lunedì 11 marzo 2019

FUORI DAL GUSCIO (libri giovani che cresceranno)


FANTASMI IN GIARDINO



Ancora una volta il terzetto di amici, Simona Billie e Aladdin, creato dalla svedese Kristina Ohlsson, è alle prese con le oscure presenze legate, questa volta, alla grande casa della nonna di Simona.
E’ lei, infatti, la protagonista del nuovo romanzo, intitolato impropriamente ‘Gli angeli di pietra’, pubblicato in queste settimane da Salani.
Titolo improprio perché le statue che campeggiano nel giardino della casa della nonna, che un tempo era un albergo, non sono affatto angeli, ma rappresentano una famiglia; fatto sta che queste grandi statue nottetempo cambiano posizione, mentre in una delle stanze, chiamata Camera dei Sospiri si sentono strani rumori.
Ad aggiungere mistero a mistero c’è un mangianastri, una cosa antica insomma, che la nonna regala a Simona insieme a dei nastri,su cui sono incise voci misteriose.
Ce n’è abbastanza per avere un po’ di paura e così Simona chiama in soccorso i suoi amici, protagonisti delle storie precedenti della Ohlsson.
A questa situazione complicata si aggiunge la malattia della nonna, che si aggrava sempre di più, addolorando profondamente la giovane protagonista.
Ovviamente le indagini proseguono e il terzetto di amici incontra diversi personaggi, il cui legame con la vecchia casa sul momento appare sospetto.
Simona e amici trovano in un’intercapedine della stanza misteriosa un fascio di lettere e un medaglione, che raccontano di una lontana storia d’amore.
Alla fine tutti gli indizi, che l’autrice sapientemente distribuisce lungo il racconto, vanno al loro posto e il soprannaturale cede il passo a una complicata storia di famiglia, che viene chiarita poco prima che la nonna muoia. Lasciando però, com’è costume dell’autrice, un margine di dubbio sul fatto che la verità sia tutta lì.
Come i precedenti, anche questo romanzo, dalla narrazione veloce e scorrevole, è costruito con grande attenzione e riesce a sostenere il clima misterioso della ghost story fino alla fine, risolvendo poi il nodo narrativo smontando pezzo per pezzo gli elementi di mistero per tradurli tutti, o quasi, in termini realistici. Questo è esattamente lo stile narrativo dell’autrice svedese, che riscuote un grandissimo successo in patria.
Qui si evidenziano i principali punti di forza e di debolezza di una produzione seriale di qualità, incentrata su una efficace costruzione narrativa, senza sbavature o incoerenze e da uno stile fresco e semplice, che rende la lettura adatta anche a lettrici e lettori, dai dodici anni in poi, un po’ pigri. La debolezza sta nella prevedibilità di uno schema che si ripete in ogni romanzo, con una situazione misteriosa i cui elementi vengono smontati man mano per trovarne una soluzione razionale. Sono molti gli autori che attingono al soprannaturale come parte integrante della narrazione, da Almond alla Hardinge, per citarne solo alcuni, ma nel caso della Ohlsson c’è una voluta aderenza al modello delle storie di fantasmi, con le ‘oscure presenze’ annunciate da strani fenomeni, oggetti che si spostano, voci, apparizioni, per poi ribaltare il discorso in termini quasi del tutto razionali. Non c’è traccia di spiritualismo, non c’è traccia di narrazione ‘fantasy’, al contrario c’è una attualizzazione di una tipologia di racconto, per esempio molto presente nella letteratura inglese, che utilizza largamente atmosfere inquietanti, indizi ambigui, suggestioni soggettive. La cifra di questo tipo di racconto è l’inquietudine di fronte a qualcosa di sfuggente, di vago, che spesso confonde i confini fra realtà e immaginazione; non c’è traccia di horror, che pure può essere ed è spesso un’interpretazione delle storie di fantasmi, ma un’insinuante sensazione di paura.
Una buona lettura, dunque, per chi non si spaventa facilmente.

Eleonora

“Gli Angeli di Pietra”, K. Ohlsson, Salani 2019


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