martedì 12 marzo 2013

LA BORSETTA DELLA SIRENA (libri per incantare)


MAI FIDARSI DI UN GRANCHIO
 
QUESTO NON È IL MIO CAPPELLO! Jon Klassen
Zoolibri 2013


ILLUSTRATI PER PICCOLI (dai 4 anni)

"Questo cappello non è mio. L'ho appena rubato.
L'ho rubato a un grosso pescione. Era addormentato quando l'ho fatto.
E probabilmente non si sveglierà per un bel pezzo."


E invece il grosso pescione si sveglia e, accortosi del furto, parte all'inseguimento del piccolo pesce che glielo ha rubato.
Il piano del ladro prevede una fuga tra le piante che crescono grandi, là le foglie sono fitte e nessuno mai lo potrà scovare. Fidandosi dell'omertà del granchio, unico testimone -oltre a noi lettori- del suo nascondiglio, il pesce pensa di essere al sicuro...
Un fitto intreccio di alghe e foglie, come un sipario chiuso sulla scena, ci impedisce di vedere 'lo scambio di vedute' tra derubato e ladro.
A noi è dato verificare solamente che il cappello ha ripreso il suo posto sulla testa del grosso pescione che, sereno, ha ricominciato a sonnecchiare.

Alcuni indizi importanti mi facevano supporre che questo secondo libro di Klassen, potesse essere ancora più bello del primo, Rivoglio il mio capello!
Sebbene abbia sempre guardato con circospezione le 'seconde' puntate di libri di successo, perché, di solito, godono di certo naturale abbrivio dato dal successo del precedente, tuttavia non si vince a caso la Caldecott Medal!
Devo dire che le anticipazioni, trailer compresi, non rendono giustizia a questo libro: solo una volta che lo si ha in mano si capisce appieno la 'Klasse' di Klassen.
Con il precedente alcuni punti di contatto e talune differenze: ritornano i cappelli, i cappelli fuori misura e i ladri di cappelli; diversa, addirittura rovesciata è invece la prospettiva: qui si indaga il pensiero del ladro e non del derubato. Differente è anche il formato del libro che da verticale diventa orizzontale, il fondo delle pagine che da chiaro diventa nero.
Anche il coinvolgimento del lettore ritorna puntuale. Chi legge sa che le cose stanno andando ben diversamente da come pensa il piccolo ladro e questo non può lasciarlo indifferente. Lo fa ridere, inevitabilmente. Ad ogni frase del testo scritto, che corrisponde al pensiero del ladro, fa da controcanto un'immagine che lo smentisce, che corrisponde all'azione del grande pescione. E la grandiosità sta proprio nei piccoli dettagli, nei micro gesti o micro sguardi che Klassen disegna. La leggerezza, quella di calviniana memoria, frutto di un sapiente processo di eliminazione del superfluo, tre soli personaggi, pochi sgardi e qualche bollicina, frutto di una capacità di sintesi degna di un poeta, attraversa tutto il libro.
Nulla in questo libro è esornativo e la storia, illustrata e scritta, acquisisce valore sempre maggiore e da narrazione diventa paradigma esemplare.
Klassen, in un crescendo di 'rilanci' narrativi -il pescione non sa che è sparito il cappello, e anche quando lo scopre non sa chi l'ho ha rubato, e anche quando lo scopre, non sa dove trovarlo- lascia al lettore la grande incognita finale tutta da inventare.


Dietro quella cortina di alghe che cosa è successo? La pena presunta che il pescione commina al ladro dipende da vari fattori: dal grado di cattiveria del singolo lettore, dal livello di giustizialismo o di garantismo del bambino 'giudicante'.
Ciascuno di noi se ne deve assumere la responsabilità. E questo è un utile esercizio per l'anima, sempre.

Carla

Nessun commento:

Posta un commento