lunedì 12 marzo 2012

LA BORSETTA DELLA SIRENA (libri per incantare)

FOTO DI GRUPPO SENZA SIGNORA
 
GRAFFI SUL TAVOLO, Guus Kuijer
Salani, 2012

NARRATIVA PER GRANDI (dai 12 anni)


"Passano lunghi minuti, in un silenzio lugubre. Qualcuno piange. Il nonno invece non versa una lacrima. Poi la bara comincia a calare adagio adagio dentro la tomba. Scende bene, quasi senza urti.
'Come funziona, come funziona?' sibila Madelief. 'Come un ascensore' sussurra la mamma.
'Sì, è una bella cosa' brontola il nonno, 'che ci sia l'ascensore. La nonna non poteva soffrire le scale'
Madelief fa cenno di sì con la testa. Questo le è chiaro. Quando uno è morto, va seppellito nel modo più comodo possibile Senza urti. Con l'ascensore."

Seppellire qualcuno senza 'urti' non è sempre cosa facile. La nonna di Madelief è appena morta e tutti si stanno confrontando con questa scomparsa. Il marito, una figlia e questa giovane nipote che quasi non conosceva, riuniti intorno alla bara, ripercorrono il loro passato con lei: la grande assente. A questo funerale con poche persone verrebbe da chiedersi se la nonna di Madelief in vita non avesse goduto di grandi affetti. E così parrebbe. Attraverso le parole di chi l'ha amata, di chi la ha avuta vicina, di chi la ha avuta come madre, di chi la ha frequentata, si comincia a delineare il profilo di questa vecchia signora.
Una figlia poco coccolata che ancora oggi le serba rancore, un marito affaticato da troppa distanza con i bei ricordi, un figlio fuggito lontano e infine lei, una nipote che non sa nemmeno chi sia. Ed è proprio la curiosità nei confronti di questa nonna sconosciuta, a suggerire a Madelief mille domande. Il profilo che ne ricava è quello di una donna infelice, piena di durezze e di mille manie. Voleva fare l'esploratrice, voleva viaggiare, era difficile ai legami, era uno spirito libero, così la racconta il nonno: tutto questo era tua nonna, Madelief.
La vita però per lei andò in una altra direzione e questo le tolse per sempre la serenità.
Attraverso un percorso doloroso, ma anche rassegnato, il nonno, la madre e lo zio tirano le somme di quello che è stato il loro rapporto con lei. Il nonno, pur avendola sempre molto amata, ora rimpiange soprattutto gli inizi della loro storia e, con struggimento, si rammarica di non averla mai capita abbastanza. Mentre i due figli, la madre di Madelief e lo zio arrivato dal Canada, fanno i conti con la sua troppa durezza.

Un libro difficile che porta in sé molte bellezze. Provo a elencarle: la prima sta nell'idea di raccontare qualcuno, in sua totale assenza. Il personaggio principale di questa storia esiste solo nel ricordo degli altri eppure è una presenza fortissima per tutti, lettore compreso. La seconda bellezza risiede nel fatto che il libro ha il ritmo veloce di una sequenza di immagini, sembra un film. Il continuo costruire trama e personaggi quasi solo attraverso i dialoghi rende infatti la lettura leggera, nonostante il tema, e simile a una sceneggiatura. Terza bellezza sta nella lucidità estrema dell'autore nel discutere di temi molto duri: la morte, l'infelicità, la solitudine. Quarta bellezza sta nella grande onestà intellettuale e nel coraggio dell'autore nel toccare ed analizzare temi che lascerebbero spazio ad accomodamenti più rassicuranti per il lettore. Ma a questo ci aveva già abituato nel suo precedente romanzo: Il libro di tutte le cose (Salani, 2009) raccontando verità dure e tanto scomode da non essere quasi ammissibili. La quinta bellezza sta nella capacità di Kuijer di alternare momenti di grande commozione (il finale ancora una volta mi ha colto alla sprovvista...) a momenti di struggimento e tenerezza (i ricordi del nonno ne sono la più esemplare testimonianza), o di ironia, a momenti di grande asprezza, che ti lasciano graffi nell'anima.

Carla
Noterella al margine.Questo è il semetre delle riedizioni, che noia! Ne sono uscite a bizzeffe. E anche questo libro non fa eccezione. Resta comunque strabiliante vedere che Graffi sul tavolo è stato scritto nel 1978 e pubblicato per la prima volta da Salani, nella storica collana degli Istrici ancora nel 1996. 
Ulteriore nota: Guus Kuijer ha vinto per il 2012 l'Astrid Lindgren Memorial Award con la seguente motivazione: capace di raccontare sia le problematiche della società contemporanea sia di affrontare i grandi temi dell'esistenza umana. 

Nessun commento:

Posta un commento