lunedì 25 novembre 2019

LA BORSETTA DELLA SIRENA (libri per incantare)


LETTERATURA SENZA AGGETTIVI

Clara e l'uomo alla finestra, María Teresa Andruetto, Martina Trach
(trad. Lorenza Pozzi)
Uovonero 2019


ILLUSTRATI PER MEDI (dai 7 anni)

"'Porta questi panni al signore della casa grande.'
Non ti distrarre.
Stai attenta.
Che non si sporchino.
Il signore lascia i soldi sulla porta, sotto lo zerbino."

Villaggio di poche case sparse nella pianura argentina. Un po' più lontana, la casa grande dove lasciare la biancheria pulita. Fuori dalla porta, sullo stesso zerbino che nasconde i soldi che spettano alla madre di Clara, la lavandaia.


Clara l'aiuta e come una piccola Cappuccetto Rosso argentina, parte con il cesto; nella testa riecheggiano le parole dette, le raccomandazioni.
Lasciato il cesto, raccoglie le poche monete. La tenda si scosta e la bambina incrocia lo sguardo di quel signore. Nulla di più.
Clara, sulla strada del ritorno, si ripete nella testa ciò che ha sentito di quella persona: non esce di casa, non può vedere la luce....
Fino alla volta successiva, quando la tenda della casa grande si scosta ancora di più e il signore dagli occhi tristi batte sul vetro per chiamarla.
Uno scambio di poche parole, due sole domande. Alle parole di Clara, perché vivi rinchiuso?, lui risponde con un'altra domanda, sai leggere?
Un libro rosso, come le sue scarpe, l'aspetta sotto lo zerbino la volta successiva. A ogni nuova consegna di panni ci sono nuove storie che l'aspettano.
Fino al giorno in cui la porta si apre e Clara entra.
Quando un bambino entra in una casa, entra in una vita altrui, qualcosa di quel luogo, di quell'esistenza cambia.
E così quelle stanze, piene di ricordi, piene di solitudine, piene di libri ascoltano, dopo tanto silenzio, il dialogo tra due voci. Poche parole per spiegare e per capire.
Bastano semplici gesti per far nascere tra loro un'intesa, per riaccendere un desiderio, per trovare il coraggio e la voglia di tenere aperta una porta, addirittura di varcarne la soglia.
I bambini, in questo, sono passpartout pressoché infallibili.

Per una letteratura senza aggettivi. Si può partire da qui per fare due ragionamenti su Clara e l'uomo alla finestra. Una storia che racconta di come la madre di María Teresa conobbe i libri e di come il suo amico Juan uscì alla luce del sole.
Un albo illustrato che, per come è concepito, attesta una volta di più che la missione della letteratura è quella di raccontare belle storie: María Teresa Andruetto, premio Andersen 2012, lo sostiene da sempre (Per una letteratura senza aggettivi, Equilibri 2014).
E le belle storie sono per tutti, ovvero sono lì a testimoniare che scrivere per l'infanzia non sia mestiere diverso, o addirittura più semplice, dello scrivere per grandi. Quindi, letteratura e basta.
Ed è da questa sana prospettiva che Andruetto riesce a raccontare nel contempo una storia singola e una storia universale, ovvero quella che riguarda il piacere di quella bambina verso i libri e la lettura e il diritto dell'infanzia di avere buona qualità nelle storie, sufficienti luoghi e occasioni di incontro con esse, buona quantità di titoli sugli scaffali.
La casa di Juan, per tornare alla storia singola, sembra essere il luogo ideale perché tutto questo accada.


Ma anche la storia personale di quel signore, Juan, a ben vedere, nel racconto della Tere Andruetto, da storia singola si fa storia universale e il passaggio dall'una all'altra è così naturale, che riempie il cuore di speranza.
Poche e calibrate parole, studiate in forma di dialogo o di monologo interiore, sono l'ordito solido e sapientemente 'traforato', su cui Martina Trach intreccia la sua trama figurativa.


La leggerezza del testo si specchia nei grandi spazi liberi, nel disegno volutamente non finito, nello zoom cinematografico, nell'aria aperta che Clara attraversa. La precisione delle parole si riverbera nei dettagli a matita, negli inserti a collage, nelle trasparenze di pattern a stampa per copertine di libri o tessuti, nella cura degli interni raccontati con precisione da carta millimetrata. Lo scorrere del tempo e dello spazio lo si coglie nel movimento che si moltiplica per seguire linee di direzione sempre differenti e nella stratificazione dei piani, sottolineati da tecniche anch'esse sempre diverse.


Il colore stesso è voce narrante, al pari della parola.
Martina Trach, poco più di trent'anni, ha cose da dire.

Carla

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