venerdì 2 marzo 2012

OLTRE IL CONFINE (libri dall'estero)


L'ATTESA
dedicato Francesca A.

AND THEN IT'S SPRING, Julie Fogliano, Erin E. Stead
Roaring Brook Press 2012

"First you have brown,
all around you have brown
then there are seeds
and a wish for rain
and then it rains
and it is still brown,
but a hopeful, very possible sort of brown..."


ILLUSTRATO PER PICCOLI, MEDI, GRANDI (dai 5 anni)
Una poesia che racconta l'attesa. Un bambinetto, il suo cane e la sua tartaruga guardano la terra marrone che li circonda e che sta lentamente uscendo da una grande nevicata invernale. E poi arriva un carretto rosso con un sacco di semi di patate, pomodori, peperoni, piselli, carote e cipolle. Da piantare. Piccoli mucchi di terra sparsi qua e là, sovrastati ciascuno da un cartellino che segna un possibile futuro di piantina. E da qui comincia l'attesa: per la pioggia, che arriva, per la foglia che non spunta. 

E così passa una settimana e ad aspettare ormai sono diventati di più: un leprotto e tanti uccellini. Ognuno è custode di un proprio mucchietto. Forse non spunta niente, perché sono stati gli orsi che non sanno leggere i cartelli "PER PIACERE NON CALPESTARE ci sono semi che ci stanno provando". E così passa un'altra settimana. Solo se attacchi l'orecchio alla terra e chiudi gli occhi puoi percepire un ronzio verdognolo...e passa ancora un'altra settimana. In un giorno di sole, arrivato dopo un giorno di pioggia, nulla è più marrone. Ogni cosa è verde, verde, verde. Ce l'hanno fatta.

Aspettare è una condizione languida dell'animo umano. Ha a che fare con opposte sensazioni. E' un misto di speranza e delusione, di paura e sicurezza, di allegria e malinconia ed è questo il suo bello. 


L'attesa è il luogo del sogno, del vorrei, del mi piacerebbe. L'infanzia è la terra ideale dove l'attesa attecchisce. I bambini sono sempre lì che aspettano: che qualcuno li venga a prendere a scuola, che qualcuno gli faccia un regalo, che qualcuno gli racconti una storia, che qualcuno giochi con loro,che qualcuno li porti qua e là. Aspettano anche che il loro cane di pezza cominci a parlare, che atterri un'astronave sul loro balcone e che quel passato di verdura sparisca per incanto dalla loro scodella.
Ecco, anche l'incanto fa parte dell'attesa. L'incanto di vedere che tanto aspettare ha avuto il suo esito.
Non so dirvi ora tutto quello che questo libro contiene, perché ogni volta che lo sfoglio ne colgo un pezzetto di più. La potenza degli sguardi, la crescita di una piccola comunità che partecipa all'attesa, il tempo che scorre e che dà un ritmo e un senso alle cose, l'effetto nebbioso dei colori, la purezza e l'essenzialità dei gesti e, sopra ogni cosa, la poesia di Julie Fogliano.
Così come mi aveva colpito al cuore Il raffreddore di Amos Perbacco, (Babalibri, 2011), altrettanto, se non addirittura di più, mi colpisce And then it's spring.
Julie Fogliano è commovente nel suo dar voce a impalpabili e indescrivibili sensazioni, così come i disegni di Erin E. Stead danno loro forma e colore. Mi pare sia un continuo rimando tra parole e immagini in un crescendo di emozioni e tenerezza che si diffondono nelle pagine e dalle pagine nell'aria e tu, che hai questo libro in mano, ti lasci addolcire l'animo e quando lo chiudi (non è così facile, perché una volta finito, lo ricominceresti di nuovo) con un sospiro senti che il semino è piantato in fondo al tuo cuore e cominci ad aspettare.
Ecco, è l'attesa che qualcuno lo pubblichi qui.



Carla

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