L’editore
Fanucci non è nuovo alle incursioni nel territorio della letteratura
per ragazzi (non dimentichiamo, per citarne uno, il premiatissimo
Bambini nel bosco
della Masini); questa volta mi sembra tenti un’operazione audace e
interessante, mettendo insieme due scrittori di grido all’interno
di quella che forse sarà una serie di romanzi: sono le avventure di
un gruppo di ragazzi, Typos, che operano come una società segreta in
una metropoli controllata da un’agenzia, la K-lab, che attraverso
la manipolazione dell’informazione, fa loschi affari e copre
crimini di vario tipo.
Non
voglio dilungarmi sulla trama, preferisco fare alcune considerazioni
sull’impresa in cui si sono cimentati Baccalario e Sgardoli.
Intanto l’ambientazione è densa di richiami alla fantascienza anni
’60, nonché alla cinematografia che ad essa si è ispirata: la
Maximum City, la megalopoli in cui si svolge l’azione, immensa,
inquinata, ultra popolata, sembra presa di peso da Blade Runner, così
come il gruppo di ragazzi protagonisti, dotati di super poteri,
affonda le sue radici nei fumetti della Marvel e nella serialità
americana per ragazzi.
E
così la manipolazione genetica, l’inquinamento e così
discorrendo. Soprattutto nel primo volume, scritto da Baccalario con
la perizia che gli è solita, i riferimenti sono volutamente
espliciti e sottolineati, almeno questa è stata la mia impressione,
con l’elemento di maggiore presa sul presente rappresentato dal
controllo dell’informazione come chiave di volta del potere. Grande
ritmo, azione e ancora azione, i ritratti dei protagonisti lasciati
un po’ sullo sfondo. Sgardoli, autore del secondo romanzo, aggiunge
dei ritratti più approfonditi, accentua, in alcuni punti, la
dimensione horror o il lato sentimentale delle relazioni fra i
giovani.
Stiamo
parlando, se così si può dire, di serialità d’autore, diversa
dalle precedenti esperienze di entrambi, perché si cimentano
ciascuno separatamente sul medesimo canovaccio, che dovrebbe fare da
filo conduttore anche ai successivi romanzi. Serialità che solletica
evidentemente delle tendenze presenti nei gusti dei ragazzini (un
sapiente dosaggio di richiami ai temi chiave della fantascienza,
dell’horror, del fumetto) senza rinunciare alle prerogative del
romanzo d’autore.
Funziona?
Per quanto mi riguarda non disprezzo la serialità, al contrario ho
sostenuto spesso che fosse necessario, per la produzione italiana,
elevare il livello medio di quella massa consistente di storie
seriali di cui si nutrono i giovani lettori. E questa serie della
Typos va in questa direzione. Resta comunque quello che è, una
storia pensata in più puntate, come un calderone in cui mettere
determinati argomenti o spunti.
Ovviamente non sempre il mix riesce
bene, non ho apprezzato la vena horror introdotta da Sgardoli, perché
non pertinente a questa tipologia di racconto e inadatta al tipo di
lettore cui si rivolge; così come ho trovato troppo tranchant il
finale del suo romanzo, che si suppone voglia preludere a puntate
successive.
Apprezzabile
la scelta di un prezzo contenuto e di copertine molto simili alle
collane per lettori ‘grandi’, quasi un viatico per passare da
Baccalario a Philip Dick. E questo è il nostro augurio, soprattutto
considerando quanto la narrativa ‘di genere’ incida nelle letture
dei ragazzi.
Eleonora
“Typos.
La verità”, P. Baccalario, Fanucci 2012
“Typos.
Cartabianca”, G. Sgardoli, Fanucci 2012
Età
di lettura consigliata, dai 12 anni.
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