BUONI MAESTRI
Il bambino dei baci, Ulf
Stark, Markus Majaluoma
(trad. Laura Cangemi)
Iperborea 2018
NARRATIVA PER MEDI (dai 7 anni)
"In camera sua la finestra era
socchiusa, per far girare un po' l'aria. Lei si era ripulita e
pettinata, si era lavata i denti e anche messa il vestito elegante.
'Sei pronta o no?' le chiesi. 'Manca solo una cosa' rispose. Poi andò
a prendere un giradischi portatile e mise su un disco con della
musica per violino e fisarmonica. Disse che al primo bacio bisognava
fare le cose per bene."
Il piccolo Ulf è
un fratello minore. Ed è a un passo da due eventi importanti della
sua vita: la gara di corsa con i sacchi e il primo bacio.
Come ogni fratello
piccolo nei confronti del fratello maggiore alterna momenti di
assoluta riverenza a momenti di consapevole autonomia. E anche di
fronte a questi due eventi - gara e bacio - il piccolo Ulf non può
fare a meno di ascoltare il fratello pur volendo, nello stesso tempo,
dare retta a se stesso.
A parlar di baci e
di corse coi sacchi, quel giorno sulla spiaggia dove le donne vanno a
fare il bagno svestite, con suo fratello Janne ci sono altri due
amici grandi. Loro, di baci se ne intendono perché ne hanno già
dati un bel po'. Addirittura dieci, spara Janne. E anche di corse con
i sacchi ne sanno certo più di lui che l'anno scorso è caduto a
faccia avanti dopo solo due salti, facendo una brutta figura che
ancora brucia.
Se la rinuncia alla
corsa coi sacchi non gli sembra disonorevole, al contrario la
questione del bacio e del solletico che provoca sulle labbra lo
stuzzica al punto di voler alzare il tiro e baciare la ragazzina più
carina dell'universo.
Come andranno le
cose non viene scritto qui, di proposito.
Come spesso accade
nella vita vera sono i buoni maestri a fare la differenza.
E tanto per la
corsa quanto per il bacio, il piccolo Ulf è stato bravo a trovarsi
il migliore, anzi la migliore.
Non arriva a 50
pagine questo brevissimo racconto di Ulf Stark eppure ha il piglio di
un libro necessario. Un libro che ogni ragazzino o ragazzina dovrebbe
aver letto e dovrebbe tenere infilato in tasca per rapide
consultazioni alla bisogna.
Scritto e quindi
poi tradotto con la stessa naturalezza e freschezza che ha l'acqua
corrente in montagna, Il bambino dei baci colpisce per diversi
motivi.
Il primo è in
qualche modo già detto: la scorrevolezza di un testo che nella sua
alternanza tra dialoghi e riflessioni interiori dell'io narrante è
talmente autentico che diventa specchio di realtà in cui ognuno può
riconoscere porzioni di se stesso. E questo a prescindere da età,
sesso e latitudine di nascita.
Va da sé che se
così stanno le cose, dipende dal fatto che Ulf Stark sulla questione
è stato capace di centrare il bersaglio più profondo, andare al
nocciolo duro.
Ha raccontato con
onestà la curiosità dei bambini in crescita, l'approccio fattuale e
non speculativo che hanno i piccoli di fronte a ogni questione. Ha
saputo ricreare con autenticità la relazione che esiste tra
fratelli, il suo modificarsi dal giorno in compagnia alla notte a tu
per tu, come pure ha saputo mettere nero su bianco certo cameratismo
'naturale' tra maschi e femmine, lontano da ogni preconcetto e
'pruderie' adulta. E soprattutto ha saputo registrare la magnifica
capacità dei ragazzini di sapere vedere oltre, ovvero di essere in
grado di interpolare sfere tra loro molto diverse, che per gli adulti
sarebbe impensabile anche solo avvicinare.
Cosa c'entra saper
baciare con il saper correre nei sacchi di patate senza inciampare?
Insomma, cose di
non poco conto.
E questo, per amore
di verità, non è affatto frequente: questo accade solo in quei
pochi adulti che hanno saputo da grandi ricordare parti della loro
infanzia, ovvero quegli adulti che di essa sanno ancora 'leggere' la
lingua e parlarla, o meglio tradurla, nonostante il loro essere
adulti. Ripeto: non è roba da tutti.
Non so se dipenda
dal clima, ma mi pare quasi lapalissiano affermare che la letteratura
del Nord in questo senso è un passo avanti agli altri. Ne deriva che
le case editrici come Iperborea, che dell'estremo nord dell'Europa
hanno fatto il loro terreno di cultura, siano da tenere sempre sotto
osservazione.
Raramente li ho
visti sbagliare un colpo.
Carla
Noterella al
margine. In totale autonomia Markus Majaluoma suggerisce una
ipotetica colonna sonora per primi baci, qualora la musica di violino
e fisarmonica scelta da 'Armata Rossa' non fosse di facile reperimento.
Geniale, a suo modo.
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