LA TRILOGIA DEI FIUMI
E siamo al numero tre: dopo ‘Il rinomato catalogo Walker & Dawn’
e ‘La sfolgorante luce di due stelle rosse’, baciati dal successo di pubblico e di critica, il terzo romanzo,
appena arrivato in libreria, rappresenta davvero una sfida a
mantenere le promesse fatte ai giovani lettori e lettrici, riuscire
a imbastire una nuova convincente storia d’avventura.
‘Il Fiore Perduto dello Sciamano di
K.’, firmato dall’ormai affermato Davide Morosinotto, è dunque
il terzo capitolo della trilogia dei fiumi, ambientato questa volta
in Sud America, lungo le sponde di diversi fiumi, ma fra tutti del
Rio delle Amazzoni.
La storia è ambientata nel 1986 e la
scelta della data ha un suo perché: per il particolare momento
politico attraversato dal Perù, paese in cui si svolge l’azione, e
per la necessità di armare i ragazzi protagonisti della vicenda di
pochi, ma significativi, strumenti tecnologici.
In breve, la trama: i personaggi
principali sono due, Laila, ragazzina finlandese affetta da una rara
malattia degenerativa, e El Rato, ‘il Momento’, un quasi coetaneo
che vive nell’ospedale di Lima in cui lei è ricoverata. La
diagnosi è impietosa e vede un progressivo deterioramento prima
della vista, poi di diverse facoltà mentali. El Rato è un ragazzino
con un Grande Segreto e un Grande Sogno, che si interseca con la
disperazione di Laila. Basandosi su un quaderno di appunti di un
medico passato di lì e mai più tornato da una spedizione nella
foresta amazzonica, i due decidono di partire alla ricerca del mitico
Fiore Perduto dello sciamano di K., un fiore capace di guarire le
malattie più difficili.
I due partono con pochi soldi e una
buona dose di incoscienza, senza sapere esattamente cosa li aspetta.
Il percorso è lungo e tortuoso e tocca
prima Cuzco e da lì il fiume Urubamba, poi il cuore della foresta
amazzonica. Ovviamente, ogni passaggio è ricco di incontri, di
amicizie, di colpi di scena; ritroviamo Viktor, qui diventato un
riottoso guerrigliero, protagonista del romanzo precedente; fino a
quando non si arriva al cuore magico di questa narrazione: l’universo
del pensiero sciamanico e il fragile equilibrio fra la vita e la
morte.
Non dico di più sulla trama, che
merita la dovuta ignoranza per essere apprezzata nei suoi meccanismi
narrativi e nelle sue continue sorprese.
A questo punto vorrei, invece, fare
alcune osservazioni: ad un livello più superficiale, di questo
romanzo si apprezza l’accurata ricerca bibliografica, ed è cosa
rara; la cura grafica dell’impaginazione con alcune trovate
interessanti che esplicitano il contenuto del testo. Ancora una volta
è un romanzo corale, con i singoli capitoli narrati in prima persona
da un personaggio di volta in volta diverso. Niente è casuale ed è
necessario porre la dovuta attenzione ai dettagli: ciascun
personaggio è contrassegnato da un animale e solo alla fine si
capisce perché ed è questo che fa scorrere un sottotesto, una
storia parallela, scritta sulle pagine nere, che parla di un’altra
realtà. La dovuta attenzione va rivolta al senso della suddivisione
in tre parti e ai personaggi che ivi compaiono.
A un livello diverso si pone, dunque,
il rapporto fra magia e realtà; Morosinotto riesce a rendere
credibile questa scissione in livelli di realtà paralleli, di cui
uno popolato di spiriti, che nel romanzo sono presenti fin
dall’inizio. Ho apprezzato la sospensione di giudizio come unica
condizione per rendere credibile una storia per il resto di un
realismo impressionante, piena com’è di dettagli di una precisione
quasi maniacale. E ho apprezzato ancor di più la delicatezza con cui
si affronta un tema di per sé così ‘pesante’ come quello delle
malattie incurabili. Una scelta coraggiosa, che porta a un finale
che non è inutilmente salvifico.
Se, dunque, ‘Il Fiore Perduto dello
Sciamano di K.’ è indiscutibilmente un romanzo di avventura
meticolosamente costruito, è anche a tutti gli effetti un romanzo di
formazione che non concede nulla alle facili emozioni, al contrario è
un interessante terreno di confronto con i più giovani su temi di
grande spessore.
Se volete sapere se mi è piaciuto, sì,
senza dubbio; direi quasi di più del ‘Rinomato catalogo’, ed è
già tanto.
Lettura consigliata a lettrici e
lettori molto attenti, a partire dai dodici anni.
Eleonora
“Il fiore perduto dello sciamano di K.”, D. Morosinotto, Mondadori 2019
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