PRIMA DOPO POI
Ci
sono dei libri che sono dei contenitori di molteplici punti di vista,
sguardi sul mondo, e la sottolineatura sull'atto del guardare non è
casuale.
Quando
si sfoglia Prima Dopo di Anne-Margot Ramstein e Matthias
Aregui, la prima cosa che si nota sono le immagini, ovvero, e non è
banale, delle raffinate illustrazioni; il secondo passo è cogliere i
nessi fra una pagina e la successiva, per esempio un bruco che
diventa farfalla o un camaleonte che si mimetizza.
Il
prima e il dopo sono sequenze temporali, ma anche trasformazioni non
necessarie, dalla pianta del caffè alla tazzina fumante che
accompagna le nostre faticose giornate.
E
poi, sfogliando e risfogliando, ci sono sequenze che raccontano
storie; storie tutte da immaginare, perché non c'è una parola
scritta.
Allora
si può partire da una pecorella al pascolo, alla sua lana che si fa
gomitolo per una mamma che fa un berretto ad un bambino che gioca
nella neve.
Oppure
seguiamo un piccione e la sua penna, usata per scrivere, penna
destinata ad essere abbandonata per far posto alle macchine da
scrivere; ma il piccione ritorna per portare i messaggi, per essere
di nuovo sostituito da una semplice cartolina.
Dunque
un gioco per costruire storie, scoprire legami nascosti, e in questo
ricorda davvero Ballata di BlexBolex. Ma c'è un sottile filo
conduttore che lega tutte le immagini ed è il senso del tempo che
passa, il prima e il dopo appunto, con le trasformazioni che
comporta, con l'irreversibilità o forse la circolarità del suo
trascorrere, attraversandoci e attraversando tutto quello che c'è
intorno. Una clessidra piena all'inizio e una vuota alla fine di una
storia frammentata e uniforme come lo è la complessità della vita
fissata in tanti fermo immagine.
Bello
esteticamente, stimolante sul piano narrativo, può indurre
pericolose riflessioni anche filosofiche sulla natura del tempo.
Per
questo siamo grate all'editore italiano, L'Ippocampo, per avercelo
portato e siamo certe che piacerà a lettrici e lettori di età
diversissime.
Eleonora
“Prima
Dopo”, A.M. Ramstein, M. Aregui, L'Ippocampo 2014
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