SBRENG
La Nuova Frontiera 2025
NARRATIVA PER GRANDI (dai 14 anni)
"Ji Ju-yeon? Non so molto di lei, a parte che è una tipa vivace, abbastanza brava nello studio e con un bel faccino. Però tutti dicono che lei e Park Seo-eun fossero molto legate. Erano sempre insieme, si dai tempi delle scuole medie. Non riesco a capacitarmi che sia potuta accadere una cosa del genere tra due amiche del cuore. Comunque, questa intervista verrà trasmessa per davvero? A che ora?"
La voce che sta raccontando quanto è successo è quella di una studentessa di prima superiore. Lei, come moltissimi altri, non ha visto niente, ma frequenta la scuola dove è avvenuta la morte di Park Seo-eun, una liceale di poco più grande di lei.
Il suo corpo è stato trovato una mattina nello spazio retrostante la scuola. Qualcuno, affacciandosi a una delle grandi finestre della scuola, guardando in basso ha visto Park Seo-eun riversa a terra, senza vita e ha urlato, dando l'allarme generale.
Accanto al suo corpo, resti di un mattone in frantumi, con ogni probabilità l'oggetto che l'ha colpita e uccisa. Dopo una breve indagine, viene sospettata dell'omicidio (al suicidio si è pensato solo per un attimo, ma sul suo corpo le tracce del colpo ricevuto non lasciavano dubbi) la sua amica del cuore Ji Ju-yeon.
La ragazza è stata vista correre via dalla scuola intorno all'ora della morte dell'amica, sul suo cellulare ci sono messaggi che alludono a una litigata tra le due, le sue impronte sui frammenti del mattone... E lei che riesce a ricordare poco e niente di quegli attimi fatali.
Intorno a questi che sono i fatti, pesa la percezione diffusa che tra le due l'amicizia fosse diventata burrascosa e che forse il loro rapporto fosse molto diverso da quello che l'apparenza mostrava.
Questa è la storia di una ragazza, studiosa, diligente, ricca e di buona famiglia che viene arrestata perché fortemente sospettata di aver ucciso Park-Seo-eun, la sua amica con cui condivideva tutto dai tempi delle medie...
Quarta e significativa uscita nella collana Oltre, per La nuova Frontiera.
Sbreng.
Centonovanta pagine costruite attraverso il racconto di diversi personaggi che ruotano intorno alla morte di una studentessa, per ragioni diverse. La voce di ciascuno fa vita a sé e la si ritrova nei singoli capitoli, il cui titolo ha la sola funzione di informare il lettore su chi stia parlando.
Attraverso questa sequenza di voci, la situazione si evolve, si chiarifica, si annebbia, prende una direzione, per poi prenderne un'altra esattamente nel modo in cui ciascuno di noi potrebbe ascoltare i racconti di altri, che di un unico fatto danno la loro personale visione, scambiandola inevitabilmente per l'unica realtà possibile.
Le voci sono quelle dell'avvocata Kim, che non ha mai perso un processo e che il facoltoso padre della sospettata le ha messo a fianco per essere sicuro in tal modo di uscirne illeso, la sua reputazione e i suoi affari, insieme alla figlia e alla moglie. A seguire quella dell'avvocato d'ufficio, quando la prima decide di punto in bianco di rinunciare al mandato.
I due genitori dell'imputata.
Il profiler che la polizia convoca, vista la riluttanza dell'imputata a confessare. E la sua confusione mentale sui momenti cruciali del suo alibi.
Varie compagne di scuola.
Il proprietario del negozio dove la vittima lavorava part time per aiutare la madre vedova ad arrivare alla fine del mese.
La madre della vittima.
Il fidanzato della vittima.
Il personale scolastico: dalla coordinatrice al custode e alcuni insegnanti del hagwon.
E nelle ultime vertiginose pagine, la voce di una testimone, finalmente, e di una testimone oculare.
Questa è l'ossatura magnifica del racconto, che ricorda in questo originale modo di raccontare una storia un altro libro epocale, Il bambino Oceano, di Jean-Claude Mourlevat.
Anche lì un forte non detto, che si svela lentamente come accade qui.
Lasciato da parte l'aspetto stilistico, rimane altrettanto "magnifica" e "raggelante" la storia che si racconta e le questioni che pone.
Un microcosmo di adolescenti, nella maggioranza ragazze, che competono per trovare il loro posto nel mondo e una loro dimensione affettiva che le appaghi. Ai blocchi di partenza sono in parecchie, una di loro partirà ma al traguardo non arriverà mai, perché "qualcosa" ha fermato la sua corsa.
Uno spaccato di società contemporanea che lascia senza fiato per la lucidità di analisi.
Scomodo, perturbante, doloroso, mette sul tavolo tante di quelle questioni che è davvero difficile non pensarci per giorni e giorni, una volta chiuso il libro.
Le insicurezze, le fragilità di uomini e donne e di ragazzi e ragazze, la dipendenza assoluta dal giudizio altrui al quale non siamo progettati per sottrarci. Giudizio che, nella contemporaneità, è talmente a portata di mano che permea ogni più piccolo spazio comunicativo e che, così pervasivo e potente, diventa l'unica percezione della verità in cui credere.
Ecco, la verità. Talmente forte è l'impatto del mondo che ci circonda, che è davvero semplice e più confortevole affidarsi al pensiero mainstream che elaborare una propria conclusione che ci porti alla verità. Costa meno e si vive meglio, al suo riparo. Ma resta da chiedersi: questo che conseguenze porta nella percezione che abbiamo di noi stessi? Fino a che punto siamo disposti a credere e a difendere quella che consideriamo la nostra singola verità, quando tutto quello che ci circonda sembra volerla negare? E quali strumenti abbiamo che ci rendono capaci di discernere il vero dal falso?
Insomma, domandine così.
Carla
Noterella al margine. C'è un dettaglio che non va ignorato in questa storia tutta coreana, e allo stesso tempo universale. Le ultime righe che l'autrice dedica al lettore, in cui si legge una gentilezza tutta orientale, che sarebbe utile tenere a mente...
"Ho imparato che uno scrittore ha una certa responsabilità verso i personaggi che popolano i suoi romanzi. Per questo mi sforzo di avvicinarmi a loro in punta di piedi. Tuttavia, per questa storia ho pensato che avrei dovuto iniziare destinando Seo-eun a una morte nefasta. Mi dispiace, e le chiedo scusa."
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