giovedì 22 giugno 2017

FUORI DAL GUSCIO (libri giovani che cresceranno)


SOPRAVVIVERE E' UN'ARTE


La leggerezza è dote rara, soprattutto se diventa la cifra stilistica nel raccontare le complicate vicende della vita: la morte di una persona vicina, la malattia, la fatica di crescere e di assumersi delle responsabilità. 
Maestra in questo è Marie-Aude Murail, ma non le è da meno Sjoerd Kuyper, scrittore olandese, in Hotel Grande A, pubblicato da La Nuova Frontiera junior.
In questo romanzo ci potrebbero essere tutti gli ingredienti del feuilletton: così come ce la racconta Kos, il giovane protagonista, la vita della sua famiglia è decisamente complicata. Non solo è morta la mamma, di cui tutti sentono la mancanza; anche il padre è doppiamente nei guai, essendosi ammalato gravemente proprio mentre l'albergo che dà da vivere a tutti è in grave difficoltà. 
Mentre lui è ricoverato in ospedale, tocca ai quattro figli provare a sbrogliare la matassa di debiti che si accumulano, clienti che se ne vanno e creditori che si presentano minacciosi alla porta.
Kos e le sorelle hanno un'età che a mala pena si affaccia, per la più grande, all'adolescenza; non hanno una grande conoscenza del mondo, e se questo non bastasse, ci si mettono i guai sentimentali. Libbie vive le sue prime maldestre esperienze di sesso con un malinconico ospite fisso dell'albergo, Briek attraversa un'inquietante fase dark, salvo innamorarsi di un atleta dell'isola di Tuvalu, e la piccola Pel ama talmente tanto gli animali da passare la notte in riva al mare insieme a una foca grigia. Ovviamente il cuore di Kos batte all'impazzata per la bella Isabel, che interviene qua e là nella narrazione, per raccontare la goffaggine del protagonista, del tutto inesperto di sentimenti e di relazioni con l'altro sesso.
Il cuore del racconto, che ha l'aspetto di una registrazione su nastro, è la descrizione dei tentativi di racimolare i soldi necessari per non far chiudere l'albergo. 
Le soluzioni sono improbabili e sono lo spunto per un susseguirsi concitato di situazioni esilaranti.
E qui sta proprio la grande capacità dell'autore di raccontare un intreccio complesso, e con aspetti anche drammatici, con grande ironia, sfruttando il punto di vista 'ingenuo' del suo protagonista. Ci si diverte moltissimo leggendo le pagine fitte di colpi di scena e di trovate, partenze, tradimenti e ritorni.
La situazione raccontata, ragazzini che all'improvviso sono costretti ad affrontare da soli le difficoltà della vita, mi ha ricordato Quindici giorni senza testa, romanzo troppo presto dimenticato di Dave Cousins. In quello però mancava completamente l'aspetto sentimentale, che invece qui è centrale.
Posso immaginare le perplessità di qualche mamma per le poche, pudiche pagine in cui si accenna agli approcci vagamente erotici fra i personaggi; ricordo a tutte, però, che fra i best sellers in voga fra le ragazzine (e intendo dai dodici anni in poi) ci sono dei romanzi che sono nei fatti una sorta di kamasutra per principianti. Al contrario, trovo sia felice, in questo romanzo, la descrizione, delicata ed ironica, dei primi approcci all'amore. Nello stesso tempo mi sembra particolarmente calzante il ritratto dei rapporti familiari, oscillanti fra affetto e incomprensioni, legami e gelosie: il groviglio di sentimenti che segna ciascuna famiglia, a modo suo.
Si legge questo romanzo scanzonato, e nello stesso tempo molto serio, con grande facilità, con quel respiro ampio che hanno le belle storie; lo consiglio, quindi a lettrici e lettori maturi, a partire dai tredici anni.

Eleonora

“Hotel grande A”, S. Kuyper (trad. Anna Becchi), La Nuova frontiera junior 2017



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