; romanzo a tutto tondo, con elementi di interesse anche per i ragazzi più grandi, è stato ristampato, da una prima edizione scolastica, direttamente nella collana Oscar junior, escludendo un lettore più maturo. Qui troviamo una bella storia d'amicizia fra Connor, l'io narrante, e Brandwell, immerso in un improvviso mutismo dopo un evento traumatico. E' stato forse lui il responsabile della caduta della piccola Nikki, la sorellastra ora in coma?
Il romanzo parte da qui, da un amico messo di fronte al dubbio di una tragedia sfiorata; ma un amico è un amico, e Connor ce la mette tutta nel cercare la verità, che non può passare altro che da quello che Brandwell dirà; ma come comunicare con lui? E' necessario inventare un nuovo alfabeto, un nuovo linguaggio, per scoprire una verità che, ovviamente, non è quella che appare.
La trama non può essere svelata più di così, se non aggiungendo che svolge un ruolo importante la baby-sitter Vivian, oggetto del desiderio del preadolescente diventato muto. Di cosa realmente si sente in colpa, forse dell'attrazione provata nei confronti di questa ragazza più grande, esibizionista e maliziosa? Diventare grandi è anche fare i conti con un desiderio che appare ancora oscuro, imbarazzante, colpevole. Ed è il confronto con un amico vero, disposto ad ascoltare l'alfabeto del silenzio, che consente di ritrovare la strada della normalità, l'affermazione di una verità liberatoria. Dunque, una grande storia di amicizia e una storia che ruota intorno al tema della paura di diventare grandi, del senso di colpa che ne deriva e del rifiuto del mondo adulto, segnato dall'inganno.

Vi ho proposto questi due libri, entrambi adatti a giovani lettori e lettrici dotati di una certa maturità personale, dai tredici anni in poi, perché sono ottimi romanzi e, nello stesso tempo, rappresentano bene gli strani meccanismi editoriali: attribuire un testo a una certa collana implica predeterminarne la collocazione in libreria. Sbagliare collana, così come copertina o formato, può significare far morire un libro senza che sia mai sottoposto al giudizio del suo pubblico ideale. Questo è ancor più vero soprattutto perché buona parte dei lettori si serve da librerie, fisiche o virtuali, in cui il filtro critico del libraio è stato eliminato.

Eleonora

L'oceano in fondo al sentiero”, N. Gaiman, Mondadori 2013
L'alfabeto del silenzio”, E.L. Konigsburg, Mondadori 2002, 2015






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