LA VALIGIA DELLA RABBIA
Non sarai mica
arrabbiato? Toon Tellegen, Marc Boutavant
Rizzoli 2014
NARRATIVA ILLUSTRATA
PER MEDI (dai 7 anni)
"Tutte le sere,
al calar del sole, l'irace sale su una collinetta e grida: 'Non
tramontare! Non farlo! È già tutto finito? Non voglio...' Serra i
pugni, pesta i piedi, le lacrime agli occhi per la rabbia. Eppure,
ogni volta, il sole tramonta."
L'irace
è furiosa perché il sole non le dà ascolto e, come ogni sera, va
giù oltre l'orizzonte. La rabbia di questo topone con il cappello di
paglia in testa è una delle tante rabbie che si provano nella vita:
la rabbia che nasce dallo sconforto di non riuscire a 'piegare' il
mondo come ci piacerebbe, una rabbia che si impasta con certa
solitudine. Solo è anche l'elefante che sfoga la propria rabbia su
sé stesso in un dialogo interiore piuttosto serrato e buffo.
Tra
un lombrico e uno scarabeo si genera la rabbia effimera, puro
esercizio mentale. E' una rabbia che nasce dal nulla e così come
arriva così poi svanisce: quella che ogni tanto proviamo anche noi
senza apparente motivo, se non quello ormonale. L'oritteropo conosce
così bene se stesso che sa prevenire la sua rabbia, curando di
restare a testa in giù per evitare conseguenze peggiori. Saggezze
che noi umani sperimentiamo solo da vecchi.
Gamberi
piazzisti, scoiattoli pacifici, ippopotami e rinoceronti caparbi,
formiche sagge con i rospi e provocatrici con gli scoiattoli, alla
fine si ritrovano tutti intorno a un misero fuocherello a
preoccuparsi della scomparsa della rabbia, fino a che il grillo per
errore urta il ginocchio del rinoceronte che urla: Ehi, stai un po'
attento!...
Forse
non tutto è perduto e la rabbia è sempre lì che cova sotto la
cenere.
Declinare
secondo una dozzina di diverse prospettive il tema della rabbia è il
senso ultimo di questo gran libro di Ton Tellegen.
Un
sottile filo rosso, rosso di rabbia, lega questi brevi racconti che
si caratterizzano per essere al contempo pieni di ironia e di
saggezza. Letti uno di seguito all'altro, si ha la sensazione di
assistere a scene di vita quotidiana di una piccola comunità che
tanto assomiglia a quella umana.
In
questo senso il libro si offre come terreno ideale per riflessioni
condivise su quello che può essere il senso e l'utilità della
rabbia all'interno di un gruppo di persone. La prospettiva geniale di
Tellegen sta proprio nel non voler a tutti costi demonizzare la
rabbia. Lontano da ogni retorica buonista e falsa, di questo stato
d'animo si preferisce cogliere, piuttosto, il lato ridicolo e certa
ineluttabilità. Fa bene l'oritteropo a prendere le giuste
precauzioni contro quel lato di se stesso incontrollato, ma fa
altrettanto bene lo scarabeo ad insegnare al grillo i primi rudimenti
di una bella arrabbiatura con schiaffo finale.
In
mezzo, tutte le molteplici variazioni sul tema.
Un
libro molto intelligente, imprevedibile (que raro!), con vertici di
autentica poesia (leggete Il topo
e sospirerete con lui), illustrato con la consueta sensibilità che
tutti riconoscono a Marc Boutavant, maestro dell'ironia che si
dimostra abilissimo nel ricavarsi un suo preciso spazio mai
subalterno al testo.
E
quelle quattro tavole scure che si è riservato a metà del libro
sono come un respiro di pausa per il ragionamento. Un po' come fa il
riccio che, quando scende la notte, tutto contento, si appallottola e
smette di pensare.
Carla
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