venerdì 22 novembre 2019

FUORI DAL GUSCIO (libri giovani che cresceranno)


LUCILLA DEL FARO


‘Lucilla’, romanzo d’esordio della nederlandese Annet Schaap, finora conosciuta come illustratrice, è un interessante mix di elementi realistici e fantastici.
Al centro della narrazione una bambina, Lucilla, ‘esiliata’ per punizione nella misteriosa casa dell’Ammiraglio, ed Edward, il bambino-pesce.
Lucilla, che si chiama in realtà Emilia, come la mamma deceduta tempo prima, vive con il padre in un faro; è lei ad accenderlo tutte le sere, perché il padre, privo di una gamba, non riesce a salire le ripide scale. Lo fa tutte le sere, tranne una: si dimentica fatalmente di andare a comprare gli zolfanelli in una cupa sera di tempesta. Il risultato è il naufragio di un vascello: il padre viene rinchiuso nel faro, condannato a svolgere le sue funzioni senza potersi mai allontanare, la bambina viene mandata ‘a servizio’ nella lugubre casa dell’Ammiraglio.
Vi arriva mentre è in corso un funerale e tutto appare spaventoso; si parla di un mostro pericoloso, rinchiuso in una stanza del piano superiore della villa.
Lucilla è una bambina testarda, che riesce comunque a conquistarsi la fiducia della burbera Martha e del figlio di lei, Lenny, un ragazzone non proprio brillante. La bambina si introduce nella stanza proibita, in realtà per cercare di vedere dalla finestra il faro in cui è rinchiuso il padre; lì incontra Edward, un ragazzino con una strana e fiabesca malformazione: un semi pesce, dai capelli verde alga e una coda che gli impedisce, ovviamente, di camminare. E’ il figlio del borioso Ammiraglio, tenuto nascosto e cresciuto da un fedele maggiordomo, il cui funerale è nei primi capitoli. Ora nessuno vuole avere a che fare con il giovane Edward, impaurito e rabbioso.
Il rapporto fra i due bambini, prima segnato dalla reciproca diffidenza, poi dall’amicizia e l’affetto, occupa tutta la terza parte del libro: la vicinanza di Lucille consente a Edward di riconquistare la sua vita, una sua libertà, fino a uscire dai limiti della proprietà paterna per incontrare quella che forse è la sua vera natura.
Qui il romanzo vira decisamente verso il fiabesco e innesta il processo che porta nel finale, al ritorno dell’odioso Ammiraglio, alla fuga e alla scoperta di una nuova vita per entrambi i protagonisti.
Le ultime parti del romanzo abbandonano la chiave realistica, se pur avvolta nel mistero, e il romanzo si popola di personaggi al limite: dai fenomeni da circo, ai pirati che aiutano il padre di Lucille a fuggire, alla stessa metamorfosi di Edward, tutto converge per creare quella atmosfera incantata, che può dare una svolta positiva alla narrazione.
Se nella prima parte la componente fantastica si insinua fra i dettagli, con gli elementi naturali che prendono voce, il dialogo mentale fra madre e figlia, tutti elementi che hanno molto a che fare con l’infanzia e la sua percezione della realtà, nella seconda parte entriamo proprio in un’altra dimensione, che abbandona i solidi ancoraggi alla realtà e diventa una fiaba attualizzata di ribellione e di libertà.
Mi sembra che questo dualismo, fra narrazione fantastica e realistica, non sia del tutto risolto e che in qualche modo penalizzi il romanzo, per altri versi scorrevole e avvincente, con accurate ricostruzioni d’ambiente.
Al di là dei personaggi, di sicuro il più riuscito quello della tenace Lucille, protagonista assoluto è il mare, con la sua potenza e le sue leggende e ancor di più come simbolo della libertà di andare oltre i confini, così come fanno i corsari.
Nonostante le trecentocinquanta pagine e più, consiglierei la lettura a giovani avventurosi/e a partire dai dodici anni.

Eleonora

“Lucilla”, A. Schaap, La Nuova Frontiera junior 2019


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