mercoledì 28 dicembre 2016

LA BORSETTA DELLA SIRENA (libri per incantare)


DI RITORNO A CASA

È ora di andare a nanna, Timothy Knapman, Helen Oxenbury
(trad. Chiara Carminati)
Mondadori 2016



ILLUSTRATI PER PICCOLI (dai 3 anni)

"Jack e Alice stavano giocando in giardino quando udirono un suono che sembrava Suuu uuu osss eshhh sssaa oooottee.
'Cos'è questo rumore?' chiese Jack.
'Viene dal bosco' disse Alice.
'Andiamo a vedere!'
'E se fosse il Lupo Cattivo?' disse Jack.
'Voglio andare a casa.'
Non preoccuparti, andrà tutto bene' rispose Alice, e prese Jack per mano."

Fratellino piccolo e sorella maggiore. Giocano a palla nel giardino della loro casa, al limitare di un bosco. Un giovane corvo li osserva da un ramo e il ragno ha tessuto la sua tela. Le foglie degli alberi sono verde chiaro. Siamo in una bella giornata di primavera.


Il loro gioco è interrotto da un suono indecifrabile che genera in Jack un po' di paura e molta curiosità in Alice. Andare a vedere significa addentrarsi nel bosco che diventa sempre più scuro e sempre più intricato. Il suono udito si trasforma e continua a spaventare il piccolo Jack e a incuriosire Alice. A ogni suono diverso il bambino aggiunge particolari sempre più spaventevoli per descrivere il Lupo Cattivo: zampe feroci, zanne voraci...Alice non molla e lo trascina sempre più in là, ripetendo ogni volta, come un ritornello, la solita frase: non preoccuparti, andrà tutto bene! dobbiamo essere coraggiosi....


Eppure quando entrambi scoprono l'origine di quei suoni è proprio Alice a tirare il fratello verso casa, ma è Jack che la ferma perché scopre che le zampe non sono feroci e le zanne non sono voraci...almeno non lo sono ora, in questo momento di affettuosa intimità di una mamma lupa con i suoi tre cuccioli da addormentare.

Costruito su un topos diffuso nella letteratura illustrata per la prima infanzia, ovvero l'immaginazione che genera un pericolo che poi si rivela infondato, È ora di andare a nanna spicca per equilibrio, ritmo e accuratezza formale. 
D'altronde, tra i molti libri di Knapman, sono sorattutto le illustrazioni a determinare la differenza. 
Va detto che Knapman, autore poliedrico e prolifico, in alcune circostanze più che in altre, è in grado di raggiungere un perfetto equilibrio di composizione. E' ora di andare a nanna è, fortunatamente, uno di questi. L'altro esempio è Soon, la storia di un elefante che scopre il mondo accanto alla propria mamma. 
In entrambi i casi Knapman costruisce i testi basandosi su un ritmo cadenzato di narrazione che ha al suo interno una sorta di ritornello, che rende entrambi i racconti estremamente adatti a una lettura ad alta voce con piccoli e piccole. 


Naturalmente la qualità del testo di base è lì, ma il plusvalore lo conferisce il tono che la Carminati sa imprimere, ancora una volta, al testo, così come ce lo siamo goduto mille volte nelle mille letture fatte di A caccia dell'Orso: una musicalità semplicemente perfetta.
Qui come lì occorre una sensibilità particolare per quelle sonorità, che contemporaneamente abbiano a che fare con il rumore che deve diventare suono e quindi testo poetico. Non tutti la hanno. Lei sì.
Il medesimo taste che dimostra Chiara Carminati nell'ambito delle parole, ha una sua precisa corrispondenza nelle immagini della Oxenbury. Anche lei contribuisce sensibilmente a fare la differenza nei libri che illustra, nobilitandone la qualità di partenza.
Cosa io pensi del suo modo di illustrare l'ho detto molte volte e finora non mi è mai capitato di dovermi smentire.
Anche in questo caso riconosco la cifra stilistica, e anche la sua poetica, assolutamente intatta.
A partire dai risguardi che sono una gioia per gli occhi, con un repertorio di verdi di un bosco di primavera alla luce del giorno che filtra tra le foglie e nella penombra che distingue il folto dei rami che, al contrario, non lasciano trasparire nessuna luce. Per finire all'uso del monocromo che fa da contrappunto narrativo alle grandi tavole a colori.
Piccoli dettagli non esplicitati nel testo accompagnano la lettura delle immagini - il piccolo corvo, l'intrico sempre più fitto dei rami, il gioco espressivo e gestuale dei due fratellini, gli occhi aperti del piccolo Jack che, invece di dormire, ripercorre con il pensiero le emozioni della giornata - e costituiscono altresì anch'essi un ulteriore valore dell'opera nel suo insieme.


Come nella maggioranza dei libri illustrati dalla Oxenbury si assiste all'avvicendarsi di avventura, ignoto, paura a quotidianità, consuetudine e rassicurazione. In questo senso il brusco cambio di prospettiva dell'ultima pagina che anche dal punto di vista cromatico è tutt'altro rispetto al resto, ha la fondamentale funzione di ricondurre tutto a un unico traguardo finale: creare quella atmosfera calda, di protezione, di intimità casalinga, la stessa che vede tutti i protagonisti di A caccia dell'Orso, raggomitolati sotto il grande piumino rosa. Ma anche Valdo, oppure il piccolo Henry abbracciato al suo nuovo cucciolo Charlie. 


Di ritorno a casa, insieme e salvi.

Carla


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